Famiglia : Muscicapidae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Sostenere che una guerra abbia favorito l’espansione territoriale di un uccello, sembrerebbe un nonsenso ma alcune evidenze dimostrano che qualche cosa è successo durante l’ultimo periodo bellico. Non che un animale abbia partecipato alla conquista di un paese, sostenuto da un nemico invasore o che sia stato inviato sotto mentite spoglie ad invadere un’area nemica. Tutt’altro! Non è certo un comportamento di un essere che non conosce il significato di queste atrocità anche se nella tradizione antica del nord Europa, un altro uccello, il Beccofrusone (Bombycilla garrulus) già si era guadagnato lo sconvolgente ed involontario epiteto di portatore di sciagure e malefatte umane. Chiamato in tedesco Kriegvogel uccello della guerra ed in Olanda Pestvogel uccello della peste, già dal suo nome il suo arrivo in terre straniere non prometteva nulla di buono!
Eppure è successo, in particolare nel nord Europa che un uccellino, che solo in casi eccezionali veniva avvistato nei centri abitati, all’improvviso iniziò con grande rapidità ad occuparli sistematicamente trovandosi a suo completo agio.
I terribili bombardamenti subiti dalle città inglesi nel secondo conflitto mondiale ed in particolare Londra ed altri centri industriali, provocarono la distruzione di un numero incredibile di fabbricati e montagne di macerie ovunque, creando un ambiente desolante da sembrare sotto certi aspetti, per questo piccolo volatile che viveva in montagna, un habitat ormai noto di rocce friabili, di pareti scoscese, di sfasciame di frane riversate a cascata una sull’altra ed una serie infinita di crepe, fessure e pertugi, consueti per le sue abitudini.
Fu così che negli anni 40 le città inglesi vennero invase da un esercito ben diverso da quello militare, un’armata imbelle e non ostile che ha forse rallegrato con un canto alquanto farraginoso ma relativamente melodico, un mondo di distruzione e silenzio, di macerie e di morti. Si trattava del Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros Gmelin, 1774) un grazioso ed elegante uccellino assegnato all’ordine dei Passeriformes ed alla famiglia dei Muscicapidae, quel gruppo che raccoglie i pigliamosche del vecchio mondo.
Dapprima abitante di scogliere desolate, pendii scoscesi e rocciosi, di cave ed aree selvagge, si trovò a disposizione un nuovo e vasto areale, uniforme ed anche più consono alle sue esigenze. Si adattò perfettamente e con estrema rapidità al nuovo habitat, tanto da divenire un uccellino comune nei centri abitati di quegli anni.
Successe poi che la ricostruzione iniziò a sfrattare di malavoglia questi uccelletti che si erano ormai assuefatti al loro nuovo habitat ma anziché allontanarsi dalle città, ormai abituati a convivere con gli umani, cercarono di riconquistarle in altro modo, prendendo possesso di magazzini, di case abbandonate, di monumenti, di dock e di ogni altro luogo adatto.
Intervenne poi una nuova e successiva fase di ristrutturazione, più moderna ed attuale, con architetture diverse e per loro poco accoglienti ma indefessi, hanno resistito e tuttora abitano qualsiasi centro abitato anche se congestionato da traffico e martoriato da una quotidianità impossibile a volte anche per lo stesso essere umano.
Tutto ciò a dimostrazione di quanto sia flessibile il mondo animale e come ogni suo membro sappia sopravvivere e trovare soluzioni alternative in ogni avventura in cui si sia addentrato. Evoluzione, null’altro che evoluzione!
Uccellino molto simile al congenere Codirosso (Phoenicurus phoenicurus) tipico estivante e nidificante nelle aree del paleartico, lo spazzacamino è da considerare l’equivalente invernale del suo stretto parente e praticamente nella brutta stagione, invece di migrare oltre il Sahara per sfuggire ai rigori invernali, si installa nei territori lasciati liberi dal primo, creando un sovraffollamento con l’arrivo dei cugini migratori del nord Europa. Pur sovrapponendosi parzialmente negli habitat anche durante il periodo di nidificazione, le due specie hanno però delle specifiche esigenze che li tengono spesso ad una certa distanza, collocandoli uno, lo spazzacamino, in alta montagna ed in ambienti piuttosto brulli e freschi ed il codirosso comune in aree boscose, alberate e più miti. In ogni modo i centri abitati di tutta Europa, in particolare quelli nordeuropei, sembrano avere ingolosito entrambe le specie che spesso si trovano a convivere tra le mura della stessa città.
Tutti i nomi comuni dati in Europa riprendono perfettamente i colori della livrea di questo uccellino. In inglese Black Redstart, in tedesco Hausrotschwanz, in spagnolo Colirrojo Tizón, in francese Rougequeue noir ed in portoghese Rabirruivo-preto. Sebbene tutti abbiamo ripreso fedelmente i colori riproposti dalla livrea di questo uccellino, non vi è dubbio che il nome volgare italiano risulta il più folcloristico dato che per distinguerlo dall’altro cugino pressoché simile, lo hanno ….. fatto passare per un camino, annerendolo appunto come uno spazzacamino!
L’etimologia del nome scientifico vede derivare il genere Phoenicurus dall’abbinamento di due termini greci “phoinix” = rosso porpora e “ouros” = coda e la specie “ochruros” dalla fusione sempre nella stessa lingua di “okhros” = ocra, giallo pallido e “ouros” = coda. Piccole e personali interpretazioni del classificatore, sul vero colore della coda.
Zoogeografia
Il codirosso spazzacamino è un abitante del paleartico ed ha un vasto territorio che copre dalle sponde dell’Atlantico addentrandosi ad est fino a raggiungere, attraverso le pianure centroasiatiche, i confini con la Cina toccando a sud il Medio oriente, l’Anatolia, la regione caucasica e fino a lambire le grandi catene montuose asiatiche. È presente con diversi nuclei anche in Africa nord occidentale, sulle montagne dell’Atlante marocchino/algerino. Le popolazioni che abitano il nord dell’areale che lambisce le sponde del mar Baltico quelle del centro e nord Europa e le corrispondenti nelle regioni asiatiche, sono regolari migratrici e durante l’inverno trascorrono la brutta stagione a latitudini inferiori e più miti, raggiungendo nei periodi più freddi anche le coste africane, per le europee e il subcontinente indiano, per le asiatiche.
Le popolazioni più a sud dell’areale sono pressoché stanziali ed effettuano migrazioni limitate ed a breve raggio, accentuando maggiormente intensi spostamenti altitudinali, con movimenti che vedono popolazioni dell’alta montagna scendere nelle valli sottostanti alla ricerca di climi più tollerabili.
Ecologia-Habitat
Il codirosso spazzacamino non ama boschi e foreste e luoghi con vegetazione densa ma neppure aree completamente spoglie come praterie, aree a coltura intensiva e pantani. È un tipico abitante di colline rocciose con falde scoscese, con rocce frantumate e sparse nei prati ai piedi di pareti rocciose, pendii ripidi anche di pura roccia, zone montuose di qualsiasi altezza ma anche ad altitudini molto elevate che in Europa arrivano ai 3000 m e sulle catene Himalayane persino ad oltre i 5.000 m. Anche nelle città ama le aree con vecchie costruzioni, capannoni industriali, case abbandonate, chiese, angoli non particolarmente disturbati oppure località periferiche o piccoli centri abitati di campagna.
Lo spazzacamino è anch’esso un uccello molto schivo ma paragonato al suo stretto congenere codirosso comune, sembrerebbe essere un po’ più espansivo e non lesina di mostrarsi in qualsiasi momento della giornata appollaiato su un cornicione od un camino oppure un qualsiasi poggiatoio ben in vista, a scodinzolare con il abituale tremito della coda e l’irrefrenabile fremito del corpo.
È molto territoriale e difende accanitamente il suo areale. Solo nel periodo di nidificazione emette il suo abituale e persistente “tic tic tic” di avvertimento non appena intravvede l’arrivo di qualche pericolo od intruso mentre d’inverno, quando ospite nelle città del sud Europa, è un uccellino praticamente muto e sopperisce alla mancanza di voce con una maggiore frenesia del corpo.
Morfofisiologia
Anche il codirosso spazzacamino come tutti i muscicapidi del vecchio mondo, ha le stesse dimensioni dei suoi simili pur ponendosi a volte in posizioni che danno l’impressione di essere più snello ed allungato sebbene in realtà sia leggermente più arrotondato e grande. Misura circa 15 cm di lunghezza, un peso di 16/17 g ed un’apertura alare attorno ai 25 cm. Quindi perfettamente in linea con gli altri congeneri. Concediamoci l’ormai navigata battuta a livello sartoriale …. che probabilmente il grigio snellisce.
È specie politipica con alcune sottospecie che evidenziano leggerissime differenze nella colorazione della livrea. Il maschio tipico ha un colore generalizzato di un grigio ardesia che copre interamente le parti superiori ed inferiori del corpo lasciando in evidenza una mascherina nera che copre la parte anteriore del viso fino alla linea oculare, appena accennato sotto la gola.
Le remiganti sono nere e portano sulla parte superiore uno specchio alare biancastro ben caratteristico ed identificativo della specie. La coda ed il groppone sono di un vivace arancione con le timoniere centrali nerastre. I giovani maschi al primo anno per quanto già nidificanti, non evidenziano sempre colori così vividi come i soggetti maturi, infatti la livrea acquisirà la sua vividezza nel corso degli anni.
La femmina, alquanto simile a quella del Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) ha colori uniformemente grigio/brunastri molto tenui e non porta alcuna mascherina facciale e neppure specchi biancastri sulle ali ma ha anch’essa una coda aranciata un po’ meno vivace nei colori. I giovani sono all’involo completamente nerastri, una livrea che perderanno nella muta parziale autunnale per divenire molto simile ad una femmina in abito invernale. La coda rossastra è comunque da subito ben evidente.
Diverse sottospecie sparse nell’areale asiatico fra le quali il Phoenicurus ochruros rufiventris ed il Phoenicurus ochruros phoenicuroides entrambi con il ventre ed il petto totalmente di un vivace rossastro.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Nel suo ambiente selvaggio lo spazzacamino nidifica in qualsiasi pertugio, crepa o fessura disponibile, siano esse su una parete rocciosa a strapiombo o sotto un masso, su una falda ripida di montagna oppure all’interno di una caverna. Nei luoghi antropizzati si adatta a qualsiasi ricovero riproponga le medesime situazioni, quindi su una trave di un porticato, sotto una tegola, nel ripostiglio di attrezzi nel giardino oppure anche in una cassetta nido. La coppia è monogama per la stagione di nidificazione. Solo la femmina si incarica della costruzione del nido portando erbe, radicette e muschio ed arredando l’interno con materiale più fine e morbido ed anche piume.
Vengono deposte da 4 a 7 uova di colore bianco, al contrario del codirosso comune che sono invece di colore azzurro, che vengono covate solo dalla femmina per circa due settimane.
La permanenza nel nido può variare sensibilmente secondo le necessità e la sicurezza offerta dal rifugio ma d’abitudine dopo una quindicina di giorni i piccoli cominciano a scalciare e dopo alcuni giorni si involano. Solitamente effettua due covate per stagione. È specie parassitata dal cuculo.
Il codirosso spazzacamino è prettamente insettivoro nella stagione riproduttiva e si nutre di invertebrati sia terrestri che volanti: insetti con relative larve, ragni e vermi. Nell’autunno ed inverno integra la dieta con una alimentazione vegetale a base di frutti e piccoli semi. Le popolazioni cittadine, molto più evolute, non disdegnano qualche bocconcino offerto dall’uomo saltando, sempre con la massima precauzione, sui davanzali delle finestre o nelle ben fornite mangiatoie. Segno anch’esso dell’evoluzione.
Non è specie in pericolo, vista la vastità del territorio occupato e la buona consistenza delle diverse popolazioni. Come tutti i piccoli volatili sono oggetto di predazione da parte di falchetti e rapaci notturni ai quali si sono aggiunti i gatti domestici per le popolazioni cittadine. Naturalmente anche questa è evoluzione !
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