Famiglia : Acanthuridae.
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Testo © Giuseppe Mazza
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Acanthurus japonicus non vive solo in Giappone ma fin oltre l’Indonesia. Nuota tutto il giorno sulle piattaforme e sui costoni dei reef fra 5-15 m di profondità © David Rolla
Poco presente negli acquari, il Pesce chirurgo giapponese (Acanthurus japonicus Schmidt, 1931), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Perciformes ed alla famiglia Acanthuridae.
Il nome del genere Acanthurus viene dal greco “akantha“, spina, e “ura” = coda, per la spina affilata come un rasoio che questi pesci recano sui due lati della coda. Il nome della specie japonicus = del Giappone in latino, indica il più noto paese di provenienza.
Zoogeografia
Oltre che in Giappone, Acanthurus japonicus è di casa a Taiwan, nelle Filippine, in Indonesia, Palau e nelle isole Andaman, Ogasawara e Ryukyu.
Ecologia-Habitat
Vive nelle formazioni madreporiche, in genere sulle piattaforme e sui costoni fra 5-15 m di profondità. È raro trovarlo sotto i 20 m.
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La colorazione è molto variabile, anche in funzione dell’umore, pur mantenendo alcuni punti fermi © Giuseppe Mazza
Morfofisiologia
Può raggiungere i 21 cm, ma la lunghezza media si aggira sui 14 cm. Il corpo è piatto, quasi ovale, con un’unica grande pinna dorsale con 9 spine e 28-31 raggi molli. L’anale è simmetrica e più corta; le ventrali e le pettorali sono di taglia modesta; la caudale è troncata.
La colorazione è alquanto variabile anche in funzione dell’umore del pesce, ma con alcuni punti fermi: c’è sempre una larga fascia bianca che va dall’occhio al labbro superiore; i raggi molli della pinna dorsale hanno una vistosa banda arancione; il peduncolo caudale, con la sua lama tagliente, è giallo. Il corpo può essere molto scuro, con tonalità marroni e blu, o molto chiaro, fin quasi al giallo. La bocca è sporgente, con due labbra carnose e denti minuscoli.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Acanthurus japonicus non sta mai fermo. Nuota tutto il giorno, in gruppi più o meno numerosi, nelle zone più assolate dei reef, dove crescono le alghe.
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Lungo al massimo 21 cm, parzialmente onnivoro, potrebbe vivere bene in acquario, ma non tollera la presenza dei conspecifici ed è soggetto alla malattia dei punti bianchi © Bernard Dupont
Anche se prevalentemente vegetariano, arricchisce spesso la sua dieta con piccoli crostacei ed altri animali che trova fra le alghe ed i coralli. Dopo la fecondazione, le uova si disperdono e le larve attraversano vari stadi.
I giovani si possono confondere con quelli di Acanthurus nigricans e assomigliano anche a quelli di Acanthurus leucosternon.
Data la taglia modesta e la tendenza onnivora è un pesce che potrebbe teoricamente essere ospitato negli acquari, ma non è così. Come molti Acanthurus è infatti un vero attaccabrighe e non tollera la presenza dei conspecifici. E come se non bastasse è molto sensibile ad un protozoo ciliato, il Cryptocaryon irritans, che provoca la malattia dei punti bianchi.
Data la taglia modesta non è pescato nemmeno per usi alimentati. Le popolazioni possono raddoppiare in appena 15 mesi ed il tasso di vulnerabilità alla pesca, 11 su su una scala di 100, è molto basso.
Sinonimi
Hepatus aliala japonicus Schmidt, 1931.
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