Famiglia : Acanthuridae.
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Testo © Giuseppe Mazza
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Lungo anche 40 cm, il Pesce chirurgo zebrato (Acanthurus sohal) è presente nell’Oceano Indiano occidentale dal Mar Rosso al Golfo Persico © François Libert
Il Pesce chirurgo zebrato o Pesce chirurgo sohal (Acanthurus sohal Forsskål, 1775), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformi Perciformes ed alla famiglia degli Acanthuridae.
Il nome del genere “acanthurus”, viene dal greco “akantha“, spina, e “ura” = coda, per la spina affilata come un rasoio che questi animali recano sui due lati della coda.
Il nome della specie “sohal”, è quello con cui gli Arabi chiamano questo pesce.
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Si nutre d’alghe, specie quelle filamentose o del genere Sargassum, e della pellicola verde che ricopre i fondali © Giuseppe Mazza
Zoogeografia
Se ne parla spesso come di una specie endemica del Mar Rosso, ma in realtà è comune in buona parte dell’Oceano Indiano occidentale: nel Mare Arabico, nel Golfo di Aden e pare fino alle Seychelles ed il Madagascar.
Poi c’è un’interruzione e lo ritroviamo nel Pacifico a Taiwan, dove sembra proprio che sia nativo e non introdotto, come è accaduto in Florida.
Ecologia-Habitat
Vive nelle formazioni madreporiche, in genere sulle piattaforme e sui costoni, senza mai scendere sotto i 20 m di profondità.
Ha una predilezione per le madrepore Acropora corymbosa ed Acropora pharaonis che crescono sui precipizi, sotto cui si rifugia, ben protetto dai loro spuntoni, in caso di pericolo.
Morfofisiologia
Può raggiungere i 40 cm, ma la taglia media si aggira sui 30 cm.
Il corpo è piatto, quasi ovale, con un’unica grande pinna dorsale con 8 raggi spinosi e circa 39 raggi molli.
L’anale è simmetrica ma più corta, con 3 spine e circa 32 raggi inermi; le ventrali, di taglia modesta, hanno 1 spina e 6 raggi molli; le pettorali sono relativamente lunghe ed appuntite; la caudale decisamente lunata.
Per molti aspetti ricorda Acanthurus lineatus. Anche qui molte pinne sono bordate di blu, ma mancano le intense strisce gialle e blu. Qui si tratta piuttosto di bande orizzontali quasi nere su un fondo chiaro dai riflessi bluastri, che tende al giallo solo sul dorso. Il ventre è simile, senza disegni, ma questi si marmorizzano nella parte superiore del corpo attenuandosi fino a diventare quasi invisibili sull’opercolo. Solo la zona accanto agli occhi riprende, camuffandolo, i toni più marcati del disegno.
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Dall’astuccio ammonitore arancio vivo del peduncolo caudale, sbuca, quando serve, una lama affilata per scacciare con frustate taglienti gli aggressori e gli importuni © Giuseppe Mazza
La lama tagliente del peduncolo caudale, che nell’ Acanthurus lineatus era quasi nascosta, qui è enfatizzata dal colore arancio vivo dell’astuccio protettivo, un chiaro segno di minaccia per gli importuni, in un contesto chiaramente aposematico.
Un’altra macchia arancio è presente subito dopo le pinne pettorali a metà altezza del corpo.
La bocca mostra due labbra carnose e denti minuscoli.
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Un esemplare maestoso. Nuotatore veloce che sa ben districarsi nel labirinto dei coralli, il Pesce chirurgo zebrato è territoriale e talora aggressivo © Karine Marangon
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il pesce chirurgo zebrato è un nuotatore veloce che sa ben districarsi nel labirinto dei coralli. Territoriale e spesso aggressivo, si trova anche in gruppi numerosi che esplorano senza sosta le rocce ed il reef dove brucano soprattutto alghe filamentose o appartenenti al genere Sargassum, ma si nutrono anche di detriti e della pellicola d’alghe microscopiche che coprono il fondo.
In acquario accetta facilmente il cibo d’origine animale, ed è quindi probabile che in natura arricchisca spesso la sua dieta con piccoli crostacei ed altri animali che vivono fra le alghe e i coralli.
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Un giovane, dal corpo ancora tondeggiante, che mostra già un abbozzo della livrea adulta e la lama tipica di tutti gli Acanthurus sul peduncolo caudale © François Libert
Le uova sono pelagiche e dopo vari stadi larvali, verso i 2 cm di lunghezza, assumono per gradi la forma degli adulti.
Anche se la carne non è pregiata, viene consumato dai locali, ed alimenta il triste traffico di pesci marini per l’acquario domestico. La specie non è tuttavia in pericolo: ha un tasso di vulnerabilità alla pesca di 30 su 100, con popolazioni che possono raddoppiare in 1,4-4,4 anni.
Sinonimi
Acanthurus carinatus Bloch & Schneider, 1801; Chaetodon sohal Forsskål, 1775; Ctenodon ruppelii Swainson, 1839.
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