Famiglia : Acanthuridae.
Testo © Giuseppe Mazza
Il poco noto Pesce chirurgo pentastriato (Acanthurus triostegus Linnaeus, 1758), appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia degli Acanthuridae.
Il nome del genere “acanthurus”, viene dal greco “akantha“, spina, e “ura” = coda, per la spina affilata come un rasoio che questi animali recano sui due lati della coda.
Il nome specifico viene dal greco “treis” = tre, e “stego” = coprire, con riferimento alla membrana branchiostegia (la membrana mobile sul lato ventrale e posteriore dell’opercolo che rende possibili i movimenti respiratori del pesce) che protegge le branchie ed in questa specie reca apparentemente tre raggi e non cinque come negli altri Acanthurus. In realtà, gli altri due esistono, ma sono piccoli e nascosti.
Zoogeografia
L’ Acanthurus triostegus ha una diffusione incredibilmente vasta, nelle acque tropicali dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico, e a differenza dell’ Acanthurus dussumieri e dell’ Acanthurus lineatus raggiunge anche la California e scende lungo la costa americana fino a Panama.
Ecologia-Habitat
Vive nelle formazioni madreporiche, ma anche al largo, scendendo fino a 90 m di profondità. Per cercare le alghe che crescono sui sassi pascola, spesso anche accanto agli scarichi d’acqua dolce.
Morfofisiologia
Raggiunge i 27 cm, ma la lunghezza media è di 17 cm.
Piatto, quasi ovale, presenta una grande pinna dorsale con 9 spine e 22-26 raggi molli. L’anale, simmetrica e più corta, ha 3 raggi spinosi e 19-22 inermi. Le ventrali, contano un raggio spinoso e 3-5 molli, le pettorali 14-16 raggi molli e la caudale è più o meno troncata.
Il corpo, grigio argenteo sui lati, tendente al giallo-olivastro nella parte superiore, è attraversato da cinque fasce verticali nere: la prima mimetizza l’occhio, la seconda si ferma alla pettorale e le tre seguenti attraversano praticamente tutto il corpo.
A livello del peduncolo caudale si nota l’abbozzo di una sesta fascia, spezzata a metà dalla spina erettile e tagliente, tipica del genere, posta in un alloggiamento dello stesso colore del corpo. Anche qui, come per l’ Acanthurus lineatus, il pesce è davvero inconfondibile ed i predatori lo sanno.
Anche il capo, allungato, ha la sua banda nera, e la bocca, con labbra carnose, reca denti minuscoli. Si notano numerosi rastrelli branchiali.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Nuota spesso in fitti gruppi alla ricerca d’alghe filamentose commestibili: i piccoli in acque basse e persino nelle pozze di marea, gli adulti fra i coralli e le rocce. Si nutrono anche di zoobenthos, in particolare di foraminiferi del genere Calcarina, fitoplancton, cnidari e piccoli crostacei bentonici.
La riproduzione è collettiva con nuvole d’uova pelagiche e sperma, un’occasione d’oro per gli uccelli predatori che approfittano spesso della confusione.
Viene pescato e consumato localmente, anche se, a seconda di quello che hanno brucato, c’è il rischio di prendersi una grave intossicazione alimentare nota come ciguatera.
È una specie con tasso di vulnerabilità alla pesca bassissimo che segna appena 16 su una scala di 100, con popolazioni che possono raddoppiare in 1,4-4,4 anni.
Sinonimi
Chaetodon triostegus Linnaeus, 1758; Hepatus triostegus Linnaeus, 1758; Rhombotides triostegus Linnaeus, 1758; Teuthis triostegus Linnaeus, 1758; Harpurus fasciatus Forster, 1801; Acanthurus zebra Lacepède, 1802; Chaetodon couaga Lacepède, 1802; Teuthis australis Gray, 1827; Acanthurus hirudo Bennett, 1829; Acanthurus subarmatus Bennett, 1840; Acanthurus pentazona Bleeker, 1850; Rhombotides pentazona Bleeker, 1850; Hepatus sandvicensis Streets, 1877; Teuthis sandvicensis Streets, 1877; Teuthis elegans Garman, 1899; Teuthis troughtoni Whitley, 1928.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.