Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Sumatra dove cresce nelle foreste umide nella parte meridionale dell’isola.
Il nome del genere è quello in sanscrito della Vanda tessellata; il nome specifico è l’aggettivo latino “foetidus, a, um” = fetido, puzzolente, con riferimento all’odore di creosoto emanato dai fiori.
Nomi comuni: bộ sưu tập phong lan (vietnamita).
La Vanda foetida J.J.Sm. (1906) è una specie epifita monopodiale con fusto eretto, fino a 0,8-1 m di altezza e 1,2 cm di diametro, interamente ricoperto dalle basi fogliari imbricate, da cui si dipartono robuste radici aeree carnose.
Le foglie sono alterne, distiche, coriacee, nastriformi con apice irregolarmente tridentato, ricurve, lunghe 25-35 cm e larghe 2,5-3,5 cm, di colore grigio-verde, lucide.
Infiorescenze racemose ascellari, su un peduncolo lungo circa 8 cm, portanti 2-3 fiori carnosi di circa 4,5-5,5 cm di diametro con sepali e petali simili, distesi, spatolato-orbicolari, di colore rosa lilla più o meno intenso.
Sepalo dorsale lungo circa 2,8 cm e largo 2,5 cm, sepali laterali della stessa lunghezza e 3 cm di larghezza, petali lunghi e larghi circa 2,7 cm, labello carnoso trilobato, lungo 2,7 cm con lobi laterali eretti e lobo mediano pandurato (simile ad un violino) largo 1,5 cm.
Si riproduce per seme, in vitro, e micropropagazione.
Innaffiature abbondanti e nebulizzazione delle radici giornaliere in estate, in particolare per le piante a radice nuda, ma senza ristagni, più diradate in inverno, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa a temperatura ambiente.
Concimazioni bisettimanali dalla tarda primavera ad inizio autunno, poi mensili, utilizzando un prodotto bilanciato, con microelementi, specifico per orchidee, a ½ – ¼ di dose di quella riportata sulla confezione.
Può essere montata su rami, corteccia, zattere di sughero o di felci arborescenti o coltivata in vasi provvisti di ottimo drenaggio, con composto che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media-grossa pezzatura e carbone, o preferibilmente in canestri, per permettere alle radici di crescere liberamente, anche senza alcun substrato. I rinvasi vanno effettuati quando strettamente necessari, per la delicatezza delle radici, al momento della ripresa vegetativa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
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