Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Brasile (Espirito Santo, Minas Gerais, Paranà, Rio de Janeiro, Rio Grande do Sul, Santa Caterina, Sao Paulo e Trindade), dove cresce sui rami degli alberi e sulle rocce fino a circa 800 m di altitudine.
Il genere è dedicato al medico e botanico italiano Antonio Musa Brassavola (1500-1555); il nome specifico latino “flagellaris” = munito di flagello, frusta, fa riferimento alle lunghe foglie sottili.
Nomi comuni: whip-leafed Brassa- vola, whip-leaf orchid (inglese); munida de chicote (portoghese – Brasile).
La Brassavola flagellaris Barb. Rodr. (1882) è una specie epifita o litofita con pseudobulbi cilindrici, di 20-25 cm di lunghezza e 0,5 cm di diametro, che portano all’apice una singola foglia rigida, cilindrica, profondamente solcata e appuntita all’apice, lunga fino a circa 50 cm con un diametro di 0,4 cm.
Infiorescenze racemose arcuate, lunghe fino a circa 15 cm, portanti, su un lungo peduncolo, 2-15 fiori di colore giallo pallido, ad eccezione del labello bianco con macchia giallo-verde alla base; i fiori, in primavera-estate, sono di lunga durata, circa tre settimane, ed emanano di notte un gradevole profumo.
I sepali sono lineari con apice appuntito di 3-4 cm di lunghezza e 0,5 cm di larghezza, i petali sono simili, ma leggermente più stretti, il labello è obovato, lungo 3 cm e largo 2 cm, che alla base circonda la colonna, bianca, lunga 1 cm. Si riproduce per seme, in vitro, e divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi.
Specie di facile coltivazione da clima temperato-caldo, con temperature minime in inverno superiori a 10-12 °C, anche se è in grado di sopportare qualche grado in meno per brevissimo periodo, elevata luminosità e umidità, 60-70%, ed una buona e costante ventilazione.
Durante il periodo di crescita degli pseudobulbi le innaffiature devono essere regolari ed abbondanti, ma opportunamente distanziate in modo da fare asciugare completamente le radici, per questo motivo è preferibile coltivarla su corteccia o zattera di sughero; non ha un preciso periodo di riposo, ma è bene diminuire le innaffiature e l’umidità dopo che gli pseudobulbi hanno completato la loro crescita, ma senza farli raggrinzire.
Utilizzare per le innaffiature e nebulizzazioni acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite in modo da evitare accumulo di sali, vanno fatte durante il periodo vegetativo, preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a metà dose, o meno, di quella consigliata sulla confezione.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).