Famiglia : Araceae
Testo © Pietro Puccio
L’ Aglaonema nitidum f. curtisii (N.E.Br.) Nicolson (1968) è originario delle foreste umide della Malaysia peninsulare e dell’Archipelago Lingga.
Il nome generico è la combinazione dei termini greci “aglaos” = lucente e “néma” = filo con probabile riferimento agli stami lucenti dei fiori; il nome specifico è il termine latino “nitidum” = lucente, mentre la forma prende il nome dal suo raccoglitore Charles Curtis (1853 – 1928).
Erbacea perenne, sempreverde, forma un fusto generalmente eretto fino ad 1-1,2 m di altezza e diametro da 1 a 3 cm, con internodi di circa 1-2 cm; foglie su piccioli lunghi 10-25 cm da ellittiche a oblunghe, appuntite all’apice, di 20-45 cm di lunghezza e 10-15 cm di larghezza, di colore verde intenso lucido con variegature grigio-argentee lungo le venature laterali o irregolarmente distribuite.
Infiorescenze su peduncoli lunghi 10-18 cm costituite da una spata inizialmente verde pallido, virante al bianco successivamente, di 3-8 cm di lunghezza ed uno spadice lungo 4-7 cm, con i fiori femminili occupanti la parte inferiore per circa 1 cm, e quelli maschili la parte restante. I frutti sono bacche ovoidi bianche a maturità.
Si riproduce per seme, divisione, talea di punta o porzioni di fusto.
La pianta è coltivabile all’aperto nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido in posizione ombreggiata, su substrati organici drenanti, leggermente acidi o neutri, altrove viene coltivata in vaso e come tale è apprezzata per la decorazione degli interni per il suo fogliame altamente ornamentale e l’altezza contenuta, non superando di norma il metro di altezza. Benché tolleri stare in ombra, una posizione luminosa, ma lontana dal sole diretto, ne esalta la variegatura. Il substrato deve essere organico, con aggiunta di sabbia o agriperlite, poroso e ben drenato per evitare marciumi radicali. La temperatura deve mantenersi superiore ai 14-16°C, ottimale intorno a 20-22°C, senza brusche variazioni.
Durante il periodo vegetativo le innaffiature devono essere regolari ed il substrato mantenuto umido, ma senza ristagni, durante l’inverno le innaffiature vanno diradate, specie se le temperature sono al limite inferiore, ma senza lasciare asciugare completamente il substrato.
Questa particolare forma ha dato origine a numerosi ibridi molto apprezzati per la decorazione degli interni.
Sinonimi: Aglaonema oblongifolium var. curtisii N.E.Br. (1897); Aglaonema nitidum f. cinereum Jervis (1980).