Testo © Prof. Pietro Pavone
La famiglia Balsaminaceae A.Rich. (1822) prende il nome da Balsamina, nome comune di Impatiens balsamina L. che a sua volta deriva dal greco “βάλσαμον” (bálsamon), balsamo, perché produce sostanze con forte odore aromatico.
È una famiglia di piante Dicotiledoni recentemente inserita nell’ordine Ericales dal sistema per la classificazione botanica “Angiosperm Phylogeny Group” del 2016 (APG IV).
La famiglia include solo due generi: Hydrocera con la sola specie Hydrocera triflora (L.) Wight & Arn. e Impatiens con oltre 1000 specie.
Si tratta di erbe annuali o perenni, talora con tuberi o rizomi, occasionalmente arbusti o epifite, con fusti eretti o procombenti, generalmente succulenti, raramente legnosi alla base, spesso radicanti ai nodi inferiori. Le specie suffruticose possono raggiungere i 4 m di altezza, mentre quelle erbacee hanno un’altezza che varia da 20 a 80 cm a seconda della specie.
Le foglie sono semplici, alterne, opposte o verticillate, picciolate o sessili, prive di stipole o talora con ghiandole stipolari alla base del picciolo, con nervature pennate, margini crenati, dentati o seghettati.
I fiori sono solitari o aggregati in infiorescenze racemose ascellari, zigomorfi, solitamente resupinati di 180°, cioè ruotati rispetto alla loro posizione primitiva come avviene in quasi tutti i fiori della famiglia Orchidaceae.
Il calice è formato da 3 o 5 sepali petaloidi liberi, quello inferiore (per resupinazione) più grande, da navicolare a forma di imbuto, saccato, solitamente assottigliato in uno sperone nettarifero. La corolla è formata da cinque petali, uno dei quali, quello dorsale superiore, è solitamente a cappuccio, mentre gli altri sono uniti in due coppie laterali, ciascuna con due lobi disuguali (es. Impatiens platypetala Lindl.). In Hydrocera, invece, i sepali e i petali sono liberi.
Gli stami sono 5, alterni a petali, le cui antere sono fuse insieme (connate) ad anello per formare una sorta di cuffia che avvolge l’ovario e lo stimma, e si staccano, in un unico pezzo, prima che lo stimma maturi garantendo la fecondazione incrociata.
In alcune specie (Impatiens inaperta H. Perrier) si ha autogamia per il mancato schiudersi del perianzio (cleistogamia) che impedisce il passaggio del polline. Il gineceo è sincarpico, con un ovaio supero, con 5 (4) carpelli fusi. La placentazione è assile, gli ovuli sono anatropi, uno per carpello in Hydrocera o molti in Impatiens.
Nelle Balsaminaceae sono stati osservati diversi impollinatori in base alla forma e al colore del fiore. Generalmente si osserva che i fiori con il petalo dorsale eretto o a cappuccio e il petalo inferiore poco profondo, sperone filiforme, e fiori colore rosa, malva o viola sono visitati dalle farfalle; i fiori con petalo dorsale a cappuccio e inferiore poco profondo, sperone filiforme, fiore bianco sono visitati dalle falene.
I fiori con petalo dorsale a cappuccio, sepalo inferiore profondamente navicolare, sperone incurvato e fiori di colore bianco, giallo o rosa sono impollinati dalle api; i fiori con petalo dorsale a cappuccio, sepalo inferiore ampiamente saccato, sperone incurvato e fiori di colore rosa o malva sono impollinati da api solitarie; i fiori con petalo dorsale a cappuccio e inferiore esterno, sperone filiforme o incurvato e fiori di colore rosso sono impollinati da uccelli.
Il passaggio dal fiore regolare a quello zigomorfo e la resupinazione sembrano essere strettamente associati all’impollinatore e ciò al fine di ottenere un’impollinazione incrociata efficiente. Le Balsaminaceae possono essere considerate le Orchidaceae delle Dicotiledoni.
Recenti studi hanno dimostrato, tuttavia, che anche fiori morfologicamente specializzati possano attirare differenti visitatori. Infatti, in Impatiens burtonii Hook.f. sono stati osservati tre diversi impollinatori.
La mosca volante (Melanostoma sp.), che ha una proboscide corta e si nutre di polline e nettare in prossimità dell’ingresso dello sperone; il sirfide (Rhingia mecyana) che ha una proboscide lunga e l’ape mellifera (Apis mellifera).
Dalle osservazioni è stato possibile dedurre che sebbene Rhingia mecyana sia stato l’unico visitatore in grado di raggiungere in profondità lo sperone e le sue visite fossero anche più frequenti, non ha depositato una quantità di granuli pollinici maggiore di quella degli altri due visitatori.
Nelle Balsaminaceae sono presenti, talora, nettari extrafiorali, sotto forma di ghiandole stipitate, che hanno la funzione di attrarre le formiche per la protezione dei fiori dai possibili danni causati da animali non impollinatori. Il frutto è una drupa bacciforme (pseudobacca) con 5 noccioli schizocarpici in Hydrocera o una capsula, alquanto carnosa, elasticamente deiscente, esplosiva, per mezzo di 5 valve che, se sfiorate, si separano rapidamente lanciando i semi in Impatiens. I semi sono globosi, tubercolati, bruno-nerastri.
Morfologicamente i due generi della famiglia differiscono dunque per i seguenti caratteri: Hydrocera ha i petali liberi e il frutto è una pseudobacca carnosa e indeiscente; Impatiens ha i petali laterali uniti a coppie e il frutto è una capsula carnosa deiscente esplosiva. Hydrocera è limitata all’India e all’Asia sud-orientale, mentre Impatiens è presente in Asia, Africa, Madagascar, India, Europa e America settentrionale ed è assente in Australia e Sud America.
Il genere Impatiens si riscontra nelle foreste montane tropicali e subtropicali, spesso nei luoghi umidi, lungo le sponde dei fiumi e dei torrenti o nelle zone in prossimità delle cascate. La maggior parte delle specie sono terricole, solo alcune sono epifite. Molte specie di Impatiens sono confinate in aree piuttosto ristrette come Impatiens kilimanjari Oliv. che si rinviene nella foresta pluviale montana del Parco nazionale del Kilimanjaro (Tanzania); Impatiens denisonii Bedd. che cresce sulle rocce umide e sui tronchi d’albero ad altitudini di 1000-1600 m, nei Ghati occidentali nel sud dell’India; Impatiens bicaudata H. Perrier, che è propria del Madagascar, ha fiori rossi con petalo superiore a cupola, gola gialla e due speroni ricchi di nettare.
Il genere Hydrocera è presente nella pianura asiatica e indiana in ambienti semi-acquatici come le paludi, le zone umide e le risaie.
Studi recenti indicano che all’interno del genere Impatiens la diversificazione iniziò probabilmente nel Paleocene (circa 59, 3 milioni di anni fa), con un aumento del tasso di speciazione negli ultimi 5 milioni di anni (Pliocene inferiore) e fu il cambiamento climatico a causare la frammentazione e la migrazione della popolazione ancestrale, con relativo isolamento in alcune aree. Inoltre, è molto probabile che la famiglia sia stata primitivamente erbacea e l’aumento delle dimensioni del fusto sia avvenuto grazie all’espansione delle cellule midollari.
Anche il numero cromosomico dei due generi è importante perché fornisce informazioni sull’evoluzione cromosomica e la citogeografia delle Balsaminaceae. Il numero cromosomico di Hydrocera triflora è 2n = 16 (n = 8), mentre Impatiens ha numeri variabili da 2n = 6 (n = 3) a 2n = 66 (n = 33).
La distribuzione geografica dei numeri base più frequenti è: x = 7 e 8 in Africa; x = 7, 8, 10 nell’India meridionale e Sri Lanka; x = 7, 9, 10 nell’Himalaya; x = 7, 8, 9, 10 nel Sud-Est asiatico e x = 10 nell’Asia settentrionale, Europa e Nord America.
È probabile, quindi, che x = 8 e x = 9 siano i numeri base ancestrali confermando l’origine asiatica della famiglia.
L’importanza economica delle Balsaminaceae si basa su diversi usi. Si possono ottenere coloranti, cosmetici, medicinali, piante commestibili e cultivar ornamentali. Molte specie di Impatiens sono state utilizzate per la colorazione dei capelli e la lucidatura delle unghie sin dai tempi antichi.
In Etiopia le radici di Impatiens rothii Hook. f., masticate od omogeneizzate in acqua, si utilizzano contro le infestazioni da parassiti interni.
In Pakistan si preparano decotti di foglie di Impatiens glandulifera Royle per curare disfunzioni del sistema urinario, nelle malattie cardiache, contro la calvizie e l’aborto, mentre Impatiens edgeworthii Hook. f. trova impiego nelle infezioni delle vie urinarie, contro la febbre e nelle ustioni.
In Canada si utilizza un impasto delle parti aeree di Impatiens capensis Meerb., dopo bollitura, per trattare la dermatite allergica causata dal contatto accidentale con la pianta velenosa Toxicodendron radicans (L.) Kuntze, detta “edera velenosa”. Si impiega anche nell’infezione della pelle dei piedi nota come “Piede dell’atleta”, infezione causata da diversi funghi appartenenti ai generi: Trichophyton, Epidermophyton e Microsporum. Infatti, è stato scientificamente confermato che questa specie agisce come ottimo fungicida naturale.
In Congo si utilizza Impatiens masisiensis De Wild. nei gonfiori da scabbia e nelle ulcere della pelle.
In India le radici e le foglie di Impatiens glandulifera, frantumate, si applicano sulla fronte, nelle mani e nei piedi per il loro effetto rinfrescante. Il decotto delle foglie si utilizza in caso di stress e tensione mentale e i fiori contro il morso di serpenti.
I germogli e le foglie di Impatiens repens Moon ex Wight si utilizzano nello Sri Lanka per trattare l’epilessia.
Impatiens balsamina L. è largamente utilizzata nei paesi asiatici per trattare le infiammazioni, le emorroidi, per aumentare la diuresi, depurare l’organismo, per le pelli infiammate e congestionate, per detergere le ferite e favorire la loro cicatrizzazione.
In Vietnam si usa lavare i capelli con un estratto di questa pianta per stimolare la crescita dei capelli. Inoltre, in Corea, la parte aerea, se assunta a dosi elevate, s’impiega come purgante.
Recenti studi di laboratorio hanno evidenziato che questa pianta ha anche effetti antitumorali e isto-protettivi su pancreas, stomaco, duodeno e milza di cavie sottoposte a tumori intenzionalmente provocati.
Diverse sono le specie di Impatiens che si utilizzano come piante ornamentali. Sono piante che in genere preferiscono posizioni semi-ombreggiate e temperature non inferiori a 5-10 °C. Una specie arbustiva adatta ai giardini è Impatiens sodenii Engl. & Warb. caratterizzata da fiori vistosi color rosa pallido. Nella metà del XIX secolo è stata introdotta in Europa nei giardini botanici inglesi. Adesso è largamente impiegata sia nei giardini, come esemplare singolo o in gruppi, sia nei terrazzi o nei patii in grandi vasi.
Impatiens balsamina, detta “balsamina”, “begli uomini” o “pianta di vetro”, è originaria dell’India e della Birmania (Myanmar). Introdotta in Europa nel XVI secolo, è stata particolarmente apprezzata dai giardinieri nei decenni vittoriani del XIX secolo.
Le prime piante avevano colori e forme poco attraenti ma grazie a valenti ibridatori furono create diverse varietà e cultivar a fiori rosa, bianco, rosso, viola e rosa intenso. Alcune varietà erano anche a fiore doppio tali da somigliare a quelli delle camelie: Impatiens balsamina ‘Camellia Flowered Mix’.
In coltivazione Impatiens balsamina cresce meglio nei terreni ricchi e sciolti con acqua sufficientemente disponibile, fiorisce nei mesi estivi mentre nelle aree tropicali quasi tutto l’anno. Questa pianta è stata insignita del “Garden Merit” della Royal Horticultural Society.
Un’altra specie annuale cespugliosa che raggiunge l’altezza di 60 cm è Impatiens walleriana Hook.f., nativa dell’Africa orientale. Ha una splendida fioritura dai colori più vari e le foglie color verde intenso. È adatta anche per la creazione di aiuole. Ne esistono molte varietà e ibridi che si differenziano per forma, colore e dimensioni.
Impatiens repens è una specie perenne, sempreverde, a portamento basso e strisciante. Si rinviene nelle foreste pluviali tropicali dello Sri Lanka, ma in natura è rara a causa della distruzione degli habitat. Ha crescita piuttosto lenta, raggiunge un’altezza di 50 cm e ha foglie piccole, reniformi, color verde scuro e fusti rossastri. I fiori sono grandi e di colore giallo-oro. Si coltiva nei giardini come pianta tappezzante ma, se le temperature sono inferiori ai 10°C, deve essere protetta. Anche Impatiens repens ha vinto il premio “Garden Merit” della Royal Horticultural Society.
Impatiens niamniamensis Gilg, originaria dell’Africa tropicale delle boscaglie umide e ombreggiate, da 350 a 2.400 metri sul livello del mare, ha fiori molto eleganti, somiglianti a un becco di pappagallo. In Congo la pianta è chiamata “cacatua” o “pianta pappagallo”. È una specie perenne, sempreverde, alta fino a un metro (nei luoghi d’origine anche due metri) con fusto eretto, succulento e di colore marrone.
Le foglie sono semplici, di forma ellittica con margine crenato, disposte a spirale, lunghe fino a 10 cm, di colore verde scuro. I fiori, grandi fino a 3,5 cm e con un lungo sperone nettarifero arricciato, sono ascellari alle foglie, raggruppati in infiorescenze di 2-6 fiori e, nel clone più diffuso in coltivazione, solitamente di colore rosso scarlatto e giallo. I frutti sono capsule esplosive di circa 1,4-1,6 cm. Questa pianta è ampiamente coltivata ma, nelle zone temperate, richiede protezione da temperature inferiori a 10 °C. Si moltiplica per talea o per seme. Per talea si può far radicare anche in coltura idroponica. È stata insignita del premio “Garden Merit” della Royal Horticultural Society. In coltura esiste anche la varietà con foglie variegate Impatiens niamniamensis ‘Golden Cockatoo’.
Impatiens tinctoria è una specie delle foreste pluviali africane che può raggiungere i 3 m di altezza. I fiori sono fra i più grandi del genere aventi un diametro di circa 7-8 centimetri. Rassomigliano a quelli delle orchidee ed emanano un profumo simile a quello delle Gardenie”.
Impatiens flaccida Arn. è una specie proveniente dall’isola di Ceylon ed è particolarmente adatta alla coltivazione come pianta d’appartamento. Ha fusto eretto e fiori viola, anche se esiste una varietà con i fiori bianchi (Impatiens flaccida ‘Alba’). Può raggiungere i 40 cm di altezza.
Impatiens balfourii Hook.f. è una specie proveniente dalla regione dell’Himalaya; è perenne, ma in coltivazione è una pianta annuale perché è molto delicata specie nei luoghi a clima temperato. Ha un fusto erbaceo, carnoso e di colore rossastro, alto fino a un metro. Le foglie, sorrette da un picciolo alato di 1-2 cm, sono ovali-lancelolate con i margini dentati. I fiori, disposti in infiorescenze in numero di 3-8, sono color rosa porpora nella parte inferiore e bianco in quella superiore; lo sperone, lungo 12-18 mm, è diritto o leggermente ricurvo. Il frutto è costituito da una capsula che esplode al minimo urto lanciando a distanza i numerosi semi. Questa specie è pericolosa perché può sfuggire alla coltivazione. Colonizza facilmente le radure forestali, i bordi dei sentieri e le zone ruderali con popolamenti densi, monospecifici, che impediscono lo sviluppo delle specie autoctone.
La coltivazione delle specie di Impatiens e delle varietà e dei loro ibridi è abbastanza semplice. Sono, infatti, piante rustiche che si adattano ai climi temperati e richiedono poche cure.
Possono vivere in casa anche in condizioni di poca luce. Tuttavia, le temperature basse e l’umidità favoriscono l’insorgere di malattie fungine in particolare l’oidio o il mal bianco e la ruggine vescicolosa (Cronartium flaccidum (Alb. & Schwein.) G.Winter, 1880).
Possono essere attaccate anche dagli afidi, noti anche come pidocchi delle piante, se si trovano sotto stress a causa di condizioni non idonee alla loro crescita.
Generi: Hydrocera, Impatiens.
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle BALSAMINACEAE cliccare qui.