Famiglia : Psittacidae
Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo
Uccello appartenente al genere Ara, famiglia dei Psittacidae, ordine dei Psittaciformes.
Tra tutti i veri pappagalli, appartenenti al genere Ara, probabilmente è quello più conosciuto e più noto, in cattività, sebbene ne è severamente vietato il commercio e la vendita da parte della CITES. Gli unici enti che possono contenerlo in cattività e nell’ambito di programmi di biologia della conservazione sono, Giardini Zoologici, Zoosafary, Zoopark e Parchi Acquatici.
Il termine che nomina il genere Ara ha una origine puramente onomatopeica, in quanto si riferisce, allo specifico verso che fanno gli uccelli appartenenti a questo genere.
Molto probabilmente fu assegnato, ad opera dei primi biologi che scoprirono tali uccelli nelle Americhe centro meridionali, proprio ascoltando il verso dell’Ara macao Linnaeus, 1758, che tra tutte le specie del genere Ara, è quello che lo emette più intensamente, questo verso non così piacevole, ma caratteristico è una sorta di ‘rraa…aar’.
Esistono due sottospecie: l’Ara macao cyanoptera scoperta nel 1811 dal biologo zoologo entomologo tedesco Johann Karl Wilhelm Illiger, che è endemica del Messico sud-orientale, la quale è un po’ più grande dell’Ara macao, e presenta più blu sulle ali, e l’Ara macao macao scoperta dal biologo ornitologo tedesco Johann Georg Wagler nel 1830, descritta nella sua opera “ Monographia Psittacorum “ Monaco 1832.
Dato che i colori principali sono il giallo, rosso e blu, in Italiano è chiamata comunemente anche Ara giallo-rosso-blu e in Inglese Scarlet Macaw. Gli esemplari che vengono allevati in cattività, necessitano di voliere spaziose, generalmente delle seguenti dimensioni: 2 x 2 x 3 m, mentre la cassetta per nidificare dell’ordine di 80 x 50 x 50 cm.
Questo perchè è un uccello che, sin dalla nascita, ha bisogno di muovere molto le ali. Posto fuori dalla voliera, le sbatterà velocemente anche per qualche minuto, mentre le altre specie di Ara raramente superano poche decine di secondi. E anche in natura, per nidificare, necessitano di ampi spazi, all’interno di tronchi di grande diametro.
Non sopportano le temperature rigide molto bene, mentre in estate godono della presenza del sole e di posti areati.
Purtroppo, gli esemplari recuperati in natura, ad esempio perchè feriti, se posti in voliera, mal si adattano all’addomesticamento, mentre quelli nati in cattività, facilmente si addomesticano, affezionandosi al proprio allevatore, sono in grado di compiere esercizi di abilità e bravissimi nell’imitazione vocale, forse facilitata dal fatto, che perdono la capacità di emettere il loro verso caratteristico.
È utile, inserire pezzi di tronco nelle voliere che scortecciano per usare il grosso becco.
Sono frugivori, granivori per eccellenza, in cattività sarebbe ideale, fornire diete ricche in frutta secca, noci, mandorle (il cui guscio frantumano facilmente con il robusto e ricurvo becco), mele, cereali di vario tipo, frumento, carote che gli forniscono quasi l’intero spettro di sali minerali, proteine, vitamine e grassi vegetali di cui necessitano, che in natura soddisfano mediante la loro specifica ecologia alimentare.
Zoogeografia
Le aree zoogeografiche, sono divisibili in due macroaree principali.
Quella del Centro America, dove di trovano principalmente in Messico, in Guatemala, nel Belize, e nello stato di Panama; sono presenti anche nel Costa Rica, dove purtroppo il forte commercio di banane, col conseguente uso di diserbanti e insetticidi, ha decimato la specie, per l’abitudine che ha di nidificare su queste piante. L’area del Sud America è molto grande, poiché riguarda il bacino Amazzonico, si estende dal Paraguay, alla Bolivia, fino al Perù ad est delle Ande, il Brasile Amazzonico (Mato Grosso), la Guyana e Trinidad. Sono presenti colonie anche nelle isole Galàpagos e sull’isola di Coiba.
Habitat-Ecologia
Generalmente le si ritrova nei bassopiani a 500 m di altezza, anche se coppie in volo si sono osservate fino a 1000-1500 m di altezza. Predilige la foreste sempre verdi, pluviali e, le foreste primarie e secondarie di pianura. Si sono osservate anche nelle savane e praterie sud Americane, sebbene essendo dotate di piedi zigodattili, preferiscono fare vita arboricola, piuttosto che camminare in pianura. Le colonie di densità maggiore si ritrovano comunque sugli alberi che crescono a 200-250 m d’altezza sul livello del mare.
Morfofisiologia
Misura 81-96 cm, più della metà dei quali spettano alla coda appuntita e graduata, tipica di tutte le Are. Il peso medio si aggira intorno al chilogrammo. Il piumaggio è per la maggior parte scarlatto, ma le penne del dorso e delle copritrici della coda sono blu chiare, le grandi copritrici superiori sono gialle, i lati superiori delle remiganti sono blu scuro, così come le estremità delle penne della coda.
Redini e guance sono di pelle bianca, la mandibola è nera, le zampe con piede zigodattilo, sono chiare, la iride nera in entrambi i sessi, i pulli hanno iride brunastra è un cromatismo più sbiadito, ma raggiunta la maturità sessuale, che è di circa a 6 anni nella femmina e a 7 anni nel maschio, assumerà la caratteristica brillantezza.
Becco robusto, ricurvo e con la emiporzione superiore mobile rispetto il cranio.
Sebbene le femmine sembrerebbero avere un becco di pochissimo più piccolo, e ricurvo del maschio, anche un occhio esperto avrebbe estrema difficoltà a determinarlo. Quindi, si ha assenza completa di dimorfismo sessuale sia cromatico che morfologico.
La determinazione del sesso in una coppia di Ara macao, o la si fa mediante analisi del DNA delle piume (le copritrici) oppure del cariotipo, o mediante laparoscopia, per incisione tra la penultima e l’ultima costa, per evidenziare la presenza dei testicoli, a maturazione sessuale avvenuta, la cui assenza, sarà il discriminante a favore del sesso femminile.
Etologia-Biologia Riproduttiva
È un uccello molto chiassoso, che emette molti suoni che facilmente si distinguono anche a lunghe distanze, nelle foreste. Possono vivere in associazioni con altri conspecifici, formanti colonie rumorose, specialmente vicino corsi d’acqua dove amano bagnarsi, soprattutto in estate.
Sono molto socievoli, generalmente non aggressivi, tranne che durante la costruzione dei nidi e durante il corteggiamento, o quando è presente la prole. Sono eccellenti imitatori vocali e abili volatori. È frequente vedere coppie (sia maschio, femmina che maschio, maschio) volare. Volano per quasi tutto il giorno, in cerca di cibo, tranne la sera che si riposano.
Sono principalmente uccelli granivori e frugivori (noci, anche semi di varie piante a drupa, o pericarpo duro) amano i fichi del genere Ficus, frutti dell’Albero della gomma (Hevea brasiliensis), frutti della Bursera graveolens, pianta tropicale della famiglia Burseraceae, o anche frutti di piante appartenenti alla famiglia delle Malvaceae, dette anche Sterculiaceae, che ingoiano insieme a un po’ di sabbia o argilla, la quale serve a neutralizzare la presenza di alcaloidi velenosi, presenti spesso nella forma acerba di questi frutti.
Come per le altre specie di Ara, non hanno una specifica stagione di riproduzione, quello che si nota è che durante la fase preparatoria all’accoppiamento, il maschio diventa particolarmente aggressivo, durante la costruzione del nido, costruito quasi sempre dentro la cavità di un tronco d’albero di grande diametro.
La femmina, depone mediamente da 2 a 4 uova bianche, alcune di queste possono non essere state fecondate. La cova dura mediamente 24-26 giorni, nei quali il maschio si occupa di fornire il cibo alla compagna e successivamente, una volta schiuse le uova, per rigurgito ai pulli. Questi imparano a volare a circa tre mesi, tre mesi e mezzo dopo la nascita, ma si allontaneranno definitivamente dai genitori dopo circa un anno di vita. La CITES regolamenta e vieta il traffico di questa specie, la cui densità è in costante decremento per colpa del disboscamento continuo e l’uso di pesticidi, diserbanti e anticrittogamici. La IUCN le ha classificate come specie a rischio.
Sinonimi
Psittacus macao Linnaeus, 1758; Psittacus tricolor Bechst, 1811 (sebbene fino a poco prima del 1811 era chiamato Psittacus omnicolor di Bechst, poi sostituito con tricolor).
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