Aloysia gratissima

Famiglia : Verbenaceae


Testo © Prof. Pietro Pavone

 

Aloysia gratissima (Gillies & Hook.) Tronc. è una specie originaria degli Stati Uniti sud-occidentali, Messico, Brasile, Bolivia, Paraguay, Uruguay e dell’Argentina nord-orientale.

Nomi comuni: Erba della principessa, Cespuglio bianco, Cedro del monte, Reseda di campo.

Il nome generico “Aloysia” è stato dedicato dal botanico Palau y Verdera (1734-1793) a Maria Luisa principessa di Parma (1751-1819), moglie del re Carlo IV di Spagna. L’epiteto specifico gratissima deriva dal latino e significa “il più piacevole”.

Aloysia gratissima è un arbusto molto ramificato, molto aromatico, alto fino a 3 m, con rami quadrangolari e corteccia grigiastra. Le foglie, su corti piccioli di 1-3 mm, sono opposte, di forma ellittico-lanceolata, lunghe circa 3 cm e larghe meno di 1 cm, ma spesso più piccole, di solito riunite in gruppi lungo gli steli. La pagina superiore è scabrosa color verde opaco e la pagina inferiore è provvista di setole rigide, il margine è intero o dentellato.  Le infiorescenze sono grappoli ascellari singoli o pannocchie ascellari che si allungano oltre le foglie, due o più per nodo, occasionalmente una, lunghe 4-8 o più cm. I fiori emanano un intenso profumo di vaniglia e presentano brattee ovato-ellittiche, occasionalmente lineari. Sono piccoli, leggermente pedicellati, ermafroditi, zigomorfi, di colore bianco, talora bluastri. Il calice è formato da sepali corti, ispidi con quattro denti; la corolla, pelosa all’esterno, è gamopetala a forma di un imbuto stretto che si apre in 4 lobi. I fiori compaiono da marzo a novembre, soprattutto dopo le piogge, e con il loro profumo non solo attirano molte specie di farfalle ma anche le api che dal nettare producono un delizioso miele. Il frutto è uno schizocarpo che si divide in 2-4 mericarpi.

Aloysia gratissima

Nativa dell’America tropicale e subtropicale, Aloysia gratissima è un arbusto che raggiunge i 3 m d’altezza. Coltura facile, con una buona resistenza al freddo ed alla siccità © Giuseppe Mazza

Aloysia gratissima, nelle aree di origine, si rinviene sui pendii rocciosi delle montagne, sui terreni sabbiosi o calcarei fino a 1200 m sul livello del mare. Si ritrova, insieme con arbusti pionieri, ai margini della boscaglia, nelle colture abbandonate, lungo i sentieri e le ferrovie.

In base alle differenze di dimensione delle foglie, la specie è ripartita in due varietà: Aloysia gratissima var. gratissima (Gillies & Hook.) Tronc. e Aloysia gratissima (Gillies & Hook.) Tronc. var. schulziae (Standl.) L.D. Benson, ma non tutti gli Autori sono d’accordo perché le due varietà si differenziano morfologicamente ma non geograficamente in quanto crescono simpatricamente condividendo le stesse nicchie ecologiche.

In America meridionale è adoperata per curare diverse malattie. L’infuso delle foglie si utilizza come digestivo nei dolori di stomaco. Le foglie e i rami sono efficaci nelle infezioni bronchiali, nei disturbi polmonari e nell’azione antimicrobica. Grazie alle sue proprietà medicinali per gli oli essenziali il cui elemento più importante è il pulegone, al momento c’è un crescente interesse per la propagazione della pianta, per non diminuire ulteriormente le popolazioni naturali già molto ridotte a causa del disboscamento. L’Analisi con la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) ha rilevato quantità elevate di acido ferulico, acido trans-cinnamico e acido p-Cumarico, e anche trans- β-Carotene e Luteina la cui quantità varia nel corso delle stagioni. Inoltre, l’estratto, non solo è antiossidante, ma inibisce la perossidazione lipidica che, essendo reattiva, è causa di danni alle membrane cellulari.

Aloysia gratissima

Le infiorescenze profumano di vaniglia e il miele prodotto dalle api col suo nettare è delizioso. La pianta è tossica per gli animali domestici ma ricca di virtù medicinali © Giuseppe Mazza

Aloysia gratissima, tollerante la siccità, resiste alle basse temperature e può vivere in diversi tipi di terreni, meglio se soleggiati. Per la sua abbondante fioritura si presta a essere utilizzata nei giardini come pianta ornamentale ma bisogna fare attenzione perché è tossica per gli animali domestici. Si moltiplica facilmente per talea (in autunno-inverno) o per seme (in autunno-primavera) quando i mericarpi sono asciutti e di colore marrone.

Sinonimi: Aloysia beckii Moldenke; Aloysia chacoensis Moldenke; Aloysia chacoensis var. angustifolia Tronc.; Aloysia floribunda M.Martens & Galeotti; Aloysia gratissima var. angustifolia (Tronc.) Botta; Aloysia gratissima var. chacoensis (Moldenke) Botta; Aloysia gratissima f. macrophylla Moldenke; Aloysia gratissima var. oblanceolata Moldenke; Aloysia gratissima var. paraguariensis (Briq.) Moldenke; Aloysia gratissima var. revoluta (Moldenke) Moldenke; Aloysia gratissima var. schulziana (Moldenke) Botta; Aloysia gratissima var. sellowii (Briq.) Botta; Aloysia ligustrina var. paraguariensis (Briq.) Moldenke; Aloysia ligustrina var. schulzii (Standl.) Moldenke; Aloysia lycioides Cham.; Aloysia lycioides var. paraguariensis (Briq.) Moldenke; Aloysia lycioides var. revoluta Moldenke; Aloysia lycioides var. schulziana (Moldenke) Siedo; Aloysia lycioides var. schulzii (Standl.) Moldenke; Aloysia meyeri Moldenke; Aloysia mizquensis Ravenna; Aloysia schulziana Moldenke; Aloysia sellowii (Briq.) Moldenke; Aloysia uruguayensis Moldenke; Lantana virgata Larrañaga; Lippia affinis Briq.; Lippia gratissima (Gillies & Hook.) L.D.Benson; Lippia gratissima var. schulzii (Standl.) L.D.Benson; Lippia ligustrina var. paraguariensis Briq.; Lippia ligustrina var. schulzii Standl.: Lippia lycioides (Cham.) Steud.; Lippia sellowii Briq.; Verbena gratissima Gillies & Hook.; Verbena integerrima Larrañaga.

 

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