Famiglia : Orchidaceae
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Testo © Pietro Puccio
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Nativo del Borneo, Malaysia Peninsulare e Sumatra, il Bulbophyllum stormii è un’epifita a rizoma strisciante, a volte ramificato, con pseudobulbi disposti in serie contigua © Giuseppe Mazza
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “βολβός” (bolbos) = bulbo e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle foglie che crescono all’apice degli pseudobulbi; la specie è dedicata al raccoglitore olandese Storm van’s Gravesande.
Nomi comuni: Storm’s bulbophyllum (inglese).
Il Bulbophyllum stormii J.J.Sm. (1907) è una specie epifita con rizoma strisciante, a volte ramificato, e pseudobulbi disposti in serie contigua, oblunghi, leggermente compressi lateralmente, di 1-1,5 cm di lunghezza e 0,5 cm di larghezza, con all’apice un’unica foglia lanceolata con apice ottuso, di 2,5-4 cm di lunghezza e 0,6-0,8 cm di larghezza, coriacea.
Infiorescenza basale eretta, su un peduncolo filiforme lungo 1,5-4 cm, portante un unico fiore con sepali di colore arancio più o meno intenso con venature e sfumature rossastre più intense verso la base e labello porpora; ovario e pedicello lungo 2-3 cm. Sepali pressoché uguali, lanceolati con apice lungamente appuntito, il dorsale eretto, i laterali ricurvi, di 2,5-4 cm di lunghezza e 0,4-0,5 cm di larghezza alla base, petali lanceolati con apice acuto, di 0,3-0,5 cm di lunghezza e 0,1-0,2 cm di larghezza, labello mobile oblungo, convesso, lungo 0,3-0,4 cm, e colonna lunga circa 2,5 mm.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie dai grandi fiori, rispetto alle minute dimensioni della pianta, dal colore caldo e luminoso, necessita di temperature medio alte in estate, 22-32 °C, con elevata umidità, 70-80 %, e frequenti innaffiature, temperature più fresche in inverno, 16-20 °C, e innaffiature meno frequenti, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, una posizione semiombreggiata e una buona ventilazione.
Per le innaffiature e nebulizzazioni va utilizzata acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione.
Può essere montata su tronchetti, pezzi di corteccia o zattere con sfagno alla base, oppure in vasi o canestri con corteccia (bark) di media pezzatura, sfagno e inerti per un ottimo drenaggio. Come molti Bulbophyllum è piuttosto sensibile al danneggiamento delle radici, va fatta quindi particolare attenzione nei rinvasi e negli spostamenti, che vanno ridotti al minimo.
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Fiore con vistosi sepali arancio di 2,5-4 cm, petali lanceolati di 0,3-0,5 cm e labello mobile oblungo, convesso, di 0,3-0,4 cm © Giuseppe Mazza
Sinonimi: Bulbophyllum araniferum Ridl. (1914); Bulbophyllum longistelidium Ridl. (1924); Bulbophyllum tapirus J.J.Sm. (1928); Bulbophyllum tristriatum Carr (1930).
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