Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Bolivia, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela dove cresce sugli alberi delle foreste umide andine o su rocce ricoperte di muschio, tra 1500 e 3200 m di altitudine.
Il genere è dedicato all’esploratore e naturalista brasiliano João Barbosa-Rodrigues (1842-1909); il nome specifico è l’aggettivo latino “cucullatus, a, um” = incappucciato, cucullato, con riferimento alla forma della colonna che ricorda il “cucullus”, tipico copricapo gallico.
La Barbosella cucullata (Lindl.) Schltr. (1918) è una specie epifita o litofita, piuttosto variabile, con corto rizoma strisciante che forma densi cespi con corti fusti provvisti all’apice di una singola foglia da oblungo-lineare a oblanceolata, lunga 4-10 cm e larga 0,4-0,8 cm, coriacea, di colore verde chiaro e lucida superiormente. Infiorescenza, su un sottile peduncolo eretto, lungo 8-18 cm, portante un singolo fiore diafano di colore variabile, da giallo a bruno chiaro a porpora, con sepalo dorsale lineare con apice lungamente appuntito, di 2-5 cm di lunghezza e 0,2 cm di larghezza, sepali laterali lanceolato-lineari lungamente appuntiti e uniti a formare un unico sepalo bifido all’apice, pressoché della stessa lunghezza del dorsale e largo alla base 0,4-0,6 cm, petali filiformi, lunghi 1-2 cm e larghi alla base 0,1-0,2 cm, labello oblungo carnoso, lungo 0,3 cm e largo 0,2 cm, e colonna cucullata, lunga 0,3 cm e larga 0,1 cm. Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 pseudobulbi. Specie di piccole dimensioni dalla generosa fioritura, richiede una posizione ombreggiata, temperature piuttosto fresche, 10-25 °C, umidità medio-alta, 65-75%, e costante ventilazione.
Le innaffiature devono essere frequenti e abbondanti in estate, più diradate in inverno lasciando parzialmente asciugare il substrato prima di ridare acqua, ma senza mai farlo seccare completamente, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa. Concimazioni ogni due settimane utilizzando preferibilmente un prodotto idrosolubile bilanciato, con microelementi, a 1/8 della dose riportata sulla confezione, essendo le radici sensibili all’accumulo di sali. Può essere montata su tronchi, corteccia o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti, su uno strato di sfagno per mantenere l’umidità, oppure in vasi o canestri con composto costituito da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura e sfagno. Trapianti e rinvasi vanno effettuati solo quando strettamente necessari alla ripresa vegetativa.
Per le ridotte dimensioni si adatta ad essere coltivata in terrari ed orchidari per ambienti interni.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Restrepia cucullata Lindl. (1845); Restrepia rhynchantha Rchb.f. & Warsz. (1854); Restrepia varicosa Lindl. (1859); Restrepia antennifera var. angustifolia Kraenzl. (1899); Masdevallia longiflora Kraenzl. (1906); Barbosella rhynchantha (Rchb.f. & Warsz.) Schltr. (1918); Barbosella longipes Schltr. (1920); Barbosella longiflora (Kraenzl.) Schltr. (1921); Pleurothallis rhynchantha (Rchb.f. & Warsz.) L.O.Williams (1939); Pleurothallis angustisegmenta C.Schweinf. (1942).