Famiglia : Anarhichadidae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Pesce lupo di Bering (Anarhichas orientalis Pallas, 1814) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Anarhichadidae, che conta solo 2 generi e 5 specie: l’Anarhichas denticulatus Krøyer, 1845, l’Anarhichas lupus Linnaeus, 1758, l’Anarhichas minor Olafsen, 1772, l’Anarhichas orientalis Pallas, 1814 ed il Anarrhichthys ocellatus Ayres, 1855. Tutti pesci voraci, allungati come serpenti, che potrebbero far pensare alle murene (Muraenidae) che però sono prive delle pinne pettorali. Se mai, taglia a parte, alcuni studiosi notano una certa affinità con la famiglia dei Blenniidae.
Il nome del genere Anarhichas deriva dal greco “ανα” (ana) = su e “αρρίχομάί” (arrichomai) = andar con piedi e mani, cioè arrampicarsi, con riferimento alla credenza che questi pesci s’arrampicassero in primavera sugli scogli, con l’aiuto della coda e delle pinne, per deporre le uova. La specie orientalis fa invece riferimento in latino alla zona d’origine.
Zoogeografia
L’Anarhichas orientalis è una specie rara con una distribuzione molto frammentata e piccole popolazioni isolate. È stata trovata nell’Oceano Pacifico Settentrionale, dall’isola di Hokkaido nel nord del Giappone al Mare di Okhotsk, poi nel Mare di Bering, in Alaska e nel Mare Glaciale Artico con 3 esemplari pescati in Canada.
Ecologia-Habitat
Vive lungo le coste, su fondali rocciosi ricchi d’alghe in acque anche molto basse durante il periodo estivo; più al largo, d’inverno, quando le coste ghiacciano, in acque meno fredde. Si trova in genere a 10-30 m di profondità, scendendo raramente, secondo la stagione e le prede, anche verso i 100 m. Ed è proprio l’abbondanza in certe particolari località di crostacei, molluschi e ricci di mare, che si trova probabilmente la risposta all’insolita enorme distanza geografica fra una popolazione e l’altra.
Morfofisiologia
Il Pesce lupo di Bering raggiunge i 17 anni d’età con 115 cm circa di lunghezza e un peso di 15 kg, ma ci si basa sui pochi rilevamenti e questi valori potrebbero essere facilmente superati. Non c’è dimorfismo sessuale. Il corpo, a sezione quasi circolare, termina con un sottile peduncolo caudale. È marrone marmorizzato, con increspature mimetiche, più o meno scuro negli adulti, mentre i giovani mostrano macchie sul capo e 3-5 strisce, ugualmente scure, sui fianchi.
Vi è una sola pinna dorsale con 81-88 raggi spinosi, mentre l’anale, senza spine, conta 53-54 raggi molli. Le pinne pettorali, a forma di ventaglio, sono molto grandi, fino a toccare il fondo quando il pesce è posato, mentre sono assenti le ventrali. La pinna caudale, che tocca quasi la parte finale dell’anale e della dorsale, è tondeggiante in gioventù e più o meno tronca con gli anni.
Il muso ha un profilo ripido con 4 terrificanti canini, sporgenti dalle mascelle, per afferrare e perforare anche le conchiglie più spesse o frantumare come niente la corazza di qualunque crostaceo.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Nello stomaco delle poche Anarhichas orientalis pescate si sono trovati molluschi appartenenti al genere Buccinum, crostacei del genere Mya, ricci di mare del genere Strongylocentrotus ma anche stelle marine e qualche pesce. Pare che gli accoppiamenti avvengano a ottobre-novembre e la deposizione segua in primavera o nel corso dell’estate. A fine maggio una femmina pescata conteneva uova già ben sviluppate. Non è noto quante ne vengano deposte ma sono di grossa taglia, raggiungendo i 4-4,5 cm.
Difficile dire se è una specie in pericolo. È cacciata solo dagli esquimesi, che ne utilizzano anche la pelle, resistentissima, per gambali e calzature, dato che si gonfia con l’acqua rendendo le cuciture impermeabili.
Ma questi sono piccoli onesti prelievi di sopravvivenza; l’unica minaccia, a parte la Foca dagli anelli (Phoca hispida) che è il solo predatore naturale dell’Anarhichas orientalis, potrebbe venire dalla pesca a strascico e dall’inquinamento indotto dalle attività petrolifere.
Per la mancanza di dati, vista la rarità della specie e la dispersione geografica, è molto difficile stabilirne la vulnerabilità. La resilienza è debole, con raddoppio delle popolazioni nell’arco di 4,5-14 anni, e l’indice di vulnerabilità alla pesca è molto alto segnando già 67 su una scala di 100.
Sinonimi
Anarrichas fasciatus Bleeker, 1872; Anarhichas lepturus Bean, 1879.