Famiglia : Nymphalidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
La splendida Pafia o Fritillaria argentata (Argynnis paphia Linnaeus, 1758), appartiene all’ordine dei Lepidoptera e alla famiglia dei Nymphalidae.
In questa famiglia vengono abitualmente incluse più di 6.000 specie di farfalle sparse in tutto il mondo, per cui è ritenuta la più consistente fra quelle che raggruppano i lepidotteri diurni.
Il volo rapido ed elegante, il colore dorato delle ali, i riflessi argentei nella pagina inferiore, l’ubiquità di questa specie, hanno da sempre collegato questa farfalla alla bellezza di Afrodite (Venere).
L’etimologia del nome scientifico della Argynnis paphia ha mantenuto nel suo binomio questa caratteristica. Argynnis era una bellissima donna amata da Agamennone che per ricordarla alla morte eresse un tempio in suo onore, un luogo che divenne poi meta di pellegrini che si recavano per venerare Afrodite (Venere). Fu così che il nome di Argynnis venne collegato alla dea della bellezza. “Paphia” è la versione femminile di “Paphos”, un’antica città situata sulla costa occidentale dell’isola di Cipro dove si diceva che Venere avesse preso vita uscendo dalle onde del mare. Questo luogo era uno dei centri più importanti per la venerazione della Dea della Bellezza.
Infine Fabricius, 1807, autore spesso molto fantasioso nella rilettura dei nomi scientifici dati dal suo maestro Linneo, sembra abbia voluto far derivare il termine “argynnis” dall’etimo greco “arguros = argento”, con riferimento ai riflessi perlacei che questa farfalla ha sul rovescio dell’ala posteriore. I nomi volgari europei sono alquanto diversi ma tutti danno una indicazione di eleganza a questa bella e colorata farfalla: in Inglese Silver-washed Fritillary, in Francese Tabac d’Espagne, in Tedesco Kaisermantel, in Olandese Kaizersmantel, in Spagnolo Nacarada ed in russo Perlamutrovka.
Zoogeografia
La pafia è una delle farfalle più diffuse in Europa raggiungendo il 63° lat. N seppur mancando nel sud della Spagna e nell’Isola di Creta. Ad est occupa tutta la fascia temperata dell’Asia arrivando fino al Giappone.
Si trova anche nel nord Africa limitando però la sua presenza lungo tutta la costa del Mediterraneo.
La pafia si nutre del nettare di molte specie di fiori e può quindi diffondersi in svariati tipi di habitat.
È presente dal livello del mare fino a superare i 1.000 metri d’altitudine, trovando l’habitat ideale tra i 300 e i 800 m slm dove la concentrazione risulta anche elevata.
Preferisce i margini dei boschi, le colline erbose e prati assolati in valli fresche e cespugliose.
Morfofisiologia
La Argynnis paphia è una farfalla con una notevole apertura alare raggiungendo anche 75 mm e risulta essere la più grande fra tutte le fritillarie. Ha colori aranciati/dorati brillanti sulla faccia anteriore delle ali, con macchiettature e striature nerastre intervallate da macchie nere perfettamente tonde e lunette di diverse misure che contornano i bordi di entrambe le ali.
Sul verso dell’ala anteriore si ripropongono disegni più o meno accentuati di colore nero, su sfondo aranciato di minor intensità mentre sul verso dell’ala inferiore i disegni scompaiono sostituendosi con macchie e fasce argentee biancastre/verdastre ben definite e brillanti che coronano anche il bordo dell’ala stessa. Da queste ultime caratteristiche ne deriva il nome volgare di Fritillaria argentata.
Vi è un chiaro dimorfismo tra i due generi, in quanto il maschio mostra in modo estremamente evidente, sulla faccia superiore dell’ala anteriore, alcune strisce nerastre che percorrono quasi totalmente la lunghezza dell’ala mentre sono totalmente assenti nella femmina.
Questi marchi sessuali che corrono esattamente sulle venule sono molto evidenti e formano strisce spesse e molto prominenti. La femmina riporta invece piccole macchie nerastre tonde e ben definite.
In alcuni luoghi si sovrappongono due diverse forme di femmine: la tradizionale, appena descritta e la forma valesina – Esp. dove il colore aranciato è totalmente sostituito da un verdastro perlato.
Le facce inferiori di questa forma sono totalmente ricoperte da scaglie biancastre perlaceo/verdastre.
Sembra che il maschio preferisca accoppiarsi con la forma tradizionale quando entrambe disponibili seppur non disdegni in alcun modo la f. valesina.
Antenne ben sviluppate e robuste di colore marrone, con vertice appiattito ed arrotondato.
Vola dal mese di giugno sino a settembre inoltrato. Tra i fiori preferisce Buddleja, Aster, Zinnia, Rubus ma non vi è fiore che non veda la sua presenza. Ove frequente, la si ritrova spesso raggruppata in gran numero sulle infiorescenze di Anethum e Phoeniculum.
Ha movimenti rapidi ed un volo possente che interrompe improvvisamente non appena avvista un fiore di suo gradimento.
Farfalla vivacissima ma altrettanto facile da avvicinare e da osservare quando in alimentazione.
Biologia riproduttiva
È una specie monovoltina. Stranamente depone le uova non direttamente sulle foglie della pianta ospite ma in un luogo vicino dove le larve rimangono fino alla primavera successiva.
I bruchi nascono nel mese di settembre ed ibernano piccolissimi spesso ancora avvolti parzialmente dal guscio delle loro uova.
Quando ben sviluppati mostrano un colore molto attraente ed appariscente: sul corpo blu nerastro corre una larga banda gialla intervallata da finissime righe nere.
I fianchi sono punteggiati da macchie gialle ed infine il primo segmento del corpo è coperto da lunghissime spine giallo scuro. Una vera tavolozza di colori. La crescita primaverile è progressiva e costante e dopo circa quattro settimane le larve si impupano, lontano dalla pianta ospite, per una metamorfosi di circa 15/20 giorni.
Pianta ospite: Viola sp.
Sinonimi
Argynnis immaculata Bellier, 1862; Papilio valesina Esper, 1798.
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