Famiglia : Viperidae
Testo © Dr. Gianni Olivo
Con la vipera del Gabon, la Vipera nasicorne (Bitis nasicornis Shaw, 1792) è uno dei più bei serpenti, quanto a colorazione e livrea, del continente africano.
Abitante della foresta pluviale, questa vipera è presente nelle foreste che bordano il golfo di Guinea, dalla Liberia, attraverso Ghana e Togo, fino al bacino del Congo. Ad Est si spinge fino alla regione dei grandi laghi, Uganda, Rwanda, Burundi ed al Kenya occidentale. A Sud scende fino alla parte più settentrionale dell’Angola. Vi sono poi delle isolate enclavi in cui è stata segnalata: gli Usambara, in Tanzania, i monti Imatong, in Sudan, e l’isola di Bioko.
Si tratta di una vipera grossa e robusta, dal corpo relativamente tozzo e di buon diametro, ricoperto da squame carenate. La carenatura di dette squame è talmente pronunciata che alcuni erpetologi sono stati feriti ed hanno riportato tagli alle dita semplicemente a causa del confricamento di dette squame. Le squame sono disposte in file che sono da 30 a 43 a metà corpo.
La testa è larga e triangolare, appiattita, con occhi piuttosto piccoli e disposti molto anteriormente, iride di colore verde o oro e pupilla verticale, ed il collo è relativamente sottile. All’apice del muso, due o tre paia di squame rostrali formano un’escrescenza pronunciata che le ha valso il nome. Le dimensioni sono analoghe a quelle della vipera soffiante, in media da 70 a 100 cm, ma sono segnalati esemplari di 120 cm.
La livrea è bellissima e la mimetizza ottimamente nel suo habitat di foresta: lungo il dorso vi è una catena di macchie oblunghe, di colore blu o violetto, ognuna con il centro bordato di giallo. Sono poi presenti altre macchie romboidali. Sui fianchi spicca una serie di disegni triangolari cremisi o rosso-ruggine, bordati di azzurro o di verde. La testa, superiormente, presenta un disegno scuro a punta di freccia, rivolto in avanti, che spicca su un sottofondo chiaro.
Nonostante sia un animale che vive e caccia normalmente sul terreno, si arrampica volentieri su rami e cespugli, fino a 3 o 4 metri dal suolo, per scaldarsi al sole o per sfuggire ad eccessiva umidità del terreno.
I suoi spostamenti sono generalmente lenti e ponderosi e spesso, se non minacciata, procede in linea retta, con contrazioni dei muscoli ventrali, lasciando una traccia rettilinea (locomozione caterpillar-like), se minacciata, però, serpeggia con ondulazioni laterali, cercando di mettersi al riparo.
In acqua nuota con una grazia superiore a quella con cui si muove sulla terraferma e non esita ad attraversare corsi e specchi d’acqua. In effetti, tale serpente ama anche zone paludose e non è raro trovarla immersa in acqua, tanto che un soprannome comune è “river jack” e, tra le prede, vi sono pure anfibi e persino pesci.
A dispetto della sua scarsa velocità di spostamento, però, il morso è fulmineo e può colpire anche di lato, con precisione estrema.
Animale prevalentemente notturno, caccia all’agguato, rimanendo immobile e fidando sul perfetto mimetismo, finché un ignaro roditore od altra preda non passino a tiro del suo fulmineo allungo. Colpita la preda, il rettile generalmente lascia la presa, a meno che si tratti di animale di piccole dimensioni, poi segue la scia odorosa fino a ritrovare la vittima morta a causa del potente veleno. Questa tecnica minimizza il rischio di venire ferita da denti, unghie o artigli dell’animale aggredito.
Le nascite avvengono generalmente a marzo o aprile, quando la femmina “partorisce” da 6 a 40 piccoli, che misurano circa 20 cm di lunghezza.
Rapporti con l’uomo
La vipera nasicorne è generalmente poco aggressiva e restia a mordere, tanto che in alcune zone, come l’area di Nandi (Kenya) è non solo tollerata dai locali nei loro villaggi, ma apprezzata per il numero di topi che divora e per la scarsa aggressività. Quando un intruso si avvicina, generalmente mette sull’avviso con un soffio che è il più sonoro e potente tra i serpenti africani, superiore a quello della vipera soffiante e della vipera del Gabon, e questo rende meno probabile calpestarla e venirne morsi oppure andarci a sbattere dentro quando se ne sta arrotolata su un ramo.
Se, tuttavia, si insite nel disturbarla, la si tocca o la si calpesta, non esita mordere e le zanne, lunghe fino a 3 cm possono iniettare in profondità un veleno citotossico che è leggermente meno potente di quello di Bitis gabonica e di Bitis arietans ma comunque somministrato in quantità notevoli (fino a 200 mg). Il veleno causa necrosi, gangrene e notevole edema, spesso accompagnati da emorragie e fenomeni trombotici. I casi di morso sono rari.
Nomi comuni : Inglese: Rhinoceros viper, Rhinoceros adder, River jack; Francese Vipère rhinocéros.
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