Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle Antille Olandesi, Aruba, Belize, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Giamaica, Guatemala, Guyana, Guyana Francese, Honduras, Isole Cayman, Messico (Aguascalientes, Campeche, Chiapas, Coahuila, Colima, Chihuahua, Durango, Guanajuato, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, Michoacán, Nuevo León, Nayarit, Oaxaca, Querétaro, Quintana Roo, San Luis Potosí, Tabasco, Tamaulipas, Veracruz, Yucatán e Zacatecas), Nicaragua, Panama, Puerto Rico e Venezuela dove cresce epifita sia in zone semiaride, spesso su cactacee, che in riva al mare, sulle radici delle mangrovie o a volte su palme da cocco ([Cocos nucifera L., 1753), dal livello del mare sino ad altitudini collinari.
Il genere è dedicato al medico e botanico italiano Antonio Musa Brassavola (1500-1555); il nome specifico è l’aggettivo latino “nodosus, a, um” = nodoso, con probabile riferimento alla base ingrossata degli steli.
Nomi comuni: lady-of-the-night (inglese); dame de nuit (francese); signora della notte (italiano); dama de la noche, huele de noche, reina de la noche (spagnolo).
La Brassavola nodosa (L.) Lindl. (1831) è una specie epifita, a volte litofita, con un rizoma strisciante e pseudobulbi sottili simili a fusti, cilindrici con base ingrossata, ravvicinati, lunghi 5-15 cm, con all’apice una sola foglia lineare con apice appuntito, eretta, rigida, carnosa, semicilindrica posteriormente, scanalata anteriormente, di colore verde scuro, lunga 10-30 cm e larga 2-3 cm.
Infiorescenza racemosa terminale al punto di inserzione della foglia, lunga fino a 20 cm, portante 1-10 fiori di 7-12 cm di diametro, sepali e petali lineari con apice appuntito di colore generalmente verde giallastro pallido, di 5-9 cm di lunghezza e circa 0,3 cm di larghezza, labello tubolare alla base e avvolgente la colonna, poi cordato con apice appuntito e margine intero, bianco, di 4-6 cm di lunghezza e 2,5-4,5 cm di larghezza.
I fiori di lunga durata, 2-4 settimane, sono impollinati prevalentemente da farfalle notturne appartenenti alla famiglia delle Sphingidae (Latreille, 1802). I frutti sono capsule ellissoidali lunghe 3-4 cm.
Si riproduce per seme, in vitro, micropropagazione e per divisione, alla ripresa vegetativa, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
La più nota del genere, è una orchidea che si contraddistingue per l’intenso gradevole profumo che i fiori emanano di notte, la fioritura distribuita nell’arco dell’anno e la facilità di coltivazione, grazie alla sua adattabilità a diverse condizioni ambientali, indicata quindi anche per principianti.
Per le sue caratteristiche è stata, ed è tuttora, ampiamente utilizzata nell’ottenimento di ibridi sia interspecifici che intergenerici, in particolare con Bletia (Ruiz & Pav., 1794), Cattleya (Lindl., 1824), Encyclia (Hook., 1828), Laelia (Lindl. 1831) e Sophronitis (Lindl. 1828).
Richiede elevata luminosità, anche sole diretto al mattino ed al tramonto, temperature medio alte, 22-32 °C, con valori minimi invernali non inferiori a 16 °C, elevata umidità, 60-80%, e costante movimento dell’aria; in natura può sopportare periodi di siccità, ma sempre con elevata umidità atmosferica e in presenza di precipitazioni occulte (rugiada).
Le innaffiature devono essere abbondati durante la crescita, lasciando asciugare parzialmente prima di ridare acqua, più diradate in inverno durante la stasi vegetativa, se le temperature sono mediamente basse va tenuta pressoché asciutta, ma senza fare raggrinzire pseudobulbi e foglie, aumentando nel contempo l’umidità atmosferica.
Le concimazioni, opportunamente alternate alle innaffiature per evitare accumulo di sali alle radici, vanno effettuate durante la crescita con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella riportata sulla confezione.
Coltivabile in vaso con frammenti di corteccia (bark) di media-grossa pezzatura e carbone con aggiunta di materiali inerti, come polistirolo, per un ottimo arieggiamento delle radici, che marciscono facilmente con umidità stagnante, o montata su tronchi, corteccia o zattere di sughero o di felci arborescenti. I rinvasi, quando necessari, vanno effettuati alla ripresa vegetativa.
Sinonimi: Epidendrum nodosum L. (1753); Cymbidium nodosum (L.) Sw. (1799); Brassavola rhopalorrhachis Rchb.f. (1852); Bletia nodosa (L.) Rchb.f. (1862); Bletia rhopalorrhachis (Rchb.f.) Rchb.f. (1862); Brassavola nodosa var. rhopalorrhachis Schltr. (1919); Brassavola scaposa Schltr. (1919).
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