Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle zone aride del Messico occidentale (Durango, Sinaloa e Sonora), dove cresce nelle foreste aperte su suoli rocciosi, spesso in prossimità di piccoli corsi d’acqua, fino a circa 1300 m di altitudine.
Il genere è dedicato all’astronomo danese Tycho Brahe (1546-1601), il nome specifico è l’aggettivo latino “aculeatus, a, um” = aculeato, con riferimento alle spine presenti ai margini del picciolo.
Nomi comuni: aculeata fan palm, hesper palm, Sinaloa hesper palm (inglese); palmilla, ta’aco, tajcù (Messico).
La Brahea aculeata (Brandegee) H. E. Moore (1980) è una specie a fusto singolo, alto 2-9 m, ma che solitamente non supera 6 m, con un diametro di 15-25 cm, di colore bruno nerastro generalmente ricoperto dalle foglie secche persistenti. Foglie costapalmate, lunghe 50-90 cm e larghe 0,6-1,2 m, di colore verde glauco, a volte più intenso inferiormente, divise per due terzi della lunghezza in segmenti sottili rigidi, bifidi all’apice. Picciolo lungo 0,5-1 m e largo circa 2 cm nella parte mediana, con margini muniti di spine irregolarmente distanziate tra loro, lunghe 1-5 mm, spesso ridotte di numero e dimensioni verso l’apice. Infiorescenze tra le foglie, più corte o leggermente più lunghe delle stesse, con ramificazioni di secondo ordine, portanti fiori ermafroditi di colore bianco e intensamente fragranti con 6 stami. Frutti globosi, di 2-3 cm di diametro, di colore nero lucido a maturità, contenenti un solo seme globoso di 1,5-2 cm di diametro.
Si riproduce per seme, posto in terriccio drenante mantenuto leggermente umido, che germina con calore di fondo in 1-3 mesi.
Palma di dimensioni contenute, piuttosto rara in coltivazione nonostante le indubbie caratteristiche ornamentali, particolarmente adatta per giardini rocciosi di tipo desertico, coltivabile nelle zone a clima tropicale, subtropicale e temperato caldo, dove pare possa resistere asciutta a temperature fino a circa -6 °C per brevissimo periodo. Richiede pieno sole ed ottimo drenaggio, per il resto si adatta a suoli poveri, alcalini, e può sopportare lunghi periodi di siccità, ma si avvantaggia di regolari innaffiature, specie nella fase giovanile, nelle zone caratterizzate da lunghe estati calde e secche; non gradisce invece i climi eccessivamente umidi.
Le foglie vengono estensivamente utilizzate dalle popolazioni locali come copertura delle abitazioni rurali, resistendo inalterate alle intemperie per diversi anni, e per realizzare cordami, oggetti artigianali artistici e di uso comune, i frutti infine sono una importante risorsa per la fauna locale.
Per la pressione antropica a cui è soggetta, in particolare per la raccolta intensiva delle foglie, che provoca spesso seri danni fino, a volte, al taglio del meristema, con conseguente morte della pianta, la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature) come “vulnerabile” (specie a rischio di estinzione in natura).
Sinonimi: Erythea aculeata Brandegee (1905); Glaucothea aculeata (Brandegee) I.M.Johnst. (1924).
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