Famiglia : Anatidae
Testo © Dr. Davide Guadagnini
La Dendrocigna fulva (Dendrocygna bicolor Vieillot 1816) è forse la più nota anatra appartenente al gruppo detto delle “dendrocigne”.
Appartiene all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), alla famiglia Anatidi (Anatidae), genere Dendrocygna e specie Dendrocygna bicolor.
Il nome del genere “Dendrocygna” deriva dal greco “dendron”= albero e dal latino “cygnus”= cigno e quindi significa “cigno arboreo” in riferimento alle abitudini arboricole di alcune delle specie appartenenti a questo genere e al fatto che evocano dei piccoli cigni.
Il nome dal latino della specie deriva da “bis” = due volte e “color” = colore, cioè bicolore, con riferimento alla livrea.
Zoogeografia
Specie monotipica, è la specie di dendrocigna maggiormente diffusa.
Il suo areale passa per vari continenti e numerose isole: presente in gran parte del centro e sud America, isole Hawaii, lungo la costa del Golfo negli Stati Uniti d’America, nell’Africa sub-sahariana e in Madagascar, in India e parte dell’Asia meridionale.
Ecologia-Habitat
Trattasi di specie principalmente tropicale e subtropicale e si riproduce naturalmente sia nell’emisfero sud che nord rispetto all’equatore. Nonostante l’enorme distribuzione della specie, quasi cosmopolita, non vi sono significative variazioni di taglia e colorazione tra le varie popolazioni esistenti a prescindere dalle ampie divisioni geografiche. In genere frequentano ambienti paludosi, acquitrini, laghi e stagni, lagune costiere salmastre e campagne aperte e pianeggianti; prediligono ambienti erbosi con abbondanza di erba alta.
Morfofisiologia
Il dimorsismo, in questo genere (Dendrocygna spp.), non è evidente anche se talvolta i comportamenti e le forme leggermente appesantite e arrotondate (del ventre) delle femmine pre-deposizione (o in deposizione) possono consentire di distinguere i sessi ad un “occhio allenato”.
Le dendrocigne hanno una conformazione particolare: colli e zampe relativamente lunghi, ampi piedi palmati dotati di unghie robuste e affilate, hanno postura molto eretta con tronco maggiormente verticalizzato rispetto alle anatre tipiche, la loro andatura molto “staccata dal suolo” è elegante e graziosa.Ali corte, larghe, arrotondate con primarie e secondarie di lunghezza simile caratterizzano tutte le specie. In alcune specie, i vessilli interni delle penne primarie esterne sono fortemente frastagliati e dentellati vibrando in volo e generando un distintivo fischio o ronzio meccanico.
In volo tengono testa e collo leggermente abbassati ed estesi ben in avanti, la postura è un po’ gobba; le zampe, lunghe (ben più della corta coda), simulano una lunga coda appuntita.
Hanno un volo con battiti d’ala piuttosto lenti e profondi, il volo è un po’ sfarfallante e molto grazioso. Molte specie volano anche di notte. Sono sostanzialmente anatre di pianura e vivono in ambienti caldi. Alcune specie hanno abitudini notturne; alcune specie sono arboree, altre prettamente terricole.
La dendrocigna fulva ha una forma tipica da Dendrocigna, è lunga circa 45-53 cm e pesa circa 621-755 g. La dendrocigna fulva è così chiamata per la sua colorazione piuttosto uniforme bruno-giallastra- pelle di bufalo-cannella presente in gran parte del corpo: parti laterali della testa, collo, fianchi e ventre.
Il dorso, e la parte dorsale del collo (prolungandosi dal vertice della testa che è marrone-castagna più intenso) sono di colore marrone scuro-quasi nerastro. Scuro anche il groppone. Le penne copritrici delle ali, marroni scure anch’esse, hanno le parti terminali di colore rossiccio-cannella che formano delle cappe terminali più chiare su fondo scuro. La parte ventro-laterale-mediale del collo presenta una sorta di macchia non definita più sfumata di giallastro chiaro-biancastro-argentato; in questa parte le penne risultano disposte a “ciuffetti” a forma di leggere rigature-piccoli solchi a basso rilievo. Sotto la zona appena descritta, il resto del collo ventralmente e il petto hanno tonalità più giallastro-dorate.
La testa termina con un piccolo ciuffetto posteriore, appena evidente, portato orizzontalmente e leggermente erettile. Sui fianchi sono presenti dei disegni falciformi quasi bianchi, bianchi-crema che interessano metà vessillo delle allungate penne laterali. Il sotto ala è marrone scuro carico. La coda è scura-nerastra, come la parte dorsale anteriore al sopraccoda. Il sopraccoda è chiaro, praticamente bianco crema e risulta evidente quando l’uccello è in volo, chiaro anche il sottocoda.
Le dendrocigne fulve sono dotate di piedi grandi, di colore grigio, e ampiamente palmati che ne fanno delle ottime nuotatrici, più efficienti dei loro congeneri, anche se nel nuotare non hanno grande stile e grazia. Il becco è grande, con unghia ben pronunciata, ed è di colore grigio-asfalto. L’occhio è bruno-scuro. I giovani hanno livrea più opaca e parti laterali meno chiare.
Etologia-Biologia riproduttiva
Questa specie ha l’abitudine di vocalizzare molto quando vola emettendo versi striduli simili a quelli emessi dai pivieri (genere Charadrius).
Gli stormi in fase di alimentazione sono particolarmente rumorosi tanto che le popolazioni messicane hanno dato il nome di “strilloni o piagnoni” a questa anatra.
Questi continui fischietti, molto piacevoli da udire, contribuiscono a mantenere unità famigliare e coesione all’interno degli stormi. Questa dendrocigna corre con agilità e raramente si appollaia sugli alberi (soprattutto nel nuovo mondo). In genere nuota lentamente con la testa tenuta alta, sono delle abili tuffatrici anche se un po’ goffe nei movimenti.
Nonostante sia una specie un po’ litigiosa ha abitudini gregarie riunendosi in grandi stormi d’alimentazione e riposandosi in gruppo. La dendrocigna fulva, come la dendrocigna faccia bianca (Dendrocygna viduata) con la quale talvolta condivide le zone di alimentazione, ha abitudini alimentari onnivore ma prevalentemente vege- tariane nutrendosi di semi vari e cereali, carici, erbe, piante acquatiche, bulbi, tuberi, frutta di vario tipo. Soprattutto durante la stagione riproduttiva integra la dieta con alimenti di origine animale come insetti acquatici, larve, lumache e crostacei anche se essi non costituiscono mai una parte sostanzialmente abbondante dell’alimentazione. Pur essendo un’anatra timida, è più facilmente avvicinabile rispetto ad altre specie selvatiche. Ha abitudini essenzialmente notturne o crepuscolari, non ha problemi a volare con il buio, spesso in formazione irregolare. Essere sorvolati da un gruppo fortemente fischiettante di queste anatre, col buio (senza vederle o quasi), è molto suggestivo.
La specie è per lo più sedentaria anche se può effettuare dei movimenti stagionali e alcune popolazioni possono risultare altamente nomadi. La maggior parte della popolazione a nord del Rio Grande si muove verso sud in autunno, cosi facendo pochi esemplari cadono vittima dei cacciatori americani ma vengono ampiamente cacciati in Messico. I comportamenti riproduttivi sono simili a quelli della dendrocigna faccia bianca (Dendrocygna viduata).
I loro nidi vanno da semplici avval- lamenti fatti nel terreno o tra i ciuffi d’erba a realizzazioni più complesse dalla forma di ceste piuttosto alte, a volte dotate anche di cupola, assemblate intrecciando e sistemando lunghi steli d’erba. Per la nidificazione possono utilizzare anche cavità in alberi o nidi d’altri uccelli. In America, la specie, nidifica prevalentemente a terra mentre in India utilizza maggiormente cavità e nidi abbandonati sopraelevati potendo nidificare anche ad alcuni metri da terra. Talvolta vengono realizzati nidi comuni che contengono molte uova.Le uova sono piuttosto tondeggianti ed hanno colorazione bianco avorio-crema, hanno dimensioni medie di 53 per 38 mm e peso attorno ai 50 g; la cova dura 24-25 giorni. Gli anatroccoli sono di colore marrone nebbioso con vertice della testa marrone più definito e ampia fascia laterale, a livello di guancia, biancastra che gira attorno alla nuca e ventralmente interessa il sottogola. Sfumature biancastre sono presenti a livello di ala, petto e coda.
Queste anatre sono molto attratte dai campi di riso e di grano, per questo sono considerate dei parassiti dagli agricoltori che spesso distruggono i nidi degli uccelli. La stagione riproduttiva, nelle zone tropicali, solitamente inizia alla fine della stagione delle piogge. Tranne che in Madagascar e in parte del subcontinente indiano, la specie, non risulta essere minacciata.
Negli Stati Uniti, attorno agli anni 60, vi fu una grande moria di dendrocigne fulve causata dall’uso indiscriminato di pesticidi tossici nelle coltivazioni di riso. Successivamente, con la riduzione dell’utilizzo dei pesticidi idrocarburi clorurati non selettivi, c’è stata una ripresa della popolazione locale non tornando però ai grandi numeri di prima del 1940. La popolazione Americana è stimata in poco meno di un milione di esemplari; in Africa dovrebbero risiedere circa 625.000 esemplari. La popolazione, con circa 20.000 esemplari, è in calo in Asia meridionale. La specie è abbondante e ben allevata in cattività.
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