Famiglia : Poaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Assam, Bangladesh, Cina (Yunnan), Himalaya, India, Laos, Myanmar, Nepal, Thailandia e Vietnam dove vive nelle foreste umide semidecidue, spesso lungo i corsi d’acqua, fino a circa 1500 m di altitudine.
Il nome del genere deriva dal nome locale malese “bambu”; il nome specifico è quello locale, tulda bans, in lingua bengalese.
Nomi comuni: Bengal bamboo, common bamboo of Bengal, spineless indian bamboo (inglese); basini bans, tulda bans (bengalese); deo-bans, thaik-wa (birmano); fu zhu (cinese); peka bans (hindi); bong (laotiano); kada bans, singhane bans (nepalese); koraincho bans (Sikkim); mai-bong, phai-bong, wae cho wa (thailandese).
La Bambusa tulda Roxb. (1832) è una specie perenne rizomatosa, inerme, sempreverde o decidua in periodi di siccità, che forma densi cespi con fusti (culmi) eretti, con apice leggermente ricurvo, di 6-22 m di altezza, 5-10 cm di diametro e internodi di 35-60 cm, di colore verde inizialmente coperti da una pruina bianca; spesso gli internodi inferiori hanno 2-3 strisce giallo pallido.
Un anello di peluria biancastra è presente sopra i nodi, quelli basali sono inoltre dotati di corte radici aeree.
I culmi, cavi tra i nodi e con pareti spesse, sono inizialmente protetti da brattee trapezoidali decidue, lunghe 15-25 cm e larghe 16-28 cm, coriacee, ricoperte da irte setole marrone.
Ramificazioni a partire dal quarto nodo, numerose, le tre centrali più lunghe delle altre, ciascuna con 6-10 foglie alterne, distiche, lineari lanceolate con apice lungamente appuntito, lunghe 10-25 cm e larghe 2-4 cm, di colore verde intenso superiormente, grigiastre e villose inferiormente.
La fioritura, di norma gregaria (fioritura contemporanea, in qualsiasi parte del mondo, di tutti i cespi che hanno avuto la stessa origine, anche diverse generazioni prima), avviene su piante di molti anni di età, tra 25 e 60 anni, con una grande infiorescenza a pannocchia priva di foglie con 3-5 spighette ai nodi, lunghe 2,5-8 cm, portanti 4-6 fiori fertili; dopo la fruttificazione la pianta muore.
I frutti sono cariossidi oblunghe, di circa 8 mm di lunghezza, con apice irsuto.
Si riproduce per seme, quando disponibile, che ha una bassa durata di germinabilità, 1-2 mesi se non opportunamente conservato, in terriccio organico drenante mantenuto costantemente umido alla temperatura di 22-24 °C, con tempi di germinazione di 1-3 settimane.
Solitamente si ricorre alla divisione, estraendo una porzione di rizoma con almeno 3 culmi, tagliati sopra il primo nodo, e alla talea in estate, utilizzando una porzione di culmo di un anno di età con 2-3 nodi.
Le nuove piante così ottenute vanno inizialmente poste in ambiente leggermente ombreggiato e con elevata umidità atmosferica fino a quando non sono ben radicate.
Specie di veloce crescita, raggiungendo, nelle migliori condizioni, un’altezza prossima a quella massima in circa un mese, non invasiva, di grande utilità per le popolazioni locali e con notevoli caratteristiche ornamentali, sia come cespo isolato che per siepi di confine e barriere antivento e antirumore, coltivabile nelle zone a clima tropicale, subtropicale e temperato caldo, dove può resistere a temperature fino a circa -5 °C per breve periodo.
Richiede pieno sole, per crescere al meglio, o leggera ombreggiatura, e suoli fertili, drenanti, acidi o neutri, mantenuti costantemente umidi, anche se può sopportare, ben radicata, periodi di secco con eventuale perdita delle foglie.
I culmi, di elevata resistenza meccanica e durata, sono ampiamente usati, previa stagionatura in acqua per alcune settimane e successiva essiccazione al sole, nelle costruzioni civili, per impalcature, ponti, recinzioni, infissi, mobili, utensili, attrezzi per la pesca e oggetti artigianali; sono inoltre impiegati nell’industria della carta, in particolare in India, e come combustibile.
I giovani germogli, dal sapore leggermente amaro, sono utilizzati in diverse pietanze tipiche locali e le foglie come foraggio per gli animali. Riveste infine anche una notevole importanza nelle cerimonie religiose e nella medicina tradizionale.
Sinonimi: Dendrocalamus tulda Voigt (1845); Bambusa macala Buch.-Han. ex Munro (1868); Bambusa trigyna Roxb. ex Munro (1868).
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