Famiglia : Acanthuridae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Pesce chirurgo sbarrato (Acanthurus polyzona Bleeker, 1868), appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia degli Acanthuridae.
Il nome del genere Acanthurus viene dal greco “akantha“, spina, e “ura” = coda, per via della spina tagliente che questi pesci recano sui due lati del peduncolo caudale. Il nome della specie polyzona, nasce dal greco “polys“ = molti , e dal latino “zona” = cintura, fascia, per le numerose e caratteristiche bande verticali scure.
Zoogeografia
Vive, molto localizzato, solo nell’Oceano Indiano occidentale. Lo troviamo all’arcipelago delle Comore, lungo le coste del Madagascar ed alle isole della Riunione, Maiotte e Maurizio.
Ecologia-Habitat
Nuota in acque basse, mai sotto i 15 m di profondità, fra scogli coperti d’alghe e coralli, ma anche nella zona di marea fra le radici delle mangrovie.
Morfofisiologia
Non supera in genere gli 11 cm di lunghezza, anche se c’è chi parla di 20 cm. Il corpo piatto relativamente corto ed angoloso, più romboidale che ovale a pinne distese, mostra una fronte sporgente che scende quasi alla verticale. Assomiglia molto nell’insieme Acanthurus triostegus, tant’è che si era parlato di una sottospecie, anche se è decisamente più piccolo con quasi il doppio di fasce verticali. Sul corpo ne contiamo infatti 8, partendo dal peduncolo caudale, più un’altra spezzata che attraversa l’occhio per non parlare dei disegni frammentati sul muso.
La pinna dorsale ha 9 raggi spinosi e 23-25 molli. L’anale è simmetrica ma un po’ meno lunga, con 3 raggi spinosi e 21-23 raggi inermi. Le pinne pettorali contano 16 raggi e la caudale è smarginata. Le mascelle degli adulti recano 19 piccoli denti in alto e 20 in basso. Il colore di fondo è bianco argenteo, più chiaro ventralmente dove le fasce verticali si assottigliano, trasformandosi in macchie tondeggianti verso il capo. La pinna dorsale e le zone adiacenti mostrano sfumature giallastre, come in Acanthurus triostegus.
La lama tagliente sul peduncolo caudale è decisamente poco visibile. Non è reclamizzata perché questi piccoli pesci non ne hanno bisogno, giocano infatti anzitutto la carta mimetica nelle loro strategie di sopravvivenza.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Data la modesta diffusione e la mancanza di studi o monitoraggi, ben poco si sa di preciso sulla specie che ha un’alimentazione, probabilmente basata, come per Acanthurus triostegus, sulle alghe filamentose ed il plancton.
È noto che i maschi mostrano una livrea di corteggiamento, che le uova fecondate e le larve sono planctoniche. Da osservazioni effettuate dopo l’uragano del 1989 all’isola della Riunione, risulta che popolazioni erano rimaste stabili grazie all’ottima resilienza della specie, che può raddoppiare i suoi effettivi in meno di 15 mesi.
Acanthurus polyzona non è pescato ai fini alimentari e ancor meno richiesto, per l’alto costo e l’aspetto modesto, dal mercato acquariologico. L’indice di vulnerabilità alla pesca è dunque bassissimo e segna appena 10 su una scala di 100.
Sinonimi
Rhombotides polyzona Bleeker, 1868; Acanthurus triostegus polyzona Bleeker, 1868.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.