Famiglia : Bufonidae
Testo © Dr. Edoardo Di Russo
Il Rospo smeraldino (Bufotes viridis (Laurenti, 1768)) appartiene alla classe degli Amphibia, i vertebrati che trascorrono almeno una parte del loro ciclo vitale nel mondo acquatico, all’ordine degli Anura, gli anfibi privi di coda, e alla famiglia dei Bufonidae.
La specie è elencata nell’Appendice II “Specie strettamente protette” della Convenzione di Berna del 1979 per la conservazione della vita selvatica e dei biotopi in Europa e nell’Allegato IV della Direttiva Habitat (Direttiva 92/43/CEE). Sia la IUCN Red List che il suo Comitato Italiano registrano questa specie con lo status “Minimo Rischio” (Least Concern LC).
Il nome del genere Bufotes è un’alternativa al genere Bufo, infatti a oggi non è ancora ben definita la sua posizione tassonomica all’interno della famiglia dei Bufonidae, e deriva dal latino volgare “būfo”, a sua volta dal greco “βάτραχος” (vátrachos) = batraco: termine con cui in alcune vecchie classificazioni zoologiche si indicavano gli anfibi, e in particolare gli anuri comunemente noti come rane e rospi.
Il termine specifico viridis ricorda, sempre in latino, la sua caratteristica colorazione ricca di chiazze verde smeraldo.
Zoogeografia
Il Rospo smeraldino ha un areale che copre tutta l’Europa continentale dalla Spagna fino alla Russia, e l’Asia dal Kazakistan alla Siberia orientale fino al Nord America.
In Italia la sua presenza è limitata al nord-est (Friuli-Venezia Giulia). Nel resto della penisola è presente il Rospo smeraldino italiano (Bufotes balearicus) da cui si differenzia solo geneticamente.
Ecologia-Habitat
Il Bufotes viridis è una delle specie più adattabili della Regione Paleartica e per questo lo possiamo trovare in diversi tipi di habitat. Foreste, praterie, agrosistemi, zone montane, aree semi desertiche e desertiche sono tutti ambienti in cui possiamo riscontrare la presenza dello smeraldino. Tuttavia, necessitando di ambienti umidi per la stagione riproduttiva, non si allontana mai troppo dai punti d’acqua come sorgenti, stagni, fossati, fiumi o laghi.
Per far schiudere le uova e sviluppare le larve, approfitta di acque ferme o a lento scorrimento poco profonde. Si può trovare anche in ambienti antropizzati come giardini e orti. Non ha particolari esigenze per quanto riguarda la qualità dell’acqua, sopporta anche un certo livello di inquinamento e salinità. Inoltre ha una tolleranza termica fino a 40 °C e durante l’inverno sopravvive alle basse temperature entrando in ibernazione in tane o scavando nel fango.
Morfofisiologia
La sua corporatura è robusta, anche se leggermente meno tozza e imponente del Bufo bufo, e raggiunge al massimo i 10 cm di grandezza, tuttavia le ghiandole parotoidi sul collo sono più allungate in proporzione.
Ha una colorazione variabile dal marrone al bianco ma il suo nome lo deve alla sua livrea con evidenti macchie verde smeraldo nettamente definite da linee scure, in cui si inseriscono molti puntini rossi. Il ventre è privo di macchie verdi e di solito è biancastro con al massimo delle macchie scure. Ha un muso arrotondato con evidenti occhi giallo-dorato e pupilla orizzontale.
I maschi presentano un sacco vocale esterno che durante la stagione riproduttiva presenta una colorazione bluastra sulla gola. I loro arti anteriori sono più robusti, la palmatura dei piedi è più estesa e il primo dito interno della mano è provvisto di un tubercolo per la riproduzione. Il dimorfismo sessuale è evidente principalmente dalla livrea verde più vivace nelle femmine e dalla loro maggiore grandezza.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il Rospo smeraldino è attivo principalmente nella fascia crepuscolare e notturna, e trascorre il giorno riparato in tane per mantenere l’umidità. Se le condizioni di umidità lo consentono è attivo anche durante il giorno.
La specie adotta diverse diete e strategie di alimentazione a seconda dello stadio e della taglia in cui si trova. Le larve (chiamate anche girini) si nutrono di materiale algale, detriti organici e plancton, principalmente rotiferi e microcrostacei. I giovani metamorfosati immaturi predano piccoli invertebrati come collemboli, ditteri, acari e coleotteri. Gli adulti del Rospo smeraldino di nutrono principalmente di aracnidi, insetti e molluschi. Una percentuale importante della dieta è costituita dalle formiche. Il metodo di caccia viene definito come “sit and wait” e consiste nel rimanere fermo finché la preda non è così vicina da poter essere catturata con l’ausilio della lingua.
Quando il Bufotes viridis si sente minacciato, secerne un liquido tossico dalle ghiandole parotoidi il cui odore infastidisce il predatore, ma a volte può anche emettere delle “grida” di difesa.
I principali predatori dei rospi adulti sono le due bisce Natrix natrix e Natrix maura, ma tra i suoi pericoli ci sono anche i rapaci sia diurni che notturni, uccelli trampolieri e alcuni mustelidi. Sia i girini che le uova vengono mangiati da larve di odonati, scorpioni acquatici, larve di anfibi urodeli e crostacei come il Procambarus clarkii.
Il periodo riproduttivo inizia a seconda della latitudine e della temperatura, ma generalmente avviene verso marzo e dura un paio di mesi. Le comunità utilizzano ogni anno lo stesso sito per la deposizione, chiamate zone di frega: sono punti d’acqua poco profondi, temporanei o permanenti. Questo permette anche il monitoraggio del declino o dell’estinzione di popolazioni in caso non si registrino più nascite nel sito. Per raggiungere le zone di frega vengono compiute delle vere e proprie migrazioni che a volte possono arrivare a 5 km, e durante questo periodo gli individui non si alimentano.
I maschi sono i primi a raggiungere le zone di frega ed essendo in numero maggiore rispetto alle femmine, spesso avvengono degli scontri per la conquista di una compagna.
Il Rospo smeraldino presenta due tipi di scelta del partner per l’accoppiamento: scelta attiva della femmina verso i maschi che competono tra loro e scelta attiva del maschio verso la femmina. Il Rospo smeraldino è in grado di emettere un richiamo forte che può ricordare quello dei grilli. I maschi durante il periodo riproduttivo tendono ad aggregarsi e cantare in gruppi numerosi per attirare le femmine.
L’accoppiamento è di tipo ascellare e avviene in acqua: il maschio si aggrappa alle ascelle della femmina grazie ai tubercoli sulle dita anteriori e facilita la fuoriuscita delle uova nella femmina comprimendole i fianchi. Mentre le uova escono vengono fecondate dal maschio. Durante un accoppiamento in media vengono deposte dalle 2000 alle 3000 uova e vengono disposte in due file all’interno di cordoni gelatinosi che possono raggiungere i 7 m. I cordoni vengono prima arrotolati e poi agganciati a piante o ostacoli sommersi, oppure vengono lasciati sul fondo.
La durata dell’incubazione varia a seconda della temperatura dell’acqua, ma generalmente è intorno ai 10 giorni. Il girino appena nato misura 4 mm di lunghezza, e arriva ai 50 mm prima di compiere la metamorfosi. Hanno un colore nero uniforme con gli occhi molto ravvicinati. La coda è grande il rapporto al corpo e presenta una membrana che termina con una punta arrotondata. I girini si raggruppano verso le sponde dello specchio d’acqua durante il giorno per cercare il cibo e durante la notte si rifugiano in profondità. Lo sviluppo dura in base alla disponibilità alimentare e la temperatura dai 2 ai 3 mesi, quando i girini compiono la metamorfosi e diventano giovani immaturi con le sembianze degli adulti.
La maturità sessuale viene raggiunta a seconda della latitudine: nelle regioni meridionali avviene intorno al secondo anno di età, ma salendo viene ritardata fino alle regioni settentrionali dove avviene intorno al quinto. L’aspettativa di vita media per Bufotes viridis è di circa 14 anni.
Sinonimi
Pseudepidalea viridis (Laurenti, 1768); Bufo viridis Laurenti, 1768.
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