Famiglia : Malpighiaceae

Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela dove cresce nelle foreste dal livello del mare fino a circa 2400 m di altitudine.
Il nome del genere deriva da uno dei nomi in arabo, “buncho”, della pianta del caffè (Coffea arabica L.) per la somiglianza dei semi; il nome della specie fa riferimento alla forma e colore dei frutti, simili a quelli delle albicocche (Prunus armeniaca L.).
Nomi comuni: monk’s plum, peanut butter tree, peruvian plume (inglese); bunchosie abricot, bunchosie des andes, cerise des Antilles (francese); ameixa-brava, ameixa-do-Peru, caferana, cafezinho, ciruela, falso guaraná (portoghese – Brasile); chico mamey, ciruela de fraile, ciruela silvestre, ciruela verde (spagnolo).

Originaria dell’America tropicale, la Bunchosia armeniaca è un sempreverde che può raggiungere i 20 m d’altezza con infiorescenze di 8-15 cm © Giuseppe Mazza
Si riproduce solitamente per seme, che non ha una lunga durata di germinabilità, in terriccio drenante mantenuto umido, ma senza ristagni, alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione di 1-2 mesi e prima fruttificazione a partire dal secondo-terzo anno di età.

I frutti, lunghi 4 cm, sono commestibili e varie parti della pianta hanno proprietà medicinali © Giuseppe Mazza
Richiede pieno sole, o al più una leggera ombreggiatura, e suoli drenanti ricchi di sostanza organica, preferibilmente da leggermente acidi a leggermente alcalini, mantenuti umidi. Dove il clima non consente la permanenza all’aperto con continuità può essere coltivata in capienti contenitori per essere riparata nei mesi più freddi in ambiente luminoso con valori minimi di temperatura non inferiori a 15 °C. Le innaffiature devono essere frequenti in estate, più diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato e le concimazioni, in primavera, effettuate con un prodotto a lento rilascio.
I frutti, dalla polpa cremosa e dolce con sapore che ricorda quello delle arachidi, vengono localmente consumati freschi o utilizzati per gelatine, confetture e aromatizzare pietanze.
Parti della pianta vengono utilizzate nella medicina tradizionale per diverse patologie, studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza negli estratti delle foglie di composti bioattivi con proprietà antibatteriche e antinfiammatorie.
Sinonimi: Malpighia armeniaca Cav. (1789); Bunchosia pilocarpa Rusby (1907); Bunchosia armeniaca f. parvifolia Nied. (1914); Bunchosia armeniaca f. systyla Nied. (1914).
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