Ardea alba

Famiglia : Ardeidae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

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L’Airone bianco maggiore (Ardea alba ) è un uccello di rara eleganza, presente in quasi tutto il mondo © Giuseppe Mazza

L’Airone bianco maggiore (Ardea alba Linnaeus, 1758) appartiene all’ordine dei Pelecaniformes ed alla famiglia degli Ardeidae e nel continente Europeo, risulta essere il più grande rappresentante di questa famiglia.

Per quanto gli ardeidi siano visti come uccelli molto simili alle cicogne, studi approfonditi hanno stabilito che vi sono maggiori con- nessioni genetiche con i pellicani per cui l’odierna classificazione scientifica li assegna in questo ordine. Inoltre, come frequentemente accade nel mondo ornitologico, anche questo uccello è stato interessato da una riclas- sificazione del genere di appartenenza per cui attualmente viene spesso collocato nel genere Casmerodius pur mantenendo il sinonimo Ardea assegnato originariamente da Linneo.

A distanza facilmente confondibile con la Garzetta (Egretta garzetta) per i lineamenti pressochè simili, è altrettanto facile ad uno sguardo più attento capirne le maggiori dimen- sioni, quasi doppie e quindi determinarne la specie.

Quando in volo, diventa poi inconfondibile per il battito d’ala alquanto lento ed elegante, con colpi profondi e spesso volutamente ancor più rallentati tali da creare forti dubbi sulla possibilità che possa rimanere in aria.

Come tutti gli ardeidi quando è in volo tiene il collo raccolto fra le spalle formando la tipica forma ad esse. Nelle aree tropicali dove l’areale è sovrapposto, è spesso confuso con l’Egretta intermedia (Mesophoyx intermedius) che è simile in ogni dettaglio se non nella linea della frangia boccale che nell’airone bianco maggiore supera l’occhio mentre nell’intermedia si ferma a circa alla metà del globo oculare. Nell’Europa nord mediterranea questo uccello, un tempo poco comune e conosciuto solo come migratore, è ormai divenuto svernante e spesso residente.

Durante l’inverno è ormai un incontro abituale nelle pianure del Nord Italia e spesso lo si incontra, seppure sia un uccello abitualmente solitario, raggruppato in buon numero lungo fossati e fontanili a caccia di ogni piccolo animale, pesce od anfibio che incontra. Ormai questo airone sta conquistando lentamente il territorio prima monopolizzato dalla presenza dell’Airone cinerino (Ardea cinerea), della Garzetta (Egretta garzetta) e ultimamente, dell’Airone guardabuoi (Bubulcus ibis) anch’esso una nuova acquisizione dell’ultimo decennio.

È il più grande airone europeo, con circa 1 m di lunghezza, 1500 g ed oltre 160 cm d'apertura alare © Giuseppe Mazza

È il più grande airone europeo, con circa 1 m di lunghezza, 1500 g ed oltre 160 cm d'apertura alare © Giuseppe Mazza

Con passo lento ed accorto, con movimenti del corpo e del collo rallentati allo spasimo, con uno sguardo attento e concentrato, esaltato dalla vista bifocale di cui è capace, eccolo immerso in acqua a mezza gamba a caccia delle sue prede preferite.

Poi all’improvviso, avvistata una rana od un pesciolino, ritirato parzialmente tra le spalle il lungo collo, come se caricasse un’arma, eccolo più veloce di una freccia scoccata da un arco teso a piena forza, lanciare il micidiale ed infallibile becco sulla povera vittima.

Spesso se la preda è un grosso pesce oppure un’incauta arvicola, il becco viene usato come un coltello che trapassa da parte a parte la vittima, immobilizzandola all’istante.

Anche l’introduzione di specie aliene, quali il Gambero della Louisiana (Procambarus clarkii) che ha preso il sopravvento sulle specie autoctone infestando praticamente tutti i corsi d’acqua del Nord Italia, può essere additata come causa dell’incremento di questo uccello e come per l’Airone cinerino (Ardea cinerea).

L’etimologia del nome scientifico è alquanto particolare.

Il genere Ardea è un termine latino per indicare l’airone. Nella mitologia romana designava l’odierna città di Ardea nel Lazio, al tempo capitale dei Rutuli che venne rasa al suolo e totalmente bruciata. Dalle sue rovine risorse un uccello che dopo aver emesso un lungo lamento e scosso la cenere che gli ricopriva completamente le ali, si rivelò essere bianco. Forse una diretta relazione con la leggenda dell’Araba Fenice. Il genere Casmerodius viene dal greco “khasios” = tesoro e “erodius” = airone, con riferimento alla ricchezza data dalle piume delle egrette tanto ambite dalla moda occidentale all’inizio del XX secolo. La specie alba dal latino “albus” = bianco, per indicare la colorazione tipica di questo uccello.

I nomi comuni sono tutti riferiti al suo colore candido od alle notevoli dimensioni. In inglese Great (White) Egret; in francese Grande Aigrette; in tedesco Silberreiher; in spagnolo Garceta grande ed in portoghese Garҫa-branca-grande.

Tipico abitante degli ambienti umidi: acquitrini, fiumi, laghi ma anche luoghi antropizzati come le risaie © Colombo

Tipico abitante degli ambienti umidi: acquitrini, fiumi, laghi ma anche luoghi antropizzati come le risaie © Colombo

Zoogeografia

L’airone bianco maggiore ha un areale vastissimo che copre tutte le aree tropicali del mondo, gran parte delle aree temperate e spesso anche latitudini più a nord.

La densità della sua popolazione non è equamente distribuita ed in alcune zone il loro numero risulta essere molto elevato mentre in altre è piuttosto scarso.

È comunque un uccello in forte espansione in Europa dove risulta ancora localizzato e da qualche anno ha iniziato a colonizzare territori da cui mancava da secoli. È di alcuni anni fa la prima nidificazione in Inghilterra.

Questa espansione ha coinciso anche con l’allargamento verso nord delle sue aree di svernamento, una volta solo luogo di transito migratorio di questa specie.

Nel Nord America questo flusso si spinge fino al Canada alimentato dalle grandissime colonie situate nella fascia sud degli Stati Uniti. Il vastissimo areale occupato da questa specie ha determinato la classificazione di quattro sottospecie in pratica una per continente, raggruppamenti che identificano esemplari con piccole ma significative differenze morfologiche fra loro. La Ardea alba alba, propria dell’Europa, la Ardea alba egretta del continente americano, la Ardea alba melanorhynchus dell’Africa e la Ardea alba modesta propria del Sud est asiatico ed Oceania.

In molte parti del suo areale è un uccello sedentario mentre nella periferia, verso le aree temperate, diventa migratore trasversale od a medio raggio.

Si nutre principalmente d’anfibi e pesci, in questo caso un tritone, ma per necessità anche di piccoli nidiacei, roditori, bisce ed insetti © Gianfranco Colombo

Si nutre principalmente d’anfibi e pesci, in questo caso un tritone, ma per necessità anche di piccoli nidiacei, roditori, bisce ed insetti © Gianfranco Colombo

Ecologia-Habitat

L’airone bianco maggiore è il tipico abitante degli ambienti umidi, degli acquitrini, delle rive dei fiumi e delle sponde dei laghi ma non disdegna ambienti antropizzati e intensamente coltivati, come risaie, campi appena arati e prati allagati. Occasionalmente frequenta anche spiagge in particolare quelle soggette a forti maree con fondo fangoso e ricche d’alghe. Durante la stagione invernale nei siti di transito migratorio o di svernamento, visita stoppie di cereali, campi erbosi coperti da leggere sterpaglie, fossi di irrigazione o risorgive. Si nutre principalmente d’anfibi e pesci ma per necessità anche di piccoli nidiacei, roditori, bisce ed insetti.

L’eleganza dell’abito nuziale è straordinaria. Nel periodo riproduttivo si adorna di penne frangiate sul dorso che si prolungano delicatamente sulla coda fino a formare un soffice ventaglio. Sono le famose “aigrettes” tanto costose e ricercate all’inizio del XX secolo per la creazione di orpelli pomposi per cappelli e sciarpe © Giuseppe Mazza

L’eleganza dell’abito nuziale è straordinaria. Nel periodo riproduttivo si adorna di penne frangiate sul dorso che si prolungano delicatamente sulla coda fino a formare un soffice ventaglio. Sono le famose “aigrettes” tanto costose e ricercate all’inizio del XX secolo per la creazione di orpelli pomposi per cappelli e sciarpe © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

Il nome stesso dato a questo uccello, indica inconfondibilmente il colore della sua livrea, è infatti un uccello totalmente bianco sia nella parte superiore che in quella inferiore. L’unica variazione nell’abito, peraltro stagionale e dettata da velleità riproduttive, riguarda la crescita di penne frangiate sul dorso che si prolungano delicatamente sulla coda fino a formare un soffice ventaglio. Le famose “aigrettes” tanto costose e ricercate all’inizio del XX secolo per la creazione di orpelli pomposi per cappelli e sciarpe, che portò questo uccello, insieme alla garzetta, a forte rischio d’estinzione.

I movimenti morbidi e sinuosi, tenuti durante il corteggiamento, lo fanno apparire ancor più vaporoso ed impalpabile © Giuseppe Mazza

I movimenti morbidi e sinuosi, tenuti durante il corteggiamento, lo fanno apparire ancor più vaporoso ed impalpabile © Giuseppe Mazza

L’eleganza dell’abito nuziale dell’airone bianco maggiore è straordinaria, una grazia esaltata ancor più dai movimenti morbidi e sinuosi tenuti durante il corteggiamento che lo fa apparire ancor più vaporoso ed impalpabile. Il becco è giallo ma diventa più sbiadito e nerastro durante la stagione riproduttiva, così pure le lunghissime gambe che subiscono una trasformazione contraria divenendo da grigiastre a leggermente gialle. Gli occhi sono di colore giallo acceso. Gli immaturi non hanno una particolare livrea e sono simili agli adulti in abito non nuziale. L’airone bianco maggiore è un ardeide di grandi dimensioni tale da figurare tra i più grandi fra i suoi simili. Ha un’apertura alare di oltre 160 cm, una lunghezza di 100 cm ed un peso che può arrivare a 1500 g. Abitualmente è un uccello silenzioso ma emette improvvisi versi gutturali quando spaventato o mobbato durante in volo da altri uccelli oppure più spesso, quando riunito nelle colonie.

Un accoppiamento. Il nido è una larga piattaforma di rami secchi foderato all’interno con ramoscelli e soffice materiale per accogliere 2-5 piccole uova azzurrine che con la cova diventano poi ocracee © Giuseppe Mazza

Un accoppiamento. Il nido è una larga piattaforma di rami secchi foderato all’interno con ramoscelli e soffice materiale per accogliere 2-5 piccole uova azzurrine che con la cova diventano poi ocracee © Giuseppe Mazza

Biologia riproduttiva

L’airone bianco maggiore può nidificare sia in coppie isolate sia in colonie miste con altri ardeidi.

Ama i canneti quando di buona estensione o grossi alberi quando in garzaia. Ai tropici usa abitualmente i mangrovieti ed i bambuseti.

Il nido è una larga piattaforma di rami secchi foderato all’interno con piccole fronde e soffice materiale nel quale depone 2-5 uova di colore azzurrino, una sfumatura che poi perdono durante la cova diventando ocracee. Le uova sono piuttosto piccole se raffrontate alla dimensione dell’airone.

È la femmina che rimane generalmente sul nido per un periodo di circa 25 giorni e poi nei primi giorni di vita dei piccoli per contrastare eventuali predazioni.

Anche in fase di avvicendamento nella cova o durante una accidentale assenza di entrambi i partner, il nido rimane costantemente sorvegliato dall’intera colonia che segnala e combatte attivamente l’attacco delle onnipresenti cornacchie.

I giovani sono ricoperti inizialmente da un soffice piumino bianco fino all’apparizione delle prime piume e sono alquanto ingordi, invadenti e schiamazzanti. Trascorse le primissime settimane si allontanano dal nido rifugiandosi sui rami vicini o spesso nei cespugli a terra attorno all’albero su cui è collocato il nido oppure nel canneto circostante ma impiegheranno non meno di 6 settimane prima di involarsi. L’airone bianco maggiore non è considerata specie a rischio.

Sinonimi

Casmerodius albus Linnaeus, 1758; Egretta alba Linnaeus, 1758.

 

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