Famiglia : Serranidae
Testo © Giuseppe Mazza
Siamo abituati a considerare le cernie come pesci di grandi dimensioni e globalmente a rischio perché troppo pescate, per i mutamenti operati dall’uomo lungo le coste che distruggono le loro tane, o per la loro resilienza spesso molto bassa che richiede anche 14 anni per il raddoppio teorico delle popolazioni.
Così vengono subito alla mente Epinephelus marginatus, Epinephelus itajara o il gigantesco Epinephelus lanceolatus che raggiunge i 270 cm con un peso pubblicato di 400 kg e al quale nemmeno 14 anni bastano per raddoppiare gli effettivi.
Ma nel caso di una mini-cernia, Alphestes immaculatus Breder, 1936, è tutto il contrario, perché è poco pescata, non è particolarmente legata a una tana e presenta un’ottima resilienza.
Nel suo piccolo appartiene come le altre cernie alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes, famiglia Serranidae e sottofamiglia Epinephelinae.
Alphestes, il nome assegnato nel 1801 al genere da Bloch & Schneider, è quello che gli antichi Greci davano a un pesce “avido e incontinente con una cattiva reputazione”, mentre il termine specifico immaculatus, senza macchie in latino, si direbbe a prima vista sbagliato.
Ma osservando bene la livrea, ci si accorge che è più marmorizzata che a macchie, e poi il termine è nato in contrapposizione all’analogo Alphestes multiguttatus che frequenta le stesse acque ed è tutt’altro che immacolato, marcato com’è di macchie scure.
Zoogeografia
Alphestes immaculatus vive nel Pacifico orientale. Partendo dalle coste del Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Costa Rica, Panama, Colombia, Ecuador, Perú e le Galapagos.
Ecologia-Habitat
Frequenta formazioni madreporiche e scogliere rocciose fra 3 e 32 (50) m di profondità, ma si può trovare anche nelle praterie sommerse di fanerogame e in ambienti sabbiosi, tant’è che quando non riposa in un anfratto, lo si trova anche sdraiato su un lato, parzialmente coperto di sabbia, per sfuggire allo sguardo dei predatori.
Morfofisiologia
Lungo in genere 18 cm con un massimo di 30, Alphestes immaculatus è ancora più piccolo del caraibico Cephalopholis fulva che ne misura 25 cm con un massimo di 44 cm, e a parità di taglia con Alphestes multiguttatus è certamente fra le più piccole cernie esistenti.
La struttura del corpo è quella classica delle cernie: robusta e compatta con un’enorme bocca dalla mascella inferiore sporgente e grandi labbra carnose.
I denti sono piccoli, disposti su 3-5 file per mascella, cui si aggiungono sopra e sotto, sul davanti, due canini per afferrare le prede.
Il preopercolo, arrotondato, ha il bordo posteriore seghettato e reca una grande spina difensiva, spesso coperta dalla pelle.
La pinna dorsale conta 11 raggi spinosi e 17-19 molli, l’anale 3 raggi spinosi e 9 inermi, le pelviche non hanno spine e le pettorali, con 16-18 raggi molli, recano 7- 8 caratteristiche fasce trasversali irregolari di piccole macchie scure.
Il corpo e il capo sono per lo più bruno rossastri, marmorizzati con fasce verticali irregolari scure più o meno enfatizzate dai cromatofori che mutano istantaneamente l’aspetto del pesce secondo l’umore e le necessità mimetiche. La punteggiatura chiara delle pinne resta comunque sempre visibile.
I giovani, facilmente riconoscibili nelle foto dagli occhi in proporzione più grandi degli adulti, hanno una livrea semplificata simile a quella dei genitori e mettono subito a profitto le straordinarie doti mimetiche della specie.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Alphestes immaculatus si nutre di crostacei e pesciolini che forte del suo mimetismo cattura spesso immobile, d’agguato, accanto alla tana. Ma è più attivo di notte, quando esce a caccia da solo, in coppia o gruppetti fino a 6 conspecifici.
Talora fa anche gioco di squadra con murene locali, come Muraena lentiginosa. Alla vista di questi anguilliformi i pesciolini nascosti scappano terrorizzati, sapendo che la murena può raggiungerli nei loro pertugi, e la cernia ne approfitta afferrandoli con rapidi guizzi.
Si è però osservato che a questi due si affianca talora un piccolo guastafeste, Serranus psittacinus, che li segue cercando di piombare per primo sulle prede o peggio strappa loro il cibo dalla bocca. Ovvio che l’armonia si spezza: i due serranidi litigano quando si gettano insieme sui pesciolini snidati e la murena, infastidita finisce per aggredirli entrambi.
Una cernia lunga un metro come Mycteroperca rosacea è invece ben accetta, perché data la mole contribuisce a spaventare le prede e attacca solo i pesci più grossi.
Non si hanno molte notizie sulla riproduzione di Alphestes immaculatus. Sia i maschi che le femmine raggiungono la maturità sessuale verso i 12-13 cm, ma queste sono generalmente più numerose e più grandi.
Nel golfo della California il periodo riproduttivo cade fra aprile e ottobre, e pare che la fecondazione non avvenga in gruppo ma a coppie. Come per tutte le cernie, uova e larve sono pelagiche. Crescono in fretta e speranza di vita dei pesciolini è di circa 9 anni.
La resilienza di Alphestes immaculatus è elevata, con un tempo minimo inferiore a 15 mesi per il raddoppio delle popolazioni e la vulnerabilità alla pesca, bassa, segna appena 20 su una scala di 100. Ne consegue che figura come “Least Concern“, cioè a “Minima Preoccupazione” nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Alphestes galapagensis Fowler, 1944; Alphestes fasciatus Hildebrand, 1946.