Famiglia : Emberizidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Abbastanza divertente pensare che per riconoscere lo zigolo nero dal canto, si debba parlare di formaggio ma una vecchia tradizione ornitologica anglosassone che usa trasformare il vocalizzo di ogni uccello in una frase compiuta, ha dato lo spunto agli imperituri appassionati del mondo alato di questo paese per uno stratagemma che a volte può essere utile.
Gli zigoli hanno per il profano, un canto più o meno somigliante fra loro ed in certe parti delle frasi canore alcuni ancora più somiglianti di altri. Lo Zigolo giallo (Emberiza citrinella) è appunto il congenere con il quale si fa maggiormente riferimento sia per la somiglianza sia per il canto.
È così che il verso di questo uccello che è stato riprodotto fedelmente con la frase “a little piece of bread and no cheese”, letteralmente “un piccolo pezzo di pane senza formaggio” è usato anche per il nero in alcune ed occasionali sue frasi musicali ma saltando la parte finale del canto, appunto “cheese”, il formaggio, in quanto la sua melodia si limita alla prima parte.
Lo Zigolo nero (Emberiza cirlus Linnaeus, 1766) appartiene all’ordine dei Passeriformes ed alla famiglia degli Emberizidae ed è tra gli zigoli mediterranei uno dei più riservati e timidi.
In spregio al suo nome comune di nero, questo uccello risulta invece dotato di una livrea colorata ed elaborata relegando forse il termine nero alla sua ritrosia nel mostrarsi in piena luce, rimanendo sempre a debita distanza dall’osservatore che forse lo vedeva come un uccelletto scuro nel suo insieme senza poterne discernere i dettagli.
Come è d’abitudine per gli zigoli, il maschio ama molto mettersi in cima ad arbusti od alberelli a diffondere il suo canto territoriale o per richiamare la femmina, anzi il nero è quello che più di altri sceglie d’ abitudine le cime più alte degli alberi od anche pali elettrici ma è altrettanto il più rapido a sfuggire da notevole distanza non appena intravvede l’avvicinarsi di intrusi. Riprova di questa riservatezza è la poca conoscenza popolare che si riflette in pratica con la mancanza di nomi comuni specifici per questo uccelletto.
Mentre in Italia lo zigolo giallo, l’Ortolano (Emberiza hortulana), il Muciatto (Emberiza cia) e lo Strillozzo (Emberiza calandra) hanno diversi nomi dialettali locali, il nero è invece fortemente carente e quando nominato ecco apparire il solito e generico nome di zigolo, indifferentemente usato anche per gli altri congeneri. D’altra parte l’origine del nome comune italiano di zigolo è onomatopeico da zìvolo. Divertente poi scoprire che l’origine del nome scientifico della specie, cirlus, derivi proprio da un antico termine volgare italiano, più in particolare del dialetto toscano, un idioma tanto fantasioso e simpaticamente abile nel manomettere termini che hanno un senso insito nel nome, come se la variazione rafforzasse il significato della parola.
In questo caso cirlo originato dall’onomatopeico zirlo, il particolare squittìo che questo uccello emette quando agitato ed usato più palesemente per il tordo bottaccio (Turdus philomelos). L’etimologia del genere Emberiza, proviene dall’antico tedesco embritz un modo per chiamare in generale tutti gli zigoli.
In Europa è detto Cirl Bunting in inglese, Zaunammer in tedesco, Escribano soteño in spagnolo , Bruant zizied in francese e Escrevedeira-de-garganta-preta in portoghese.
Zoogeografia
Come è consuetudine nella maggior parte degli zigoli, anche il nero ha una areale molto limitato, ristretto nella vastità e specializzato nell’habitat.
Lo zigolo nero è un uccello dei climi caldi, mediterranei, con estati assolate particolarmente secche ed aride ed inverni relativamente miti generalmente poco soggette a copertura nevosa. Questo territorio garantisce a questo uccello la possibilità di restare per tutto l’anno rendendolo praticamente stanziale in gran parte del suo areale.
Occupa tutte le regioni costiere dal Portogallo alla Turchia, la Francia e parzialmente la parte sud ovest della Germania. Manca totalmente nell’Europa centrale e settentrionale con eccezione della penisola Balcanica ed isolate colonie nel sud della Gran Bretagna. È presente anche nell’Africa nord occidentale su una linea costiera che include Marocco e Algeria.
Non abita i sistemi montuosi più elevati pur frequentando le zone collinari dove risulta spesso molto frequente e dalle quali durante l’inverno migra altitudinalmente scendendo nelle valli sottostanti.
Come detto in precedenza la specie è stanziale ma soggetta ad erratismi a breve raggio secondo le condizioni atmosferiche, per cui questi spostamenti sono spesso cortissimi in distanza ed alle volte, in periodi climatici favorevoli, anche inesistenti.
Un territorio così limitato, con popolazioni così ravvicinate in un habitat pressochè uniforme, non poteva dar vita che a pochissime sottospecie. Sono state infatti classificate due sole sottospecie di cui una Emberiza cirlus cirlus vive in tutto il territorio continentale europeo e l’altra, Emberiza cirlus nigrostriata, la Corsica e la Sardegna.
Ecologia-Habitat
Lo zigolo nero è piuttosto esigente e specializzato nella scelta del tipo di habitat e difficilmente lo si può trovare in ambienti diversi. Ama climi caldi e secchi, collinari e di media montagna ben soleggiati, campi con piccoli boschetti o filari di alberi, terreni e pascoli cespugliosi, vigneti. Sulle coste mediterranee frequenta anche uliveti, pendii con cespugli radi. Anche sponde e radure rinsecchite e sassose dei fiumi, evitando attentamente aree coltivate o soggette ad operazioni agricole.
Non ha però timore dell’uomo con cui spesso convive pur rimanendo argutamente nell’ombra e passare inosservato in particolare durante la nidificazione. Non è raro trovarlo all’improvviso un mattino, in quell’angolo del giardino poco frequentato, in cima ad un alberello mentre emette il suo zirlìo penetrante e ripetitivo e poi dopo qualche tempo, vedere dei piccoli passerotti, perché tali sembrano, svolazzare disordinatamente fuori dalla siepe di ligustro li vicino.
Morfofisiologia
Lo zigolo nero è un elegante uccelletto molto simile a tanti suoi congeneri sia nelle dimensioni che in gran parte della livrea. Ha una lunghezza media di cm 17 un peso di circa 22 g ed un’apertura alare di 26 cm, misure che variano spesso secondo la stagione e la zona di provenienza.
Gli zigoli sono tipicamente dei passerotti più colorati del solito, con abitudini sociali simili in particolari stagioni, con comportamenti analoghi ed uguale alimentazione.
Oltretutto la femmina che negli zigoli ha generalmente una livrea sbiadita, oltre che vagamente confondibile con quella del passero domestico (Passer domesticus), è confondibile fra le sue stesse congenere in modo tanto accentuato in alcune specie, da renderle poco identificabili sul campo. Tuttavia la specie è ben distinguibile per il canto che è diverso anche fra gli stessi zigoli e per i colori della livrea del maschio, spesso molto eclatante.
Lo zigolo nero ha una generale screziatura marrone arancione sulla copertura alare, con chiara evidenza dei vessilli chiaro scuri delle remiganti e delle copritrici primarie.
Una colorazione molto variegata e molto elegante che si ripropone fino al groppone che risulta sensibilmente più rossastro. La coda, segnatamente biforcuta come in tutti gli zigoli, è di color marrone con le remiganti esterne con vessilli bianchi ben visibili in volo. La colorazione della testa è la parte determinante per distinguere questa specie dai congeneri. Molto simile a quella dello Zigolo giallo (Emberiza citrinella) che come dice il nome è completamente di questo colore, è però striata di nero con una linea sopraciliare che dal becco arriva alla nuca ed un bavaglino triangolare anch’esso nero, limitato al sottogola.
Sul vertice è presente un cappuccio brizzolato di crema e nero che scende sulla nuca fino a congiungersi con il dorso. La presenza di queste striature nere su uno sfondo giallo acceso, ha suggerito il nome comune dato in Italia a questo uccello. Sul collo ha uno stretto collare di color giallo che delimita una larga fascia olivastra che diviene, scendendo sul petto, una screziatura mista di giallo, ocra e arancione gentilmente punteggiato di nero. Una tavolozza variegata e multicolore, visibile solo da vicino ed in piena luce. Il becco è nero perlaceo, gli occhi nerissimi e le zampe rosa carnicine. La femmina manca quasi totalmente di questa brillantezza di colore ed è uniformemente più marroncino giallo ocracea. I giovani sono ben distinguibili per la commessura labiale giallastra molto accentuata e per i colori della livrea alquanto sbiaditi e poco evidenti.
Etologia-Biologia riproduttiva
Lo zigolo nero è monogamo per la stagione riproduttiva ed è molto territoriale durante il periodo di nidificazione, tuttavia alcune coppie sviluppano colonie sparse che vedono nidificazioni a poche decine di metri da altri nidi. La costruzione del nido è affidata alla femmina che dopo aver scavato un leggera depressione sul terreno, vi apporta fili d’erba secca e radicette che intreccia fino a formare una coppa profonda e ben conformata. Il nido è molto ben mimetizzato tra l’erba o alla base di bassi arbusti e risulta praticamente invisibile dall’alto perché occultato da un ciuffo di erba ricadente. Non è raro che il nido venga posto alzato dal terreno, tra i rametti di un denso cespuglio od anche su un’edera rampicante ma sempre ad altezze dal suolo molto ridotte ed eccezionalmente fino a due metri di altezza.
Vengono deposte 4 o 5 uova tenuamente colorate da una leggera sfumatura verde bluastra e splendidamente istoriate con linee e tratti neri. Le uova degli zigoli sono delle piccole opere d’arte, dei minuscoli quadri con disegni astratti mai simile uno all’altro e lo zigolo nero mantiene questa tradizione. La cova dura circa due settimane ed i piccoli che nascono ciechi ed implumi rimangono nel nido per circa 15 giorni prima di involarsi, sempre amorevolmente curati da entrambi i genitori. Abitualmente effettua due nidiate all’anno.
Lo zigolo nero è un uccello granivoro durante l’inverno ed il becco forte e dentato lo dimostra esplicitamente ma la dieta estiva è a base di invertebrati, in particolare cavallette ma anche bruchi e crisalidi, alimenti che sono base essenziale della crescita della prole.
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