Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Nuova Guinea dove cresce epifita nelle foreste umide a basse altitudini.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “βολβός” (bolbos) = bulbo e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle foglie che crescono all’apice degli pseudobulbi; il nome specifico latino fa riferimento alla località nei pressi del fiume Digul (in olandese Digoel) dove è stata rinvenuta la specie tipo.
Il Bulbophyllum digoelense J.J.Sm. (1911) è una specie epifita con pseudobulbi ovoidi, lunghi circa 2 cm, distanziati di 2-5 cm su un rizoma strisciante radicante ai nodi, provvisti all’apice di una foglia oblunga di 14-16 cm di lunghezza e circa 3 cm di larghezza, coriacea, di colore verde intenso e lucida superiormente.
Infiorescenza dalla base dello pseudobulbo, lunga 30-50 cm, portante fiori pendenti, di 5-6 cm di diametro, che si aprono in successione uno alla volta per un lungo periodo.
Sepali lanceolati con apice lungamente appuntito, di colore biancastro con venature porpora, lunghi 3-3,6 cm, petali quadrangolari tridentati di circa 1 cm di lunghezza, con dente centrale lungo e filiforme, labello trilobato lungo 2,7 cm con lobi laterali minuscoli e lobo mediano lanceolato con apice lungamente appuntito, solcato longitudinalmente, di colore porpora scuro, verrucoso.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Bulbophyllum che si contraddistingue per i fiori grandi rispetto alla pianta prodotti in successione per mesi, richiede una posizione semiombreggiata, temperature medio-alte, 22-32 °C in estate, leggermente più fresche in inverno con minime notturne non inferiori a 14 °C, elevata umidità, 70-85%, ed aria in costante movimento.
Le innaffiature devono essere frequenti in estate, più diradate in inverno, lasciando parzialmente asciugare il substrato prima di ridare acqua, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa.
Concimazioni settimanali in estate, mensili in inverno, utilizzando un prodotto bilanciato idrosolubile, con microelementi, a ¼ della dose riportata sulla confezione.
Coltivabile in vasi o canestri poco profondi e piuttosto larghi, per permettere agli pseudobulbi di espandersi liberamente, con frammenti di corteccia (bark) di media-grossa pezzatura e carbone vegetale, con eventuale aggiunta di materiali inerti, come polistirolo, per un ottimo arieggiamento delle radici.I rinvasi vanno effettuati, quando necessario, alla ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
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