Famiglia : Fabaceae

Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Colombia, Costa Rica, El Salvador, Nicaragua, Panama e Venezuela, dove cresce nelle savane e nelle foreste decidue, dal livello del mare fino a circa 700 m di altitudine.
Il genere è dedicato al nobile italiano Filippo degli Albizzi che nel 1749 introdusse a Firenze da Costantinopoli l’ Albizia julibrissin; il nome specifico è quello in uso dalle popolazioni indigene del nord del Venezuela.
Nomi comuni: cow tamarind, east indian walnut, french tamarind, friendly tree, kindly tre, monkey pod, rain tree, saman tree (inglese); biliti siris (bengalese); arbre a la pluie, saman (francese); gulabi siris, vilaiti siris (hindi); bordão de velho, chorona, ingá-de-pobre (portoghese – Brasile); acacia preta, algarrobo, árbor de la lluvia, campano, carabeli, carreto, cenìzaro, couji, dormilón, lara, samán, urero, zamán (spagnolo); amaivagai, thoongumoonji maram (tamil); cham cha, kam kram (thailandese); còng (vietnamita).
L’ Albizia saman (Jacq.) Merr. (1876) è un albero inerme sempreverde o deciduo per breve periodo, alto 12-25 m, con un’ampia chioma ad ombrello, tronco, fino a oltre 1 m di diametro, dalla corteccia grigiastra, rugosa, da cui essuda una gomma di colore bruno, e rami giovani pubescenti; come in altre Fabaceae l’apparato radicale è capace di fissare l’azoto atmosferico arricchendone il suolo. Foglie alterne con un ingrossamento alla base del picciolo (pulvino), bipennate, lunghe 15-30 cm con 2-6 coppie di foglioline pennate, lunghe 5-7 cm, composte da 3-8 coppie di foglioline sessili asimmetriche ovato-oblunghe con apice ottuso, di colore verde lucido superiormente, ricoperte da un denso tomento biancastro inferiormente, lunghe 2-5 cm e larghe 1-3 cm, di dimensioni crescenti dalla base verso l’apice; le foglioline si chiudono la notte e nei giorni annuvolati o piovosi. Infiorescenze in densi capolini globosi di circa 5 cm di diametro, su un peduncolo pubescente lungo circa 6 cm, solitari o 2-3 insieme all’ascella delle foglie superiori, portanti 12-25 fiori con calice imbutiforme verde con cinque denti, lungo 0,5 cm, corolla imbutiforme a cinque lobi, rosata, lunga 1,2-1,6 cm, e filamenti lunghi 3-4 cm di colore bianco nella metà inferiore, rosa in quella superiore, uniti alla base in un tubo lungo circa 1 cm; al centro di ogni capolino vi è un fiore più grande degli altri ricco di nettare che ha il compito di attirare gli insetti impollinatori.

L’Albizia saman raggiunge i 25 m d’altezza con un’ampia chioma di grande valore ornamentale e paesaggistico. Qui il leggendario esemplare di "rain tree" all’ingresso principale dell’Orto Botanico di Singapore che ha dato il nome alla strada d'accesso. Il legno, pregiato, è resistente al marciume e agli insetti xilofagi © Giuseppe Mazza
Si riproduce per seme, preventivamente scarificato per intaccare il rivestimento ceroso idrorepellente o immerso in acqua a 80 °C per 2 minuti e successivamente in acqua a temperatura ambiente per un giorno, in terriccio organico con aggiunta di sabbia silicea grossolana per un 30% alla temperatura di 22-24 °C, con tempi di germinazione di 3-5 giorni.
Specie di grandissimo valore ornamentale e paesaggistico, per l’imponente chioma, il fogliame elegante e la copiosa fioritura, si è rapidamente diffusa in tutti i paesi tropicali come albero da ombra in parchi, grandi giardini e lungo ampi viali, grazie anche alla veloce crescita e adattabilità a diversi tipi di suoli, anche poveri, da acidi ad alcalini, sopporta inoltre i trapianti e le potature, anche drastiche. Coltivabile in pieno sole esclusivamente nelle zone a clima tropicale e subtropicale, non sopportando temperature inferiori a 10 °C se non eccezionali e per brevissimo periodo, con innaffiature regolari, ove necessario, nella fase giovanile, da adulta può resistere a periodi di siccità, eventualmente con la perdita delle foglie. Per le sue caratteristiche è una specie particolarmente adatta alla riforestazione. L’albero viene anche impiegato per ombreggiare le piantagioni di cacao, caffè, noce moscata, pepe, vaniglia ed altre colture; le foglie e soprattutto i frutti sono utilizzati come alimento per il bestiame e dalla polpa fermentata si ottiene una bevanda alcolica. Il legno presenta ottime caratteristiche, in particolare una minima contrazione durante l’essiccazione, è resistente al marciume e agli insetti xilofagi e viene utilizzato per realizzare mobili di pregio, sculture e vari oggetti artigianali, oltre che come combustibile.
Sinonimi: Mimosa saman Jacq. (1800); Inga cinerea Humb. & Bonpl. ex Willd. (1806); Inga saman (Jacq.) Willd. (1806); Mimosa pubifera Poir. (1810); Inga salutaris Kunth (1823); Pithecellobium saman (Jacq.) Benth. (1844); Pithecellobium cinereum (Humb. & Bonpl. ex Willd.) Benth. (1844); Acacia propinqua A.Rich. (1845); Calliandra saman (Jacq.) Griseb. (1860); Albizia saman (Jacq.) F. Muell. (1876); Feuilleea saman (Jacq.) Kuntze (1891); Enterolobium saman (Jacq.) Prai (1897); Zygia saman (Jacq.) Lyons (1907); Samanea saman (Jacq.) Merr. (1916).
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