Famiglia : Orchidaceae
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Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo, Malaysia Peninsulare, Myanmar, Sumatra, Thailandia e Vietnam dove cresce nelle foreste paludose a basse altitudini.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “βολβός” (bolbos) = bulbo e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle foglie che crescono all’apice degli pseudobulbi; il nome della specie è l’aggettivo latino “patens, entis” = aperto, esteso con riferimento ai sepali laterali.
Nomi comuni: anggrek darah (indonesiano); singto k̂āmpū dæng (thailandese).
Il Bulbophyllum patens King ex Hook.f. (1890) è una specie epifita con pseudobulbi ellissoidi, di 1,5-3,5 cm di lunghezza e 1-2 cm di diametro, disposti a distanza di 2-8 cm su un robusto rizoma radicante ai nodi. Gli pseudobulbi sono provvisti all’apice, su un picciolo lungo 1-2 cm, di un’unica foglia oblungo-ellittica con apice acuto, di 10-16 cm di lunghezza e 4,5-6 cm di larghezza, carnosa, di colore verde chiaro.
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Epifita delle foreste paludose del Sud-Est asiatico, il Bulbophyllum patens ha speudobulbi elissolidi con una sola foglia portati da un robusto rizoma radicante ai nodi © Giuseppe Mazza
Sepalo dorsale lineare-lanceolato, ricurvo, lungo 2-2,5 cm e largo 0,6-0,8 cm, sepali laterali ovato-lanceolati, leggermente falcati, distesi, lunghi 2-2,5 cm e larghi circa 1 cm, petali lineari-lanceolati con apice acuto, lunghi 2 cm e larghi circa 0,5 cm, labello oblungo-lineare, dritto, carnoso, mobile, lungo circa 0,8 cm e largo 0,3 cm, e colonna lunga circa 0,5 cm.
I fiori, di relativa breve durata, 5-7 giorni, emanano una leggera gradevole fragranza e sono impollinati dai maschi di diverse specie di mosca della frutta, in particolare del genere Bactrocera Macquart, 1835. Quando l’insetto, attratto dall’odore (il principale composto aromatico responsabile è lo zingerone), si posa sul labello ne provoca col suo peso un abbassamento repentino verso la colonna, rimanendo intrappolato, nei successivi movimenti per liberarsi asporta le masse polliniche che depositerà sullo stigma del successivo fiore che visiterà.
Si riproduce per seme, in vitro, ma solitamente per divisione, con ciascuna sezione provvista almeno di 4-5 pseudobulbi.
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I fiori emanano una gradevole fragranza che attira i maschi di diverse mosche della frutta, intrappolate e costrette a raccoglie le sacche polliniche © Giuseppe Mazza
Può essere montata su tronchi o zattere abbastanza ampie per consentirne il vigoroso sviluppo, con dello sfagno alla base, oppure sistemata in vasi o canestri piuttosto bassi e larghi con substrato particolarmente aerato e drenante costituito da frammenti di corteccia (bark) di medie dimensioni, carbone vegetale e sfagno. Rinvasi ed eventuali divisioni vanno effettuati alla ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Phyllorchis patens (King) Kuntze (1891); Phyllorkis patens (King ex Hook.f.) Kuntze (1891).
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