Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo, Himalaya orientale, Malaysia, Sumatra e Thailandia dove cresce sugli alberi delle foreste umide a basse e medie altitudini.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “βολβός” (bolbos) = bulbo e “φύλλον” (phyllon) = foglia, con riferimento alle foglie che crescono all’apice degli pseudobulbi; il nome specifico è l’aggettivo latino “auratus, a, um” = dorato, con riferimento al colore di fondo più o meno intenso e alla peluria ai margini del sepalo dorsale e dei petali.
Nomi comuni: golden bulbophyllum (inglese).
Il Bulbophyllum auratum (Lindl.) Rchb.f. (1861) è una specie epifita con pseudobulbi oblunghi, di 1-3 cm di lunghezza, distanziati di 1-2 cm su un sottile rizoma strisciante radicante ai nodi e provvisti all’apice di una foglia oblunga con apice ottuso, lunga 8-15 cm e larga 2-2,5 cm, spessa, coriacea, di colore verde intenso superiormente, sfumato di porpora inferiormente. Infiorescenza ombrelliforme dalla base dello pseudobulbo, su uno scapo lungo 8-15 cm, portante 8-15 minuscoli fiori disposti in cerchio di colore piuttosto variabile, generalmente giallo pallido più o meno estesamente punteggiato di porpora sui sepali laterali e con striature dello stesso colore sul sepalo dorsale e petali; sono presenti in natura individui privi di pigmentazione rossa. Sepalo dorsale concavo ovato-ellittico con apice appuntito, ciliato, sepali laterali oblunghi uniti fino quasi alla base, a volte liberi all’apice, di 1,5 cm di lunghezza e 0,8 cm di larghezza, petali ovati, di 0,4-0,5 cm di lunghezza, ciliati, labello oblungo ricurvo, di 0,3-0,4 cm di lunghezza, carnoso.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi, alla ripresa vegetativa.
Specie vigorosa, fiorifera e di facile coltivazione richiede una posizione semiombreggiata, temperature medio-alte in estate, 22-32 °C, leggermente più fresche in inverno, con minime notturne non inferiori a 14 °C, elevata umidità, 80-85%, e costante ventilazione. Montata su tronchi, corteccia o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, richiede innaffiature e nebulizzazioni frequenti utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa a temperatura ambiente. Coltivata in vasi o canestri con composto aerato e drenante, costituito ad esempio da frammenti di corteccia (bark) e di carbone vegetale di media pezzatura, con eventuale aggiunta di sfagno, le innaffiature devono essere più diradate, lasciando asciugare parzialmente il substrato prima di ridare acqua. Concimazioni ogni due settimane dalla primavera all’autunno, mensili in inverno, utilizzando un prodotto idrosolubile bilanciato, con microelementi, a ¼ della dose consigliata dal produttore.
Trapianti e rinvasi vanno effettuati, quando strettamente necessario, alla ripresa vegetativa segnalata dall’emissione delle nuove radici.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Cirrhopetalum auratum Lindl. (1840); Phyllorchis aurata (Lindl.) Kuntze (1891); Phyllorkis aurata (Lindl.) Kuntze (1891); Cirrhopetalum borneense Schltr. (1906); Bulbophyllum auratum (Lindl.) Ridl. (1907); Bulbophyllum campanulatum Rolfe (1909); Cirrhopetalum campanulatum (Rolfe) Rolfe (1910); Bulbophyllum borneense (Schltr.) J.J.Sm. (1912).