Famiglia : Elapidae
Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo
Il genere Bungaro (Bungarus), afferente alla famiglia degli Elapidi (Elapidae), presenta specie per lo più distribuite nell’Asia meridionale e nelle aree geografiche Indoasiatica e Indocinese.
È costituito da serpenti, detti anche volgarmente bungari o kraits, velenosi e in alcuni casi velenosissimi.
Questi animali, nella morfologia esterna, assomigliano in parte ai cobra terrestri e in parte ai serpenti corallo.
Hanno spesso medie-grandi dimensioni, sono abbastanza indolenti di giorno, al punto di farsi anche maneggiare, e aggressivi di notte; e quando mordono un essere umano, la morte è pressoché sicura.
Una delle specie più velenose, oggetto di questa scheda è il Bungaro fasciato o Krait (Bungarus fasciatus).
Altre specie di bungari sono: il Bungaro comune (Bungarus candidus), diffuso in Cina meridionale, il Bungaro di Ceylon (Bungarus ceylonicus), diffuso ovviamente nell’isola di Ceylon, il Bungaro dalla testa rossa (Bungarus flaviceps), endemico della penisola di Malacca e delle isole della Sonda e, il Bungaro livido (Bungarus lividus), limitato alla sola India orientale, che rispetto le altre specie vivacemente colorate di bungari, è l’unica con una livrea bruno-nerastra; inoltre è una specie abbastanza rara.
Zoogeografia
Il Bungaro fasciato o Krait (Bungarus fasciatus), è una delle specie più note, ampiamente diffuso nella regione Indomalese.
Habitat-Ecologia
Una livrea costituita da larghi anelli alternati giallo-nero, permette a questo splendido e pericoloso serpente di mimetizzarsi nel suo habitat preferito, gli ambienti umidi e nei canneti di bambù, sfruttando la tecnica della somatolisi (leggere scheda Serpentes).
Morfofisiologia
Questo serpente, può superare la lunghezza di 2 m.
La livrea, oltre che essere uno splendido alternarsi di larghi anelli giallo-neri lucenti, in rari casi, può avere una bandeggiatura del medesimo colore, a distribuzione longitudinali; trattasi probabilmente di una mutazione.
Presenta un corpo piuttosto slanciato, a sezione triangolare, con ai fianchi bordi spigolosi.
Il capo è stretto, con collo indistinto e, grandi placche craniali, probabilmente utili a smuovere la terra.
Le pupille, sono tonde e scarsamente restringibili.
Come in tutti gli Elapidi (Elapidae), il cranio manca di arcate temporali, per cui la mandibola è articolata al cranio per mezzo di un osso triangolare libero; questo, gli permette di poter spalancare la bocca ampiamente, riuscendo così a ingoiare prede di notevole diametro.
I denti veleniferi, posti sulla mascella superiore, sono di mediocre lunghezza, ed in posizione di riposo rimangono aderenti al palato; quando la bocca viene spalancata, si ergono automaticamente, grazie alla trazione operata da alcuni legamenti mascellari.
Le ghiandole velenifere, sono molto grandi e contengono un veleno potente, letale anche per i grossi mammiferi, compreso l’uomo.
Si tratta di una complessa miscela di fattori, che agiscono sui centri nervosi; nell’essere umano provoca rapidamente la morte, in circa mezz’ora, per soffocamento conseguente alla paralisi del diaframma.
Etologia-Biologia Riproduttiva
I bungari, quindi anche il Bungaro fasciato o Krait (Bungarus fasciatus), sono ovipari e depongono fino a una dozzina di uova per volta.
Nel caso del Bungarus fasciatus, la femmina sorveglia scrupolosamente le uova (lo stesso per il Bungarus candidus), fino la schiusa, in altre specie, vengono lasciate al loro destino in una tana rudimentale.
Tutte le specie di questo genere, sono a vita notturna, per questo dette specie crepuscolari e vivono preferenzialmente, come detto per il Bungarus fasciatus, in ambienti acquitrinosi e a canneti.
A causa di questo stile di vita, il Bungarus fasciatus e le altre specie del medesimo genere, pur essendo provvisti di veleno altamente tossico, sono poco pericolosi per l’uomo, poiché di notte quando sono pericolosi, solitamente l’essere umano riposa.
Di giorno infatti, il Bungarus fasciatus, presenta una indole piuttosto pigra e tranquilla; se minacciato, si acciambella nascondendo il capo sotto le spire e permane in questa posizione anche se molestato o addirittura ucciso.
In alcuni villaggi del Sudest asiatico, di giorno i ragazzi, si divertono a portare questi serpenti a spasso, spingendoli con bastoni, senza correre alcun rischio.
Ben diverso è però, il comportamento del Bungarus fasciatus e degli altri bungari, dopo il tramonto: si trasformano allora, in predatori aggressivi, dai movimenti agili e rapidissimi.
Sono specializzati nella caccia di altri serpenti (ofiofagi), disdegnando in genere altre prede; attaccano, senza esitare e uccidendoli, i cobra, ben più grandi di loro, per poi mangiarli.
È per tale ragione, oltre che per la loro indolenza durante le ore del giorno, che questi serpenti, caso rarissimo tra le specie velenose, non vengono perseguitati dall’uomo.
Il Bungarus fasciatus, per ora, non sembra in pericolo d’estinzione, né soggetto a rarefazione.
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