Famiglia : Fabaceae
Testo © Pietro Puccio
L’esatto luogo di origine non è noto, è presente in natura in Africa (Angola, Etiopia, Kenya, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sudafrica, Tanzania e Zimbabwe) e Asia (Bangladesh, India e Sri Lanka) dove vive nelle foreste e boscaglie fino a circa 1000 m di altitudine.
Il genere è dedicato ai fratelli Jean (1541-1613) e Gaspard (1560-1624) Bauhin, botanici svizzeri, per le foglie bilobate; il nome specifico è l’aggettivo latino “tomentosus, a, um” = tomentoso, ricoperto da peluria, con riferimento al tomento presente nella pagina inferiore delle foglie.
Nomi comuni: bell bauhinia, yellow bauhinia, yellow tree bauhinia, St. Thomas tree (inglese); asundro, kanjani, mandarai, petan, phalgu, pita, kovidaara, usamaduga (India); kaha pethan, kat-atti, triviat putrum (Sri Lanka); bosbeesklou (Sudafrica); ogal (Uganda).
La Bauhinia tomentosa L. (1753) è un arbusto molto ramificato o piccolo albero sempreverde, o semideciduo nei climi meno favorevoli, eretto, inerme, alto fino a circa 4 m, con rami sottili semipendenti e corteccia grigiastra. Le foglie, su un picciolo lungo 1,5-3 cm, sono alterne, bilobate, con lobi arrotondati e margine intero, lunghe 2,5-5 cm e larghe 4-6,5 cm, di colore verde chiaro, glabre superiormente e leggermente tomentose inferiormente. Le infiorescenze sono racemi terminali o opposti alle foglie portanti 1-3 fiori semipendenti con calice spataceo, lungo 1,5-2,5 cm, inciso lateralmente fino alla base all’apertura del fiore. Corolla campanulata con 5 petali obovati parzialmente sovrapposti e leggermente diseguali, lunghi 3-5 cm e larghi 2-4 cm, di colore giallo pallido con macchia bruno rossastra alla base del petalo superiore, 10 stami fertili diseguali, lunghi 1-2 cm, e stilo lungo 1,8 cm; i fiori durano un giorno e virano al rosa malva all’imbrunire. Il frutto è un legume lineare con apice appuntito, piatto, lungo 7-12 cm e largo 1-1.5 cm, contenente 6-10 semi ovati e appiattiti, di circa 0,8 cm di lunghezza, 0,6 cm di larghezza e 0,2 cm di spessore.
Si riproduce per seme, preventivamente immerso in acqua per un giorno, in terriccio organico drenante mantenuto umido, ma senza ristagni, alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione di 3-6 settimane e prima fioritura a partire dal terzo anno, e per talea.
Arbusto molto decorativo, ideale per piccoli giardini, adatto alle zone a clima tropicale, subtropicale e marginalmente temperato-caldo, dove temperature appena sotto 0 °C sono eccezioni di breve durata, come esemplare isolato o per siepi; con opportune potature può essere facilmente trasformato in un piccolo albero. Richiede pieno sole, o al più una leggera ombreggiatura, terreni perfettamente drenanti, preferibilmente acidi o neutri, regolari innaffiature, anche se ben radicato può sopportare brevi periodi di secco, e concimazioni, dalla primavera all’autunno, con un prodotto bilanciato con microelementi.
Coltivabile anche in vaso, utilizzando un terriccio ricco di humus con aggiunta di sabbia silicea grossolana o perlite per un 30 %, per la decorazione di spazi aperti o per potere essere riparato nei mesi più freddi nei climi meno favorevoli, in posizione molto luminosa e con valori minimi di temperatura non inferiori a 10 °C; è inoltre un ottimo soggetto per bonsai. Le innaffiature devono essere regolari in estate, più diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, utili le potature a inizio primavera per un portamento più compatto.
Il legno, di colore bruno scuro, è particolarmente duro, ma per le ridotte dimensioni non è commercialmente utilizzabile. Tutte le parti della pianta, tossiche se ingerite, sono utilizzate da tempi remoti nella medicina tradizionale, in particolare indiana, per diverse patologie. Studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza nella pianta di numerosi composti bioattivi con attività antiossidante, antiinfiammatoria, antimicrobica e antiiperglicemica di possibile interesse per la farmacopea ufficiale.
Il fiore infine è utilizzato nei rituali quotidiani Hindu e la pianta non manca in vicinanza dei templi e nei giardini familiari dei seguaci dell’induismo.
Sinonimi: Alvesia bauhinioides Welw. (1859); Bauhinia tomentosa var. glabrata Hook. f. (1866); Bauhinia wituensis (1899); Alvesia tomentosa (L.) Britton & Rose (1930); Pauletia tomentosa (L.) A. Schmitz (1973).
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