Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Borneo, Filippine (Isola di Palawan) e Indonesia (Isola di Sulawesi) dove cresce nelle foreste pluviali a basse e medie altitudini, prevalentemente lungo le rive dei corsi d’acqua.
Il nome generico, Arenga, deriva dal malese ‘areng’ riferito alla Arenga pinnata.
Il nome della specie è la combinazione dei termini latini “undulatus, a, um” = ondulato e “folium” = foglia, con riferimento alle pinnule delle foglie dai bordi ondulati.
Nomi comuni: aren gelora, kabun jaka (ma- lese).
L’ Arenga undulatifolia Becc. (1886) è una specie monoica, monocarpica (il fusto dopo aver portato a maturazione i frutti muore) cespitosa, ma a volte si presenta solitaria, con fusti alti 3-5 m, anche se in coltivazione si mantengono spesso più bassi.
I fusti sono ricoperti dalle basi fogliari e da una massa di fibre bruno-nerastre che permangono per lungo tempo, solo negli esemplari più vecchi la parte inferiore del fusto ne è priva e si presenta di colore verde scuro e con gli anelli, traccia delle attaccature delle foglie, ben visibili.
Le foglie, su un corto picciolo, sono pennate, inizialmente erette poi elegantemente arcuate, lunghe fino a circa 3 m, con pinnule lineari uniformemente distribuite sul rachide, lunghe circa 60 cm, dai margini dentati, lobati e ondulati, di colore verde scuro con riflessi bluastri superiormente, grigio chiaro inferiormente.
Le infiorescenze si sviluppano tra le foglie, sono ramificate, inizialmente erette poi pendule, portanti o solo fiori maschili o solo femminili, ma sempre sulla stessa pianta. In particolare i fiori maschili si fanno notare per il colore, che va dal giallo all’arancio al marrone, e per l’intenso odore speziato che emanano.I frutti sono globosi, di 3-4 cm di diametro, di colore bruno a maturità contenenti solitamente tre semi. La polpa contiene sostanze irritanti, da maneggiare quindi con cautela, possibilmente indossando guanti. I semi freschi germinano in 4-10 settimane alla temperatura di 24-28 °C, la crescita è relativamente veloce nelle migliori condizioni di coltivazione.
L’ Arenga undulatifolia è indubbiamente una delle palme più orna- mentali per le grandi foglie ondulate e per il contrasto di colore tra la pagina inferiore biancastra e quella superiore verde scuro con riflessi metallici bluastri che il minimo vento rende ancor più evidente.
È una specie che necessita di ampi spazi per far risaltare al meglio le sue caratteristiche, e forse è anche per questo che è relativamente poco diffusa al di fuori dei luoghi di origine, coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido, con temperature minime generalmente superiori ai 16-18 °C, anche se può sopportare isolati abbassamenti di temperatura fino a 0 °C per brevissimo periodo, sia pure con danneg- giamento del fogliame. Va posizionata in pieno sole, o sotto leggera ombreggiatura, su suoli ben drenati, ricchi di sostanza organica, leggermente acidi o neutri e mantenuti costantemente umidi.
Il midollo della pianta è stato in passato una importante fonte di carboidrati (sago) per alcune popolazioni indigene, in particolare quando c’era scarsità di altre fonti, oggi, cucinato con carne, è considerato una prelibatezza e degno di figurare nei pranzi delle più importanti festività o cerimonie. Certamente inconsueto era l’uso delle radici di questa palma da parte degli indigeni dell’isola di Palawan (Filippine), impiegate come corde per quello che era il loro strumento musicale più popolare.
Sinonimi: Saguerus undulatifolius (Becc.) Kuntze (1891); Arenga ambong Becc. (1907).
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