Cakile maritima

Famiglia : Brassicaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Cakile maritima

Cakile maritima è una specie pioniera che stabilizza le sabbie costiere disturbate dalle maree e dal vento. Il fusto, succulento da giovane, sugheroso con l’età, è ramificato e forma piccoli cespugli larghi anche 1 m ed alti 45 cm. Le foglie sono carnose per limitare la traspirazione, resistere alla salsedine e dare alla pianta una riserva di acqua © Giovanna Marletta

Cakile maritima Scop., conosciuta comunemente come Rucola di mare o Ravastrello marittimo, è una specie appartenete alla tribù Brassiceae della famiglia Brassicaceae originaria delle aree costiere dell’Europa, del Nord Africa e dell’Asia occidentale. È stata introdotta dall’uomo in molte altre aree del mondo e spesso si comporta da specie infestante come avviene, ad esempio, nelle coste occidentali e orientali dell’America settentrionale, rimpiazzando altre specie endemiche di Cakile, come Cakile edentula (Bigelow) Hook.  È anche arrivata nell’emisfero sud, in Brasile, Uruguay, Australia, Nuova Zelanda e perfino in Nuova Caledonia.

Il nome del genere deriverebbe da kakeleh / qaqila, nome arabo di questa pianta, che il fisico e medico siriano Serapione (II metà del IX sec. d. C.) chiamava Cakile per la grossa radice legnosa come riportato da Mathias de l’Obel (1538 –1616) nel suo Plantarum seu Stirpium historia (1576). Il termine specifico maritima, fa riferimento al mare, che cresce vicino al mare.

È una specie pioniera che vive principalmente in prossimità del mare, sulle sabbie costiere instabili perché continuamente disturbate e rielaborate dalle maree e dal vento. La deposizione locale di detriti organici, in particolare alghe, lungo la spiaggia da maree primaverili equinoziali fornisce azoto per decomposizione della materia organica e questo consente la rapida e vigorosa crescita della pianta. Si sviluppa a contatto con la zona afitoica, raggiunta dalle onde, e con le formazioni psammofile perenni dell’entroterra e rappresenta la specie prevalente delle comunità pioniere conducibili all’associazione Salsolo kali-Cakiletum maritimae Costa e Manzanet 1981.  Queste comunità rappresentano la prima fase di colonizzazione e di costruzione delle dune a protezione delle coste sabbiose che tuttavia non possono sopravvivere al pesante calpestio umano, come avviene nelle spiagge turistiche.

Cakile maritima subsp. islandica, nota come Razzo di mare artico, è una sottospecie endemica dell’Islanda, delle Isole Faroe, della Scandinavia e Russia nordoccidentale

Cakile maritima subsp. islandica, nota come Razzo di mare artico, è una sottospecie endemica dell’Islanda, delle Isole Faroe, della Scandinavia e Russia nordoccidentale © Per Arvid Åsen

Cakile maritima è una pianta erbacea annuale succulenta con fittone di circa 40 cm. La dimensione delle singole piante è molto variabile, secondo le condizioni di crescita. La crescita si riduce in condizioni di estrema scarsità di nutrienti, eccesso di acqua nel suolo o mancanza di spazio.

Il fusto è prostrato o ascendente, ramificato, 15–45 cm, succulento da giovane, sugheroso con l’età. Gli steli, molto ramificati, possono produrre forme simili a piccoli cespugli fino a 1 m di diametro. L’interramento parziale è generalmente vantaggioso perché consente di formare nuovi rami verticali dalle ascelle degli steli prostrati, aumentando così il numero di germogli fioriti.

Le foglie sono alterne e carnose per limitare la traspirazione, resistere alla salsedine e dare alla pianta una buona riserva di acqua. Le inferiori (3-6 cm) sono picciolate, intere, da obovate a pennatifide, con lobi interi o dentati. Le foglie superiori sono intere e sessili.

I fiori sono presenti tutto l’anno, ma maggiormente da aprile a ottobre e raggruppati in infiorescenze di densi racemi sul fusto principale e sui rami. Misurano fino a 25 mm di diametro e sono molto profumati formati da quattro sepali appressati (3–7 mm), verdi-giallastri, e quattro petali (6–10 mm), spatolati con unghia, di colore bianco, lilla o porpora, e con lunghi peli basali. L’androceo è formato da sei stami tetradinami. Dopo l’impollinazione entomofila, il perianzio cade lasciando i frutti in maturazione attaccati allo stelo da pedicelli spessi (2-4 mm di lunghezza).

Cakile maritima

Eccola carica di frutti e ancora qualche fiore. I rami inferiori radicano toccando il suolo e creano nuove piante © Sandy Steinman

Il frutto è una siliqua indeiscente (bilomento) di 20-25 mm, formata due articoli differenti monospermi, verdi e carnosi quando acerbi, color marrone, duri e sugherosi a maturità. Il superiore, più grande, ha forma ovoidale o conica ed è caduco. L’inferiore, obconico-rombico, resta attaccato alla pianta madre. La dispersione degli articoli superiori avviene grazie al vento e al mare perché galleggianti.

Questo particolare meccanismo consente di diffondere la specie a distanza per mezzo del mare e nello stesso tempo lasciarla in prossimità del luogo in precedenza occupato. La siliqua a due segmenti rappresenta la tendenza alla riduzione degli organi che avviene nel corso dell’evoluzione.

I semi sono oblunghi, rugosi, color marrone (2,3-4,7 x 1-2,5 mm). L’embrione, che riempie completamente l’interno del seme, è pleurorizico con una radichetta sporgente posta contro il margine di entrambi i cotiledoni (cotiledoni accombeniti). La germinazione avviene con l’innalzamento della temperatura e la lisciviazione dei sali causata dalle piogge dopo le maree primaverili.

La riproduzione di Cakile maritima è strettamente annuale ed è totalmente dipendente dai semi per la sua sopravvivenza. La normale durata della vita della pianta in campo è di 4-5 mesi, tuttavia si possono riscontrare eccezioni. Inoltre è stata osservata la mancanza di micorrize e ciò è da correlare alla presenza di glucosinolati (composti glucosidici contenenti zolfo) all’interno dei tessuti. Nonostante la plasticità fenotipica del fusto e delle foglie il numero cromosomico (2n=18.) è costante in tutti gli individui studiati.

Cakile maritima

Ma la carta vincente di questa specie, commestibile e con virtù medicinali, è data dal frutto che maturando si spezza in due. La parte inferiore si occupa della dispersione locale, mentre la superiore, galleggiante, colonizza altri lidi © Harry Rose

La distribuzione naturale delle specie del genere Cakile mostra che esse si sono evolute dopo la chiusura del Mare della Tetide, in epoca pliocenica, anche se mancano le testimonianze palinologiche.

Cakile maritima, come altre specie della famiglia Brassicaceae (Pringlea antiscorbutica, Lepidium draba, Eruca vesicaria subsp. sativa, Alliaria petiolata, Cardamine amara, Cochlearia officinalis, ecc.), tradizionalmente, sono utilizzate per le loro note proprietà antiscorbutiche, carminative, diuretiche, fluidificanti e anche come purganti.

Gli estratti di foglie hanno azione antiossidante e, in cosmesi, sono utilizzati per la cura della pelle. Con l’infuso delle foglie si può detergere la pelle grassa e l’infuso delle cime fiorite è un buon prodotto antiforfora.

Il Ravastrello marittimo si può coltivare su piccola scala per l’utilizzo delle sue foglie giovani in insalate miste dal tipico sapore salmastro e amarognolo ma ricche di vitamina C.

Le foglie e i giovani rami si prestano a essere lessate assieme ad altre erbe spontanee e si possono saltare in padella con aglio e olio o, con l’aggiunta di pomodoro e peperoncino, si possono preparare gustose paste asciutte.

I semi contengono un olio che si può impiegare come quello che si ricava dalla senape (Sinapis alba L.).

Cakille maritima comprende diverse sottospecie ben differenziate anche dal punto di vista distributivo. In particolare sono accettate quattro sottospecie.

Cakile maritima Scop. subsp. maritima si rinviene lungo le coste atlantiche e mediterranee; Cakile maritima subsp. baltica (Rouy & Foucaud) P. W. Ball è propria delle regioni che si affacciano sul mar Baltico; Cakile maritima subsp. euxina (Pobed.) Nyár. è limitata al Mar Nero, Cakile maritima subsp. islandica (Gand.) Elven si riscontra nella Norvegia artica.

Sinonimi: Bunias cakile L., Bunias littoralis Salisb., Cakile aegyptiaca Willd., Cakile aegyptica (L.) Pignatti, Cakile aegyptica var. australis (Coss.) Maire & Weiller, Cakile aegyptica var. hispanica (Jord.) Maire & Weiller, Cakile aegyptica var. latifolia (Desf.) Maire & Weiller, Cakile aegyptica var. susica (Maire, Weiller, & Wilczek) Maire & Weiller, Cakile arctica Pobed., Cakile cakile (L.) H. Karst., Cakile crenata Jord., Cakile cyrenaica Spreng., Cakile edentula Jord., Cakile edentula subsp. islandica (Gand.) A. Löve & D. Löve, Cakile euxina Pobed.; Cakile hispanica Jord., Cakile lapponica Pobed., Cakile latifolia (Desf.) Poir., Cakile littoralis Jord., Cakile maritima subsp. aegyptiaca (Willd.) Nyman, Cakile maritima prol. baltica Rouy & Fouc.; Cakile maritima subsp. integrifolia (Hornem.) Greuter & Burdet, Cakile maritima var. australis Coss., Cakile maritima var. edentula Loret, Cakile maritima var. integrifolia Hornem., Cakile maritima f. islandica Gand., Cakile maritima var. latifolia Desf., Cakile maritima var. susica Maire, Weiller & Wilczek, Cakile monosperma Lange, Cakile pinnatifida Stokes; Cakile serapionis Gaertn., Cakile sinuatifolia Stokes, Rapistrum cakile (L.) Crantz, Rapistrum maritimum (Scop.) Bergeret ex DC.

 

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