Negaprion brevirostris

Famiglia : Carcharhinidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Lungo anche 3 m, Negaprion brevirostris è presente sulle due coste dell’Atlantico e alcune località del Pacifico occidentale

Lungo anche 3 m, Negaprion brevirostris è presente sulle due coste dell’Atlantico e alcune località del Pacifico occidentale © Rafi Amar

Noto come Squalo limone per il colore dei fianchi che richiamano le sabbie dei fondali, Negaprion brevirostris (Poey, 1868) appartiene alla classe dei Chondrichthyes, i pesci cartilaginei, all’ordine dei Carcharhiniformes ed alla famiglia dei Carcharhinidae che conta 11 generi e 59 specie col muso appuntito e 5 fessure branchiali per lato che terminano all’attacco della pinna pettorale, occhi tondi con palpebra nittitante interna e denti simili a pugnali; pesci ben collaudati dal tempo, visto che circolavano già nell’Eocene, circa 50 milioni d’anni fa.

Il nome del genere Negaprion nasce dal latino “nego” = negare e dal greco “πρίων” (prion) = sega, con riferimento alla forma dei denti che non terminano a cuspide dentata come in altri pesci,  ma sono tutti affilati e aguzzi.

È volgarmente noto come Squalo limone, per le sfumature marrone dorato dei fianchi, spesso mimetiche sui fondali sabbiosi

È volgarmente noto come Squalo limone, per le sfumature marrone dorato dei fianchi, talora mimetiche sui fondali sabbiosi © Michael Eisenbart

Il termine specifico brevirostris ci ricorda infine, in latino, che il muso, benché appuntito, è corto.

Zoogeografia

È una specie frequente nelle acque tropicali dell’Oceano Atlantico, in particolare nella zona caraibica e lungo le coste del Sud America fino in Brasile, ma la troviamo anche in Africa sul lato opposto dell’oceano alle isole di Capo Verde, in Gambia, Senegal e Costa d’Avorio. Nel Pacifico è segnalata a Vanuatu, in Peru ed Ecuador. Poi, risalendo, ha colonizzato tutta la costa americana occidentale fino alla penisola della Bassa California in Messico.

Di profilo, remore permettendo, si riconosce facilmente perché la prima e la seconda pinna dorsale sono quasi identiche

Di profilo, remore permettendo, si riconosce facilmente perché la prima e la seconda pinna dorsale sono quasi identiche © Michael Eisenbart

Ecologia-Habitat

Lo Squalo limone è un pesce prevalentemente diurno da giovane e per lo più notturno in età adulta. Vive lungo le coste in acque basse, spesso intorno ai 30 m, anche se, specie d’inverno, può scendere a profondità maggiori fin verso i 90 m.

Frequenta ambienti corallini, fondali sabbiosi, formazioni di mangrovie ed estuari salmastri, entrando spesso per brevi tratti anche nelle acque dolci come accade per esempio nel delta amazzonico. Quando lo si trova in alto mare, dove nuota generalmente in superficie, vuol dire che è in migrazione.

Il ventre è bianco, la punta delle pinne scura e l’enorme bocca spalancata è più larga che lunga

Il ventre è bianco, la punta delle pinne scura e l’enorme bocca spalancata è più larga che lunga © Michael Eisenbart

Può trattarsi di un maschio che cerca una compagna o di una femmina che torna al luogo dove ogni due anni partorisce, in genere una formazione di mangrovie, dove i giovani trovano cibo in abbondanza e rifugi fra le radici in acque basse senza il rischio di essere predati.

Un ambiente dove trascorrono i primi anni della loro vita e imparano un po’ alla volta a conoscere le prede e le tecniche di caccia, osservando i coetanei, gli adolescenti e gli adulti in un rapporto sociale complesso grazie a un cervello di grossa taglia rispetto alla mole, paragonabile a quello degli uccelli e dei mammiferi.

Osservano e memorizzano.

Un esemplare in cattività della Florida ha persino imparato a premere un campanello per avere in cambio del cibo.

Morfofisiologia

Negaprion brevirostris misura in media 2,4 m con un corpo massiccio e fusiforme di 150 kg, ma vi sono record di 3,4 m e 183 kg.

La livrea, senza disegni, è grigia o bruno giallastra col lato ventrale più chiaro e la parte finale delle pinne scura.

Quelle dorsali sono due. La seconda, posta in posizione arretrata sopra all’anale, è quasi identica alla prima e questo è un elemento utile per riconoscere a prima vista la specie quando è di profilo.

Le pinne pettorali sono triangolari e la caudale eterocerca, cioè asimmetrica, con la parte superiore molto più grande che mostra una vistosa tacca all’apice.

La testa è piatta. Il muso reca un’enorme bocca, più larga che lunga, con 15 denti per lato sulla mascella superiore e 13-14 sull’inferiore. Questi sono particolarmente aguzzi e affilati, per trattenere la vittima mentre quelli in alto hanno mostrano una leggera seghettatura sui lati, come i coltelli da cucina, per tagliarla a pezzi. E come se non bastassero, si notano anche 1-3 denti più piccoli nella parte anteriore di entrambe le mascelle.

I denti, 30 circa per mascella, sono lame aguzze. Quelli sotto mantengono il morso mentre scuote il capo, e i superiori, leggermente seghettati sui lati, fanno la carne a pezzi

I denti, 30 circa per mascella, sono lame aguzze. Quelli sotto mantengono il morso mentre scuote il capo, e i superiori, leggermente seghettati sui lati, fanno la carne a pezzi © Rafi Amar

La vista, l’udito e l’olfatto sono ottimi. L’occhio è tondo con palpebra nittitante interna

La vista, l’udito e l’olfatto sono ottimi. L’occhio è tondo con la palpebra nittitante interna © Rafi Amar

Come tutti gli squali, per cacciare nell’oscurità, Negaprion brevirostris reca sul capo le ampolle di Lorenzini, degli elettro ricettori particolarmente sensibili che localizzano il campo elettrico emesso dalle prede. Si affacciano all’esterno come tanti piccoli pori: una fine punteggiatura presente su tutto il capo e qui ben visibile sul muso

Come tutti gli squali, per cacciare nell’oscurità, Negaprion brevirostris reca sul capo le ampolle di Lorenzini, degli elettro ricettori particolarmente sensibili che localizzano il campo elettrico emesso dalle prede. Si affacciano all’esterno come tanti piccoli pori: una fine punteggiatura presente su tutto il capo e qui ben visibile sul muso © Rafi Amar

Il corpo è protetto da minuscole squame placoidi. La vista, l’udito e l’olfatto sono ottimi e per cacciare nell’oscurità e reca sul capo, come in tutti gli squali, le ampolle di Lorenzini, elettro ricettori particolarmente sensibili che si presentano all’esterno come una fine punteggiatura: tanti piccoli pori ben visibili sul muso che localizzano, anche al buio, il campo elettrico emesso dalle prede.

Quando nuota lo Squalo limone respira tramite le sue cinque fessure branchiali per lato, ma non ha bisogno come accade ad altri squali d’essere in perenne movimento, e può riposare adagiato su un fondale portando tranquillamente l’acqua alle branchie col movimento della bocca.

Le 5 fessure branchiali accanto alla pinna entrano in gioco se il pesce nuota, mentre quando riposa sui fondali per ossigenare le branchie bastano i movimenti della bocca

Le 5 fessure branchiali accanto alla pinna entrano in gioco se il pesce nuota, mentre quando riposa sui fondali per ossigenare le branchie bastano i movimenti della bocca © Michael Eisenbart

Etologia-Biologia Riproduttiva

Negaprion brevirostris ha un regime alimentare che cambia secondo l’età: si nutre prevalentemente di pesci ossei come cernie, tonni, carangidi e sgombri, ma anche di pesci cartilaginei tipo razze e giovani squali, cui si aggiungono polpi, calamari, aragoste e persino incauti uccelli marini che atterrano per riposarsi sulla superficie del mare.

Lo Squalo limone vive circa 25-30 anni e raggiunge la maturità sessuale verso gli 11-13 anni quando supera i 2 m. Si è calcolato che un adulto ha bisogno di almeno 1,5 kg di carne al giorno e che i giovani di 70 cm, per crescere, devono predare almeno il 3% del loro peso per circa tre mesi

Lo squalo limone non caccia mai a caso. Ragiona, e prima d’attaccare valuta la facilità di cattura e il rendimento

Lo squalo limone non caccia mai a caso. Ragiona, e prima d’attaccare valuta la facilità di cattura e il rendimento © Rafi Amar

Nei primi anni di vita cercano il cibo sui fondali con una predilezione nei Caraibi per i pesci pappagallo (Scaridae) poi, crescendo, fanno stragi fra i pesci che si muovono in fitti branchi.

Gli adulti cercano esemplari più grossi.

Nuotano lentamente e scelgono una preda in genere di taglia intermedia, valutando la facilità di cattura e il rendimento.

Vi piombano sopra fulminei frenando con le pettorali al contatto per addentare a fondo la vittima stordita dall’impatto.

Scuotendo il capo strappano un primo brandello di carne e l’odore del sangue li eccita attirando spesso anche altri squali del branco.

Anche se caccia solo, lo Squalo limone nuota infatti spesso in aggregazioni libere che possono a volte raggiungere i 20 individui e permettono di controllare un territorio.

Data la taglia, i sub non vengono considerati una preda: gli incidenti con l’uomo sono rari e avvengono solo se l’animale è provocato.

L’accoppiamento ha luogo generalmente in primavera o inizio estate.

Il maschio afferra coi denti una pinna pettorale della femmina e la feconda in nuoto parallelo, come durante il corteggiamento, inserendo nella cloaca della compagna uno dei suoi due pterigopodi, le estensioni cilindriche del lembo posteriore delle pinne pelviche che veicolano i gameti.

Animali vivipari placentati, le femmine partoriscono ogni due anni 4-18 piccoli nutriti tramite i cordoni ombelicali per 10-12 mesi.

Studi genetici recenti hanno mostrato che sono poliandriche, perché i neonati, lunghi 60-65 cm, non appartengono necessariamente allo stesso padre.

La carne dello Squalo limone è commestibile, la pelle è usata come cuoio, e per alcuni la zuppa di pinne è una squisitezza. Anche per le crescenti attività sportive l’indice di vulnerabilità alla pesca è in aumento, segnando oggi, nel 2022, già 73 su una scala di 100.

È un pesce viviparo placentato. Ogni due anni, le femmine partoriscono 4-18 piccoli accanto a note formazioni di mangrovie, ricche di cibo e rifugi per i neonati

È un pesce viviparo placentato. Ogni due anni, le femmine partoriscono 4-18 piccoli accanto a note formazioni di mangrovie, ricche di cibo e rifugi per i neonati © Rafi Amar

La resilienza è bassissima perché occorrono almeno 14 anni per raddoppiare le popolazioni decimate dagli eventi.

Ne consegue che Negaprion brevirostris è classificato come molti squali “Vulnerabile” nella Lista Rossa della Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN).

Sinonimi

Hypoprion brevirostris Poey, 1868; Carcharias fronto Jordan & Gilbert, 1882; Negaprion fronto (Jordan & Gilbert, 1882).

 

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