Antennarius multiocellatus

Famiglia : Antennariidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Antennarius multiocellatus è presente lungo le coste atlantiche americane, dalle Bermuda al Brasile, ma lo troviamo anche in mezzo all’oceano all’isola dell’Ascensione.

Antennarius multiocellatus è presente lungo le coste atlantiche americane, dalle Bermuda al Brasile, ma lo troviamo anche in mezzo all’oceano all’isola dell’Ascensione © Allison & Carlos Estape

Noto come Pesce rana con esca lunga, Antennarius multiocellatus (Valenciennes, 1837) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e all’ordine dei Lophiiformes.

Sono animali che circolavano già all’inizio del Terziario, riuniti oggi in 18 famiglie: Antennariidae (vedi Antennarius commerson, Antennarius pictus e Antennarius striatus), Brachionichthyidae, Caulophrynidae, Centrophrynidae, Ceratiidae, Chaunacidae, Diceratiidae, Gigantactinidae, Himantolophidae, Linophrynidae, Lophichthyidae, Lophiidae (vedi Lophius piscatorius), Melanocetidae, Neoceratiidae, Ogcocephalidae (vedi Ogcocephalus radiatus), Oneirodidae, Tetrabrachiidae e Thaumatichthyidae.

Ecco Antennarius multiocellatus entrare in scena con un balzo sulle pettorali usate come le pelviche a mo’ di zampe .

Eccolo entrare in scena con un balzo sulle pettorali usate come le pelviche a mo’ di zampe © Allison & Carlos Estape

Sono specie bentoniche col primo raggio spinoso della pinna dorsale, posto sul capo, che si è trasformato in una canna da pesca mobile, con tanto di esca luminescente negli abissi, per attirare verso una bocca enorme i pesci di passaggio in cerca di cibo.

Vivono in tutti gli oceani, fra 20 ed oltre 1000 m circa di profondità, con dimensioni che vanno dai 3 cm ai 2 m della famosa Rana pescatrice (Lophius piscatorius) che ha dato, per taglia e notorietà, il nome all’ordine.

Il genere Antennarius nasce dal latino “antenna”, che significa pennone, antenna, con riferimento alla canna da pesca di cui abbiamo parlato, mentre il termine specifico multiocellatus evoca, sempre in latino, i numerosi ocelli della livrea.

Trovato un posto confortevole Antennarius multiocellatus cerca d’attirare l’attenzione di piccole prede di passaggio muovendo su e giù la sua lenza.

Ha trovato un posto confortevole e cerca d’attirare l’attenzione di piccole prede di passaggio muovendo su e giù la sua lenza © Allison & Carlos Estape

Zoogeografia

Antennarius multiocellatus ha una vasta diffusione nell’Atlantico occidentale, dalle Bermuda al Brasile, ma lo troviamo anche all’isola dell’Ascensione, in mezzo all’oceano, a metà strada verso l’Africa.

Ecologia-Habitat

È una specie associata alle barriere coralline, trovata anche a 66 m di profondità ma che vive in genere in acque più basse mimetizzata fra le spugne.

Questo Antennarius multiocellatus è più fortunato perché abbondano i pesciolini ma potrebbe ingoiare in 6 millesimi di secondo un pesce della sua taglia.

Questo è più fortunato perché abbondano i pesciolini ma potrebbe ingoiare in 6 millesimi di secondo un pesce della sua taglia © Allison & Carlos Estape

Ne imita alla perfezione il colore e l’aspetto con la sua pelle e gli ocelli simili ad osculi, i fori che questi invertebrati usano per l’ossigenazione. Inoltre può gonfiarsi d’acqua o appiattirsi per assumere il più possibile la stessa forma.

Morfofisiologia

Antennarius multiocellatus si presenta nell’insieme con un corpo massiccio e tondeggiante. Quando è immobile è molto difficile scorgerlo, capire dove sono i minuscoli occhi o la grande bocca semichiusa. Le pinne pettorali e le pelviche si sono trasformate in zampe, e la pelle, elastica e rugosa come quella di un rospo, è priva di squame e reca rigonfiamenti simili a verruche.

Caratteristico di Antennarius multiocellatus è il grande ocello situato sotto la serie di ocelli più piccoli della pinna dorsale divisa in quattro sezioni: la prima reca la spina trasformata in lenza, la seconda è una sottile protuberanza carnosa con una spina, la terza una grande escrescenza che cela una spina, mentre l’ultima sezione, allungata, reca come l’anale solo raggi inermi.

Caratteristico è il grande ocello situato sotto la serie di ocelli più piccoli della pinna dorsale divisa in quattro sezioni: la prima reca la spina trasformata in lenza, la seconda è una sottile protuberanza carnosa con una spina, la terza una grande escrescenza che cela una spina, mentre l’ultima sezione, allungata, reca come l’anale solo raggi inermi © Allison & Carlos Estape

A parte gli ocelli, che in ogni pesce restano sempre allo stesso posto e costituiscono un elemento importante per la determinazione della specie, il colore di fondo è quanto mai variabile.

Può essere grigio, bianco, nero, giallo, viola, verde, marrone o rosso fiamma come nel vistoso esemplare qui sopra raffigurato.

Caratteristico e sempre presente è il grande ocello situato verso la coda, sotto la serie di ocelli più piccoli della pinna dorsale, analogo a quello della pinna anale. Ma ve ne sono anche sulle altre pinne e sul corpo.

Qui, a parte l’ocello principale, questi sono meno numerosi e il colore di fondo è decisamente diverso

Qui, a parte l’ocello principale, questi sono meno numerosi e il colore di fondo è decisamente diverso © Brian Cole

Antennarius multiocellatus si adatta meglio di un camaleonte all’ambiente. A differenza d’altri pesci, però, questo meticoloso mutamento non è istantaneo e può richiedere anche settimane. Del resto, lento e pigro com’è, a questo pesce rana i cambiamenti rapidi di colore non servono, perché una volta trovato il posto giusto è capace di restarci anche un mese.

Si sposta solo quando vede che i pesci non abboccano, come farebbe del resto fra gli umani chi pesca alla lenza.

Antennarius multiocellatus detto non a caso “con esca lunga” si distingue spesso dai congeneri anche per la taglia della sua lenza, detta illicio, con in cima un fiocco che può essere preso per un vermetto, un piccolo crostaceo o un pesciolino.

Meglio di un camaleonte o di altri pesci, la livrea di Antennarius multiocellatus può assumere qualunque colore imitando anche nei dettagli le spugne che lo circondano, ma il mutamento non è istantaneo e può richiedere settimane. Del resto è un pesce decisamente pigro, che non ha fretta, e quando trova un luogo pescoso ci resta molto a lungo.

Meglio di un camaleonte o di altri pesci, la livrea di Antennarius multiocellatus può assumere qualunque colore imitando anche nei dettagli le spugne che lo circondano, ma il mutamento non è istantaneo e può richiedere settimane. Del resto è un pesce decisamente pigro, che non ha fretta, e quando trova un luogo pescoso ci resta molto a lungo © Allison & Carlos Estape

Appena vede avvicinarsi una preda muove su e giù l’esca, e quando questa incuriosita è a portata di tiro spalanca la gigantesca bocca protrattile e la risucchia alla velocità di 6 millesimi di secondo.

Se non è già finita nello stomaco, dove c’è posto data l’elasticità della pelle per un pesce della sua taglia, la preda viene trattenuta da denti villiformi, sottili, addensati a bande come i peli di una spazzola e arrotolata per l’ingoio, quando è lunga, come niente fosse.

Questo Antennarius multiocellatus verde era evidentemente di passaggio, fotografato mentre avanza sulle pettorali per mostrarci il profilo su un fondale in netto contrasto.

Questo verde era evidentemente di passaggio, fotografato mentre avanza sulle pettorali per mostrarci il profilo su un fondale in netto contrasto © Allison & Carlos Estape

La pinna dorsale, praticamente divisa in quattro sezioni, conta complessivamente 3 raggi spinosi e 11-12 raggi molli.

La prima sezione è quella dell’illicio, nato da una spina modificata e lunga più del doppio di quella celata nella seconda protuberanza carnosa. Segue la terza sezione, più consistente, anche lei con una spina nascosta, e infine la quarta d’aspetto normale e meno adiposo, che reca solo raggi inermi come la pinna anale e la caudale.

Le pettorali e le pelviche trasformate in arti gli servono per spostarsi, arrampicarsi e ancorarsi alle madrepore, mentre la caudale viene usata solo per brevi guizzi o per la fuga.

Antennarius multiocellatus può presentarsi anche bianco, nero o a chiazze. Qui una livrea blu che sta forse assumendo i toni delle spugne adiacenti.

Antennarius multiocellatus può presentarsi anche bianco, nero o a chiazze. Qui una livrea blu che sta forse assumendo i toni delle spugne adiacenti © Allison & Carlos Estape

Etologia-Biologia Riproduttiva

Antennarius multiocellatus si nutre prevalentemente di pesci, ma anche granchi e cicale di mare.

Per la riproduzione il maschio, più piccolo della femmina gonfia d’uova, deve anzitutto stare attento a non essere scambiato per una preda. In genere la segue con prudenza e quando questa stracolma d’uova si alza a colpi di coda nella colonna d’acqua sovrastante per deporre, il maschio l’aiuta nella manovra spingendola verso l’alto da sotto il ventre.

Una coppia. Il maschio, più piccolo della femmina gonfia d’uova, deve anzitutto stare attento a non essere scambiato per una preda. La segue e quando questa sale con un balzo nella colonna d’acqua per emettere una nuvola di microscopiche uova appiccicate fra loro da un muco gelatinoso l’aiuta spingendola sotto il ventre e le feconda al volo.

Una coppia. Il maschio, più piccolo della femmina gonfia d’uova, deve anzitutto stare attento a non essere scambiato per una preda. La segue e quando questa sale con un balzo nella colonna d’acqua per emettere una nuvola di microscopiche uova appiccicate fra loro da un muco gelatinoso l’aiuta spingendola sotto il ventre e le feconda al volo © Brian Cole

In breve, prima di lasciarsi cadere al suolo, la compagna emette, quasi esplodendo, una nuvola di microscopiche uova legate da una guaina nastriforme o semplicemente appiccicate fra loro da un muco gelatinoso o che il maschio feconda al volo.

Le correnti agiscono come un mattarello e la nuvola si trasforma a vista d’occhio in un tappeto, detto “zattera d’uova”, che si allontana volteggiando elegantemente verso altri lidi.  La schiusa avviene dopo pochi giorni e le larve planctoniche vagano per un lungo periodo trascinate dalle correnti che diffondono la specie.

Per effetto delle correnti la massa gelatinosa si trasforma in pochi secondi in un tappeto volante, detto “zattera d’uova”, che si allontana volteggiando elegantemente verso altri lidi. Anche le larve vagano a lungo in alto mare diffondendo la specie. Qui un giovane che mostra già, ben mimetizzato, i caratteri degli adulti.

Per effetto delle correnti la massa gelatinosa si trasforma in pochi secondi in un tappeto volante, detto “zattera d’uova”, che si allontana volteggiando elegantemente verso altri lidi. Anche le larve vagano a lungo in alto mare diffondendo la specie. Qui un giovane che mostra già, ben mimetizzato, i caratteri degli adulti © Allison & Carlos Estape

Antennarius multiocellatus ha un’ottima resilienza, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi. L’indice di vulnerabilità alla pesca, bassissimo, segna appena 10 su una scala di 100 e appare nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo come “Least Concern” cioè a “Minima Preoccupazione”.

Sinonimi

Chironectes multiocellatus Valenciennes, 1837; Chironectes principis Valenciennes, 1837; Chironectes pavoninus Valenciennes, 1837; Antennarius annulatus Gill, 1863; Antennarius corallinus Poey, 1865; Antennarius stellifer Barbour, 1905; Antennarius verrucosus Bean, 1906; Antennarius astroscopus Nichols, 1912.

 

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