Famiglia : Anatidae
Testo © Dr. Davide Guadagnini
L’alzavola del Madagascar o di Bernier (Anas bernieri Hartlaub 1860) è una delle anatre più rare e, fino a qualche tempo fa, meno conosciute. Endemica del Madagascar, appartiene all’ordine degli Anseriformi (Anseriformes), alla famiglia degli Anatidi (Anatidae), al genere Anas e alla specie Anas bernieri.
Il nome del genere “Anas” viene dai termini latini “anas, anatis” , che vogliono dire semplicemente “anitra”; la specie “bernieri” è dedicata a Chevalier J. A. Bernier, chirurgo-naturalista che svolse attività di collezionista, in Madagascar, tra il 1831 e il 1834.
Zoogeografia
La roccaforte di questa specie è nella parte occidentale del Madagascar, nella regione di Antsalova, dove quest’anatra sedentaria risulta essere sostanzialmente confinata nei laghi costieri. Anche in questa zona, i pochi luoghi rimasti disponibili alla specie, sono praticamente sotto assedio.
Ecologia-Habitat
Praterie allagate, ampie fasce di mangrovie, e zone umide in genere erano le aree maggiormente idonee per la specie. Purtroppo questi ambienti sono stati rapidamente sfruttati dall’uomo. Ora, le alzavole del Madagascar, sono limitate a frequentare laghi poco profondi, paludi salmastre di mangrovie residue, stagni aperti e gli estuari dei fiumi dotati di banchi di sabbia. Non amano le acque profonde e l’abbondanza di vegetazione palustre.
Morfofisiologia
Ha una lunghezza di circa 40-45 cm, un peso di circa 400 g, ed una livrea di prevalente colore marrone caldo-rossiccia; testa e parti inferiori sono maggiormente sfumate in nocciola con molte marginature a cappa sub-terminali marrone scuro che sono più larghe sui lati. Se vista da vicino, complessivamente, la livrea ha un aspetto punteggiato-maculato. Le penne dorsali sono marrone scuro con stretta marginatura nocciola. L’ala presenta le penne copritrici e le timoniere brune-grigiastre, così come le penne timoniere (meno grigiastre).
Le remiganti secondarie formano un ampio specchio alare nero-vellutato preceduto prossi- malmente da un’ampia banda di colore bianco e terminante con un bordo delle remiganti pure bianco.Ha un becco grigio-rosato (con unghia e narici più scure) leggermente rivolto all’insù che assieme agli occhi vivaci e alla fronte leggermente bombata conferisce un’espressione simpatica , della testa e della faccia, che ricorda (grazie anche alle abitudini ed ad alcune movenze) una piccola volpoca marrone. Il collo è leggermente allungato. L’iride è bruno-rossa. Le zampe sono grigiastro-rosate.
I sessi sono simili anche se i maschi hanno generalmente livree più brillanti-luminose, testa e dimensioni leggermente maggiori.
Etologia-Biologia riproduttiva
L’alzavola del Madagascar, pur essendo attiva tutta la giornata, lo è di più al mattino e alla sera. Possono alimentarsi anche durante la notte, soprattutto in caso di luna piena.
Nelle ore più calde di mezza giornata, solitamente, oziano sulle rive sabbiose oppure passano il tempo ad ingaggiare litigi tra conspecifici.
Mentre, per questa specie il radunarsi in stormi è piuttosto atipico, sono state talvolta avvistate alzavole del Madagascar in compagnia di altre specie come il codone dal becco rosso (Anas erythrorhyncha) e le ben note dendrocigne (Dendrocygna bicolor e Dendrocygna viduata).
Queste anatre non amano particolarmente nuotare e si alimentano nelle secche e nelle pozzanghere alla maniera delle volpoche (Tadorna tadorna).
In uno studio, effettuato sul lago Bemamba, si è rilevato che il 70 % del tempo passato ad alimentarsi veniva speso guadando rapidamente acque molto basse. Mentre si nutrono sono sempre in movimento generalmente smuovendo il fango con il becco, a collo teso, muovendo la testa da un lato all’altro con un tipico movimento di setacciamento. Il fatto di dedicare molto tempo alla ricerca dell’alimentazione potrebbe indicare che il cibo, almeno in alcuni periodi dell’anno, risulta scarso, poco nutritivo o molto disperso. Spesso le anatre litigano tra di loro difendendo le proprie zone d’alimentazione. La dieta, anche se non conosciutissima, è costituita principalmente da insetti e molluschi acquatici e alcuni tipi di vegetali, in particolare semi di piante acquatiche.
L’alzavola del Madagascar viene normalmente avvistata in coppia; si ritiene, quindi, che i legami di coppia siano forti e stabili. Il nido viene ubicato tra l’intrico delle mangrovie o all’interno di cavità arboree. Cavità naturali idonee, fornite soprattutto dalle mangrovie grigie (Avicennia marina), sono state reperite a 1-3 m sopra la superficie dell’acqua. La covata tipo è costituita generalmente da 6-7 (4-10) uova. Il guscio è colore giallastro-cuoio. Le uova sono incubate, dalla femmina, per circa 4 settimane. Gli anatroccoli hanno parti superiori marroni e parti inferiori e laterali giallo-biancastre ; sul dorso corrono due linee biancastre.
La specie prima dell’arrivo dell’uomo (circa 2000 anni or sono) era molto più numerosa. La loro drastica riduzione può essere parzialmente dovuta alla desertificazione causata dai recenti cambiamenti climatici.Il motivo principe di tale rarefazione è comunque da imputare alla distruzione dell’habitat da parte della popolazione umana in continua espansione.
Anche la diffusione di pesticidi e inquinanti vari oltre all’introduzione di specie ittiche, che sottraggono nutrimento alle specie endemiche, sono gravi minacce alla perpetuazione della specie. L’alzavola del Madagascar è una specie ad alto rischio d’estinzione; già nel 1930, la specie, era rara e localizzata. Dagli anni settanta in poi solo poche decine d’esemplari sono stati avvistati. Si ritiene che vi siano al massimo qualche centinaio di esemplari (100-500) tra Antsalova e Morondava più qualche altro esemplare sparso in altre località.
La crescita esplosiva della popolazione umana, in Madagascar, ha avuto e continua ad avere un impatto devastante su questo ex-paradiso-terrestre. L’alzavola del Madagascar essendo indissolubilmente legata al preziosissimo ambiente del mangrovieto, uno degli ecosistemi maggiormente danneggiati dalle attività e dall’ingordigia umana, potrebbe diventare uno degli animali simbolo per la protezione di questi fragili e incantevoli ambienti.
La riproduzione in cattività è da considerarsi molto importante per contrastare il declino della specie. In Gran Bretagna, lo zoo di Jersey (Jersey Wildlife Preservation Trust) alleva questa specie, come altre specie considerate “minori” dalla superficialità umana, da alcune decine d’anni. L’augurio per il futuro è che, almeno in cattività, la specie possa essere sempre più allevata e distribuita.
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