Famiglia : Arecaceae
Testo © Alessandro Marini
Areca triandra Roxb. ex Buch.-Ham. si trova in India, Cambogia, sud della Cina, Laos, Malesia, Birmania, Filippine, Sumatra, Tailandia e Vietnam, nel sottobosco della foresta alluvionale di bassa quota, spesso ai margini della vegetazione.
Il nome del genere Areca deriva da “areek”, nome comune di queste palme utilizzato nelle coste del Malabar, regione del sud-ovest dell’India.
Il nome della specie triandra deriva dal greco “treís”, tre, e da “andrós”, maschio, con riferimento al fiore maschile che ha tre stami.
Nomi comuni in inglese: Wild Areca palm, Triandra palm.
Areca triandra è una specie monoica multicaule con fusti simili a quelli del bambù che raggiungono l’altezza di 5 m e lo spessore di 3-5 cm.
I fusti sono di colore grigio-verde, solcati da anelli evidenti che sono le cicatrici delle foglie cadute. Alla base dei singoli fusti si generano radici aeree che hanno la funzione di stabilizzare la pianta. I cespi hanno una larghezza di circa 3 m, con giovani piante che emergono continuamente alla base di quelle più grandi.
Le foglie sono pennate, verde scuro, pendenti, lunghe fino a 1,8 m, con grandi pinnule di dimensioni irregolari e con le estremità dentellate. Le pinnule raggiungono anche 1 m di lunghezza e sono larghe 3-5 cm, solcate da venature evidenti. Il picciolo è liscio e lungo fino a 20 cm, verde brillante. Termina in una guaina dello stesso colore, rigonfia alla base, che avvolge completamente il tronco.
Le infiorescenze ramificate emergono sotto le guaine fogliari e presentano fino a 30 rachille verdi lunghe fino a 15 cm. I fiori sono giallo-crema pallido, molto profumati, raggruppati nelle classiche triadi (un fiore femminile tra due maschili).
I frutti sono ovali, lunghi fino a 2,5 cm, con una estremità prominente. Sono verdi, poi diventano arancione e infine rossi a maturità. La pianta fiorisce quasi tutto l’anno e i frutti raggiungono la maturazione dopo circa 7,5 mesi dall’impollinazione.
Areca triandra è una specie molto ricercata per le sue indubbie doti estetiche ed è molto diffusa in coltivazione nei paesi tropicali.
È considerata una delle poche specie del genere Areca capace di sostenere temperature minime intorno allo zero. In letteratura sono riportati casi di piante sopravvissute all’esposizione a -3 °C, anche se occasionalmente e per tempi brevissimi.
Gli esemplari giovani preferiscono una posizione in ombra totale o parziale, in quanto le foglie bruciano facilmente se esposte al sole. Gli esemplari adulti sono in grado di sopportare una parziale esposizione al sole se coltivate in ambienti molto umidi e con grande disponibilità di acqua.
Areca triandra è molto coltivata come pianta da interni per le dimensioni contenute e per i bassi requisiti in termini di luminosità. Negli ambienti chiusi occorre fare attenzione agli attacchi del ragnetto rosso che può compromettere la salute delle foglie e dell’intera pianta.
Si riproduce molto facilmente per seme che, se fresco, germina in appena un mese. In alternativa si può riprodurre per via vegetativa, rimuovendo le nuove piantine che nascono alla base di quelle adulte e che radicano poi facilmente. Areca triandra presenta un tasso di accrescimento veloce.
Questa specie è caratterizzata da molteplici utilizzazioni nei luoghi di origine.
Il seme ha blande proprietà stimolanti digestive e cardiotoniche ed è largamente utilizzato come bolo da masticare, mescolato spesso alle foglie del Piper betle, altre spezie, e solitamente al lime.
In effetti i semi di Areca triandra, come quelli di Areca catechu, contengono tannini e alcaloidi e quindi accelerano il ritmo cardiaco e abbassano il senso di fame. Inoltre offrono una buona protezione contro i parassiti intestinali.
Il germoglio apicale è commestibile, noto come cuore di palma o cavolo palmizio. Le parti della pianta sono utilizzate come mangime per animali. I fusti vengono utilizzati come pali per costruire le capanne dalle popolazioni indigene, che usano anche le foglie per la copertura dei tetti. Areca triandra è classificata “Not Endangered”, specie cioè non a rischio, dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).
Sinonimi: Areca polystachya (Miq.) H.Wendl.; Areca aliceae W.Hill ex F.Muell.; Areca borneensis Becc.; Areca nagensis Griff.; Areca triandra var. bancana Scheff.; Nenga nagensis (Griff.) Scheff.; Ptychosperma polystachyum Miq.