Famiglia : Lecythidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Afghanistan, Assam, Australia (Nuovo Galles del Sud e Queensland), Bangladesh, Borneo, Cambogia, Filippine, India, Laos, Malaysia Peninsulare, Myanmar, Pakistan, Piccole Isole della Sonda, Singapore, Sri Lanka, Sulawesi, Sumatra, Thailandia e Vietnam dove cresce nelle foreste sia decidue che sempreverdi, prevalentemente lungo le rive di corsi d’acqua e lagune e in aree paludose, dove spesso è la specie dominante, dal livello del mare fino a circa 400 m di altitudine.
Il genere è dedicato all’avvocato e naturalista inglese Daines Barrington (1727-1800); il nome specifico è la combinazione dell’aggettivo latino “acutus, a, um” = acuto, acuminato, e del sostantivo “angulus” = angolo, punta, con riferimento ai frutti a sezione generalmente tetragona con angoli prominenti.
Nomi comuni: cut nut, freshwater mangrove, indian-oak, itchytree, mango-pine, mangobark, stream barringtonia (inglese); hendol, hinyol, pani amra (assamese); hijal (bengalese); kyeni, kyi (birmano); apaling, kalambuaia, latuba, putad, sako, tuba (filippino); hijagal, hijjal, samundarphal (hindi); mavinkubia, niruganigily, dhatripala (kannada); ka don nam, ka don noy (laotiano); arru peḻ, attampu, attupelu, nir perzha (malayalam); jurai-jurai, putat nasi (malese); tiwar, newar, sathaphala, samudraphala (marathi); abdhiphala, ambudhiphala, ambuja, vidula (sanscrito); aram, kadambu, kadappai, samudra pazham (tamil); kurpal (telegu); chik, chik na, chik nam, kradon thung, tong (thailandese); samandarphal (urdu); lộc vừng, chiếc đỏ, lộc vừng hoa trắng, chiếc hoa trắng, mưng (vietnamita).
La Barringtonia acutangula (L.) Gaertn. (1791) è un arbusto o albero molto ramificato sempreverde o brevemente deciduo, alto 10-15 m, con tronco di 20-50 cm di diametro e corteccia bruna, rugosa, fessurata verticalmente, ricca di tannini. Le foglie, su un picciolo lungo circa 1 cm, sono semplici, alterne, da oblunghe a obovato-ellittiche con apice appuntito e margini a volte finemente serrati, di 6-18 cm di lunghezza e 3-7 cm di larghezza, coriacee, lucide superiormente, di colore verde intenso.
Infiorescenze in racemi terminali pendenti, lunghi fino a 50 cm, con numerosi fiori ermafroditi di 2-3 cm di diametro con 4 sepali semicircolari di colore verde, di 2-4 mm di lunghezza e 2-3 mm di larghezza, e 4 petali (raramente 5) ellittici, lunghi 0,6-1,2 cm e larghi 0,4-0,7 cm, di colore da bianco, a rosa a rosso, e numerosi stami lunghi 1-2 cm da rosa a rosso intenso.
Frutti ovoidi indeiscenti, di 2-6 cm di lunghezza e 1-3 cm di diametro, a sezione da tetragonale con spigoli prominenti (più frequentemente) a ottagonale, contenenti un seme ovoide nerastro, di 1-4 cm di lunghezza e 0,5-1,5 di diametro, velenoso.
Si riproduce per seme, che ha una breve durata di germinabilità, preventivamente tenuto in acqua tiepida per due giorni, in terriccio organico, con aggiunta di sabbia o perlite per un 30% per migliorare il drenaggio, mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C, con tempi di germinazione di 1-3 mesi, e per talea semilegnosa. Specie ampiamente diffusa nelle zone di origine, coltivabile esclusivamente nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido dove viene a volte utilizzata nei giardini come ornamentale, per il fogliame e le lunghe infiorescenze pendule, come albero da ombra o per barriere frangivento.
Richiede una posizione in pieno sole o leggermente ombreggiata e cresce in un’ampia varietà di suoli, anche argillosi pesanti e poco drenanti, mantenuti costantemente umidi, non sopporta lunghi periodi di siccità e temperature prossime a 0 °C.
Tutte le parti della pianta sono ampiamente utilizzate da tempi remoti nella medicina tradizionale, in particolare quella indiana, dove la specie ha un posto di rilievo, per numerose patologie, e i suoi componenti sono allo studio per l’eventuale uso nella farmacopea ufficiale. Il legno, leggero e facilmente lavorabile, è utilizzato per mobili, imbarcazioni, utensili e vari oggetti artigianali, oltre che come combustibile.
Presso alcune popolazioni dedite alla pesca i rami, privi di foglie e opportunamente trattati per ridurne gli effetti velenosi, sono utilizzati per creare un ambiente adatto ai pesci, proteggerli dai predatori e fornire nutrimento tramite le alghe che crescono sulla loro superficie. In alcune località corteccia, radici e semi schiacciati sono utilizzati per stordire i pesci e renderne facile la cattura.
Sinonimi: Eugenia acutangula L. (1753); Meteorus coccineus Lour. (1790); Butonica acutangula (L.) Lam. (1794); Stravadium rubrum Pers. (1806); Caryophyllus acutangulus (L.) Stokes (1812); Stravadium acutangulum (L.) Sweet (1826); Stravadium coccineum (Lour.) DC. (1828); Barringtonia alba Kostel. (1835); Barringtonia coccinea (Lour.) Kostel. (1835); Botryoropis luzonensis C.Presl (1851); Stravadium costatum Blume (1851); Stravadium rheedei Blume (1851); Barringtonia costata (Blume) Miq. (1855); Butonica rubra Miers (1875); Stravadium demissum Miers (1875); Stravadium denticulatum Miers (1875); Stravadium gracile Miers (1875); Stravadium luzonense (C.Presl) Miers (1875); Stravadium pubescens Miers (1875); Barringtonia luzonensis (C.Presl) Vidal (1885); Barringtonia nitida Miq. (1855); Barringtonia rubra Baill. ex Laness. (1886); Michelia acutangula (L.) Kuntze (1891); Michelia costata (Blume) Kuntze (1891); Michelia luzonensis (C.Presl) Kuntze (1891); Michelia nitida (Miq.) Kuntze (1891); Huttum acutangulum (L.) Britten (1901); Barringtonia tetraptera Lauterb. (1910); Symplocos multiflora Eberh. & Dubard (1913); Barringtonia schmidtii Warb. ex Craib (1915); Barringtonia micrantha Gagnep. (1918); Careya coccinea (Lour.) A.Chev. (1919); Barringtonia eberhardtii Gagnep. (1920); Barringtonia edaphocarpa Gagnep. (1920); Barringtonia pedicellata Ridl. (1920); Barringtonia multiflora (Eberh. & Dubard) Guillaumin (1924); Barringtonia bicolor Craib (1929); Barringtonia kermodei C.E.C.Fischer (1929); Barringtonia balansae R.Knuth (1939); Barringtonia demissa (Miers) R.Knuth (1939); Barringtonia denticulata (Miers) R.Knuth (1939); Barringtonia gracilis (Miers) R.Knuth (1939); Barringtonia kedahensis R.Knuth (1939); Barringtonia martensii R.Knuth (1939); Barringtonia merguiensis R.Knuth (1939); Barringtonia pubescens (Miers) R.Knuth (1939).
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