Famiglia : Aristolochiaceae
Testo © Pietro Puccio
L’ Aristolochia gigantea Mart. & Zucc. (1824) è originaria delle foreste pluviali del Brasile, Colombia e Panama.
Il nome generico deriva dalla combinazione dei termini greci “aristos” = il migliore, ottimo e “locheia” = parto, con riferimento alla credenza che la pianta favorisse il parto; il nome specifico è il termine latino “gigantea” = gigantesca, con ovvio riferimento.
Nomi comuni: “brazilian dutchman’s pipe”, “giant pelican flower” (inglese); “grand aristolochia du Brésil” (francese); “papo-de-peru”, “papo-de-peru-grande”, “papo-de-peru-babada”, “mil-homens”, “jarra-açu”, “aristolóquia”, “jarrinha”, “cipó-mil-homens” (portoghese); “aristoloquia gigante”, “oreja de elefante”, “pipa del holandés” (spagnolo); “pelikanblume”, “pfeifenwinde” (tedesco).
Specie rampicante sempreverde con fusti lignificanti alla base lunghi fino a 10 m, presenta foglie alterne obovato-cordiformi dall’apice appuntito di colore verde chiaro, glabre superiormente, con una rada peluria grigiastra inferiormente, lunghe fino a circa 16 cm e larghe 10 cm, su piccioli lunghi 4-6 cm.
I fiori, su peduncoli pendenti, sono ascellari, solitari, privi di petali, con calice costituito da un tubo rigonfio e ricurvo lungo circa 12 cm, di colore bianco-verdastro, che si allarga a forma di tromba con lembo verticale ellittico, profondamente lobato alla base, lungo fino a circa 20 cm e largo 12 cm, con colore di fondo bianco, tendente successivamente al giallo, fittamente maculato di porpora scuro.
La fauce, di colore giallo-arancio, è contornata superiormente da una macchia nera ed è tappezzata di peli bianchi che favoriscono l’ingresso dell’insetto impollinatore, ma ne impediscono la fuoriuscita fino a fecondazione avvenuta; i fiori sono pressoché inodori, rispetto a molte specie del genere che emanano un odore di carne putrida. Nelle vecchie piante i fiori possono essere prodotti anche direttamente dal fusto (caulifloria).
I frutti sono capsule oblunghe grigiastre lunghe circa 8 cm e larghe 3 cm deiscenti (frutti che si aprono spontaneamente a maturità lungo le linee di minore resistenza liberando i semi) contenenti numerosi semi piatti, sottili e cartacei di circa 7 mm di lunghezza e 5 mm di larghezza. Si riproduce solitamente e facilmente per seme, ma anche per talea.
Rampicante vigoroso, molto ornamentale per i grandi fiori dalla forma inusuale, coltivabile in pieno sole o in parziale ombra nei climi tropicali, subtropicali e marginalmente temperato-caldi, danneggiandosi la parte aerea già intorno a -1/-2 °C, ma resistendo a qualche grado in meno a livello radicale; non è particolarmente esigente riguardo al suolo anche se preferisce terreni ricchi di sostanza organica, drenanti, mantenuti umidi durante il periodo vegetativo.
In vaso è coltivabile in serre, giardini d’inverno e verande luminose, con temperature che è bene non scendano sotto 12/14 °C, ottimali 20/22 °C. La pianta, come le altre specie congeneri, contiene alcune sostanze tossiche tra cui l’acido aristolochico, nefrotossico e cancerogeno.
Sinonimi: Howardia gigantea (Mart. & Zucc.) Klotzsch (1859); Aristolochia clypeata Linden & André (1870); Aristolochia sylvicola Standl. (1925).
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