Famiglia : Fabaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Thailandia nordorientale dove cresce ai margini delle foreste decidue, tra 200 e 600 m di altitudine.
“Afgekia” è l’acronimo del nome del medico irlandese Arthur Francis George Kerr (1877-1942) che per primo si dedicò allo studio della flora thailandese e ne raccolse campioni; il nome specifico è l’aggettivo latino “sericeus, a, um” = sericeo, di seta, con riferimento all’aspetto sericeo di tutte le parti della pianta.
Nomi comuni: silky afgekia, silver afgekia (inglese); khan phai, thua paep chaang (thailandese).
L’ Afgekia sericea Craib (1927) è un rampicante legnoso perenne, sempreverde, con fusti lunghi fino a 10 m in presenza di appoggi e foglie alterne imparipennate con 13-19 foglioline ellittiche con apice appuntito e margine intero, di 6-8 cm di lunghezza e 2-3 cm di larghezza, pubescenti; le foglie giovani hanno riflessi argentei.
Infiorescenze terminali racemose, lunghe fino a 60 cm, con 200-400 fiori papilionacei che si aprono in successione dal basso verso l’alto sottesi da brattee rosa ricoperte da peli sericei. Il singolo fiore presenta un calice di colore da bianco crema a porpora chiaro ricoperto da una corta peluria bianca, come pure la corolla dal vessillo giallo verdastro con due macchie rosa porpora che fungono da guida al nettare, le ali rosa porpora e la carena bianca che racchiude pistillo e 10 stami; i fiori, che durano un solo giorno, sono impollinati dalle api, in particolare Megachile velutina (Smith, 1853), con una percentuale di fruttificazione notevolmente bassa. Il frutto è un legume piatto pubescente di colore inizialmente verde, poi bruno a maturità, contenente 1-3 semi.
Si riproduce facilmente per seme in terriccio organico sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C.
Specie rara sia in natura, dove è seriamente minacciata dalla deforestazione, che in coltivazione, nonostante le notevoli caratteristiche ornamentali del fogliame e delle infiorescenze di lunga durata. Di rapida crescita, è coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale in pieno sole, fatta arrampicare su graticci e ringhiere per poterne apprezzare appieno la fioritura; non è particolarmente esigente riguardo al suolo purché ben drenante. Le innaffiature devono essere regolari, anche se ben radicata può sopportare periodi di siccità, e le concimazioni, in primavera-estate, effettuate con prodotti bilanciati con microelementi. Dove il clima non consente la coltivazione in permanenza all’aperto può essere coltivata in vaso, con opportuni supporti su cui farla arrampicare, per potere essere riparata in serre o giardini d’inverno particolarmente luminosi, con temperature minime non inferiori a 15 °C.
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