Famiglia : Asteraceae
Testo © Prof.sa Franca Bessi
Calendula officinalis, descritta da Linneo in Species Plantarum: 2: 921 (1753), risulta diffusa sia in Europa occidentale sia in paesi di altri continenti ed è data, da alcuni, come specie endemica della flora spagnola.
In Spagna ha assunto i nomi popolari di botón de oro, caléndula, flor de muerto, maravilla, rosa amarilla común, rosa de muertos e, altrove, viene indicata con quelli di calendula, fiorrancio, garofano di Spagna, fior de mort, solsequi (IT), souci des jardins e souci officinal (F), pot marigold, English marigold (GB) e Garten-Ringelblume (D).
Denominazioni storiche di questo fiore sono termini che vanno dal supposto klýmenos greco e caltha latino, ai medievali solsequium dell’abbazia di San Gallo e calendula della Scuola Salernitana, nome alla fine scelto da Linneo.
Il suo nome generico ha origine in calendae [-arum, f.] = primo giorno del mese come risulterebbe dalla spiegazione del Circa Instans del XV sec. «dicitur calendula quia omni mense gerit florem» e Caltha officinalis (L.) Moench, sinonimo di questa specie, richiama con Caltha la forma a canestro del capolino (o catalide) e con officinalis l’uso della pianta.
Gli appellativi solsequium, ‘sposa del sole’ e ‘orologio dei contadini’, sono poi la conseguenza delle ripetitive fotonastie del capolino (l’apertura al mattino e chiusura al tramonto e il relativo orientamento verso il disco solare).
Alla calendula sono stati attribuiti valori quasi antitetici: è infatti ritenuta simbolo di obbedienza e di costanza, ma, forse, anche perché allude all’alternanza tra la vita e il sonno-morte è pure un fiore dedicato ai defunti e la mitologia greca, tramite il mito di Adone, ha appesantito l’immagine di questo fiore con la connotazione negativa del dispiacere.
Per i messicani è simbolo di morte e per gli inglesi è quello della gelosia.
L’accoppiata calendula e cipresso ‘fa saltare il banco’ esprimendo la disperazione.
Alla fine, non stupisce che in florigrafia a un fiore così gradevole, anche per il lungo periodo di fioritura e i suoi impieghi, possano essere associate più valenze emblematiche come, per esempio, essere rapportato a simbolo della gloriosa e millenaria Scuola Medica Salernitana.
Anche i valori simbolici positivi di questo fiore sono tradizionalmente forti e condivisi, così è stato utilizzato quale attributo della Madonna, dei monaci rigorosi e di un giusto e magnanimo principe.
Per illustrare le caratteristiche di un sovrano si trova, infatti, con la rosa bianca (simbolo della dinastia degli York) e quella rossa (emblema dei Lancaster) nel quadro di William Scrots, Edoardo VI, 1550 ca.
Il giovane monarca, erede legittimo e discendente diretto delle due casate, era orfano di madre (Jane Seymour) e di un padre (Enrico VIII) che teneva in gran conto le proprietà curative della calendula.
L’uso fitoterapico della calendula è storicizzato attraverso i secoli, oltre che dalla scuola salernitana e da Alberto Magno anche da Hildegard Von Bingen badessa benedettina di Rupertsberg e Dottore della Chiesa.
Nel suo Physica, una delle principali opere del dodicesimo secolo sulle piante medicinali, la ringula (calendula) è classificata secondo la teoria umorale come ‘fredda e umida’ e assieme alla pianta sono indicate le preparazioni utili agli uomini e al bestiame.
Calendula officinalis è utilizzata in fitoterapia ed è venduta in farmacie ed erboristerie, conformemente alle normative di legge, sotto forma di tisane e di preparati a base di estratti quali olii, gocce, creme e pomate ad azione idratante, lenitiva, antiinfiammatoria ed emolliente.
Come altre piante fitoterapiche è, secondo precisi disciplinari, coltivata in campo da aziende agricole di vari paesi.
La Calendula officinalis è anche una pianta alimurgica (dal lat. alimenta + urgentia) perché può essere usata (se non è stata soggetta a trattamenti con pesticidi) come alimento in caso di necessità o secondo tradizioni locali: le foglie tenere in minestroni e insalate, i giovani capolini sotto aceto e i ‘petali’ (semiflosculi) per colorare risotti, burro e formaggi.
Generalmente la calendula non provoca allergie.
Pianta erbacea annuale o bienne, si presenta in cespi di foglie più o meno ruvido-ghiandolose con odore ingrato e con portamento eretto (alta 40-60 cm).
È eliofila e molto rustica e si ritrova, anche inselvatichita, fuori dai giardini e dai campi.
Le foglie, coperte di peluria, sono alterne e lunghe circa 15 cm e larghe 4-5 cm di un bel colore verde vescica: le inferiori sono brevemente picciolate e spatolate, le superiori sono oblungo lanceolate.
I capolini di color arancio, circondati da brattee, del diametro di 2-5 cm, lungamente peduncolati, sono portati singoli; le brattee possono essere sia pelose sia ruvide.
I fiori centrali sul disco, o flosculi, sono ermafroditi (corolla regolare tubulosa), mentre i periferici, o semiflosculi, sono femminili e hanno una corolla irregolare ligulata con la ligula dentata all’apice.
Gli acheni sono polimorfi e rugosi: gli esterni sono alati e curvati e i più interni sono brevi e fortemente curvati.
La fioritura inizia in primavera (anche da gennaio) è al culmine in giugno e si prolunga fino a novembre; i semi maturano da maggio assicurando la propagazione spontanea.
Si tramanda che la calendula non si apra al mattino se la giornata sarà piovosa.
Già nella seconda metà dell’Ottocento, le cultivar di Calendula officinalis, sebbene valutate piante ‘un peu grossières’, erano raccomandate per le decorazioni delle piattabande in quanto rustiche e di bell’effetto con i loro fiori doppi bianchi, gialli e color nanchino.
Nei giardini, oggi, queste piante apprezzate per il colore più o meno intenso dei fiori, per le dimensioni e per la durata della fioritura oltre che per la facilità di riuscita, sono utilizzate per le bordure e come erbacee di prima o seconda fila nei mixer border.
Calendula officinalis e le sue cultivar orticole si allevano distanziate di 30 cm in piena terra, in cassoni e in vasi, su terreni moderatamente fertili, drenati e vanno annaffiate regolarmente nei periodi siccitosi.
Si possono trovare piantine allevate in contenitori da travasare o pacchetti di semi certificati.
Industrialmente, oltre le piante da arredo, vengono allevate anche quelle per il mercato del fiore reciso.
Alcune cultivar possono aver bisogno di fertilizzanti per incrementare la fioritura e di trattamenti fitochimici contro afidi e oidio ed è quindi bene ricordare che le piante dei fioristi non sono prodotte per uso alimentare.
Fra le cultivar orticole ricordiamo:
Calendula officinalis ‘Indian Prince’ che tollera un parziale ombreggiamento e si allarga in bel ciuffo (ø: 45 cm, h: 60-75 cm). Presenta capolini appariscenti color arancione scuro con diversi fiori centrali e gli apici delle ligule ritoccati in bruno rossastro. Fiorisce dai primi di maggio alla fine di ottobre. Ottima per bordure, se viene coltivata specificatamente per fiori recisi, necessita di sbocciolatura. Può essere allevata sia su terreno pesante/argilloso sia su un terreno leggero/sabbioso, con esposizione a sud e a ovest. Non risulta essere una pianta tossica e attrae api e altri impollinatori.
Calendula officinalis ‘Snow Princess’ che forma un folto cespo con foglie oblanceolate e lanceolate, verde intenso, aromatiche e leggermente appiccicose. I capolini hanno più ranghi di fiori ligulati color bianco, bianco crema con una punta di giallo limone sulla superficie superiore e giallo burro sul rovescio; i fiori interni sono color giallo arancio o marrone anche scuro. I capolini (ø: 7,5 cm) sono adatti per il taglio e i fiori sono dati per commestibili (se non trattati con fitofarmaci).
Calendula officinalis ‘Pink Surprise’ che fiorisce da maggio a settembre, è annuale, rustica, preferisce terreni ben drenati. È alta circa 60 cm. I fiori ligulati, disposti in più ranghi, sono delicatamente incurvati e di tonalità chiara, vanno dal giallo, al rosa salmone e all’ arancio dorato; i fiori tubulari sono di color arancione caramello o marrone. È consigliata per la coltivazione in vaso, per le piccole aiuole dei patii e per ottenere fiori recisi.
Sinonimi: Calendula aurantiaca Kotschy ex Boiss., Calendula eriocarpa DC., Calendula hydruntina Lanza, Calendula officinalis var. parviflora Kuntze, Calendula officinalis f. pleniflora Moldenke, Calendula prolifera Steud., Calendula ranunculodes Anon., Calendula santamariae Font Quer, Calendula sinuata Boiss. & Gaill., Calendula sinuata var. aurantiaca (Kotschy ex Boiss.) Boiss. e Caltha officinalis (L.) Moench.
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