Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Sulawesi dove cresce sugli alberi delle foreste umide a basse altitudini.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “βολβός” (bolbos) = bulbo e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle foglie che crescono all’apice degli pseudobulbi; la specie è dedicata al botanico e raccoglitore olandese Louis Van Vuuren (1873-1951).
Il Bulbophyllum vanvuurenii J.J.Sm. (1917) è una specie epifita con pseudobulbi ovoidi, di 3,6-4 cm di lunghezza e 3 cm di larghezza, distanziati di circa 1,5 cm su un rizoma strisciante radicante ai nodi e provvisti di un’unica foglia da ellittica a oblanceolata con apice appuntito, di 24-28 cm di lunghezza e 5-6 cm di larghezza.
Infiorescenza eretta dalla base dello pseudobulbo, lunga 30-50 cm, portante fino ad 8 fiori che si aprono in successione, di circa 10 cm di lunghezza, con sepali e petali di colore giallo crema con strisce longitudinali rosso porpora e labello di colore rosso scuro.
Sepalo dorsale lanceolato con apice lungamente appuntito, lungo circa 4 cm e largo 1,2 cm, sepali laterali lanceolati con apice lungamente appuntito, falcati, lunghi 4,2-4,6 cm e larghi circa 1 cm, petali lanceolati con apice appuntito, di circa 2 cm di lunghezza e 1 cm di larghezza, labello carnoso, verrucoso, con due creste parallele alla base, lungo 1,8 cm e largo 0,5 cm, e colonna, lunga 0,8 cm, con due denti ai lati dell’antera.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie tra le più ornamentali del genere, ma piuttosto rara in coltivazione, richiede temperature medio-alte, 22-32 °C, elevata umidità, 75-85%, e costante ventilazione; una escursione termica giornaliera di almeno 4-5 °C favorisce la fioritura.
Innaffiature regolari e abbondanti, ma lasciando leggermente asciugare il substrato prima di ridare acqua, durante il periodo di crescita, più diradate durante la stasi vegetativa, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa.
Per le concimazioni può essere utilizzato un prodotto idrosolubile bilanciato, con microelementi, a ¼ di dose, o meno, di quella consigliata, con frequenza mensile.
Può essere montata su tronchi o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, con dello sfagno alla base per mantenere l’umidità, oppure sistemata in vasi o canestri con corteccia (bark) di media pezzatura o fibra di cocco. Trapianti e rinvasi, quando necessari, vanno effettuati alla ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Bulbophyllum paluense Garay ex W.E.Higgins (2009).
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