Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Repubblica Dominicana dove cresce sugli alberi delle foreste umide tra 1000 e 1800 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dei sostantivi greci “ἀκίς” (akis) = punta e “ανθηρά” (anthera) = antera; il nome specifico è l’aggettivo latino “erosus, a, um” = eroso, con riferimento al margine delle foglie.
L’ Acianthera erosa (Urb.) A. Doucette (2016) è una specie epifita con rizoma strisciante e fusti sottili, lunghi 1,5-2,5 cm, provvisti all’apice di un’unica foglia sessile lanceolata con margine ricurvo irregolarmente eroso, di 2-3,5 cm di lunghezza e 0,5-0,8 cm di larghezza, coriacea.
Infiorescenze terminali racemose pendenti, da uno a tre, su peduncoli filiformi lunghi 1-3 cm, portanti numerosi minuscoli fiori con sepali e petali di colore biancastro sfumato di giallo verdastro pallido percorsi da sottili strisce longitudinali porpora; i fiori, della durata di 2-3 settimane, si aprono in successione uno, due alla volta.
Sepalo dorsale lineare-lanceolato con apice acuminato, lungo 1,6 cm e largo circa 1 mm, sepali laterali uniti per quasi tutta la loro lunghezza a formare un sinsepalo lungo circa 2,3 cm, petali lineari-lanceolati con apice acuminato, lunghi 0,7 cm e larghi 1 mm, labello trilobato con lobo intermedio ovato, lungo 3,5 mm, e lobi laterali ovati, lunghi 0,5 mm, e colonna lunga 3 mm.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 fusti.
Orchidea miniatura raramente presente in coltivazione, richiede una parziale ombreggiatura, temperature intermedie, 16-30 °C, elevata e costante umidità, 70-85%, e aria costantemente in movimento.
Innaffiature e nebulizzazioni regolari in modo da mantenere il supporto o il substrato costantemente umidi, ma senza ristagni, utilizzando acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata a temperatura ambiente, aggiungendo, quando la pianta è in vegetazione, una piccola dose di fertilizzante specifico per orchidee.
Viene solitamente montata su tronchetti o zattere di corteccia con dello sfagno alla base, in alternativa si possono usare piccoli vasi o canestri con composto molto aerato e drenante a base di frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura, carbone e sfagno.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Pleurothallis erosa Urb. (1917); Antilla erosa (Urb.) Luer (2004).