Famiglia : Pomacentridae
Testo © Giuseppe Mazza
Il variopinto Pesce sergente maggiore, detto anche Pesce damigella a cinque bande (Abudefduf vaigiensis Quoy & Gaimard, 1825), appartiene alla classe degli, Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, allo sterminato ordine dei Perciformes ed alla famiglia dei Pomacentridae che conta una trentina circa di generi e 400 specie.
Il nome del genere Abudefduf viene dall’arabo “abu” = padre e dal rafforzativo “duf”, sarebbe dunque un “super padre” … il pesce più importante del reef.
Secondo alcuni autori Abudefduf deriverebbe invece, sempre in arabo, da “abu”, che in questo caso significherebbe “quello che ha”; “def” = costato, fianco; e dal superlativo “duf”; insomma “quello che ha i fianchi vistosi”, con riferimento al caratteristico vistoso disegno a strisce verticali presente in molte specie di questo genere.
Il nome specifico vaigiensis ricorda l’isola di Waigeo, la più grande dell’arcipelago di Raja Ampat in Indonesia, dove questo pesce è di casa.
Zoogeografia
Il pesce sergente maggiore ha una vasta distribuzione nelle acque tropicali dell’ Oceano Indiano e del Pacifico.
Lo troviamo, a titolo indicativo, dal Sud Africa e il Madagascar fino al Mar Rosso, alle isole Seychelles, Mauritius, Riunione e Maldive, in India, Sri Lanka, Australia, Indonesia, Micronesia, Nuova Guinea, Palau, Filippine, Taiwan e Cina, fino alle isole Ogasawara e Ryukyu nella parte meridionale del Giappone. Verso Est ha colonizzato Fiji, Samoa, Tonga, Kiribati e Tuamotu. A sud, nel Pacifico, dopo la Grande Barriera Corallina raggiunge la Nuova Caledonia e la Nuova Zelanda.
Da diversi anni, grazie al Canale di Suez, è entrato nel Mediterraneo occupando le nicchie ecologiche lasciate libere dalle specie autoctone poco inclini alle alte temperature ed alla bassa salinità legata alla forte portata del Nilo, oggi ridotta per effetto della diga di Assuan. Un classico caso di “migrazione lessepsiana”, così detta a ricordo di Ferdinand de Lesseps, progettista del canale. Questo fenomeno, che interessa un numero crescente di specie, è oggi favorito anche dal dissolversi dei Laghi Amari, due zone ad altissima salinità attraversate dal canale, e dall’aumento di temperatura delle acque mediterranee legato all’effetto serra. Così l’inarrestabile Abudefduf vaigiensis ha raggiunto Napoli e di recente è stato pescato persino nel Golfo di Genova.
Ecologia-Habitat
Il pesce sergente maggiore ama le lagune e i reef, ma anche le coste rocciose ed i porti. Si tiene in genere a mezz’acqua senza scendere sotto i 14-15 m di profondità
Morfofisiologia
Può raggiungere eccezionalmente i 20 cm di lunghezza, ma supera di rado i 15 cm. Il corpo alto e piatto, dal profilo ovale, mostra una piccola bocca con una cinquantina di denti incisiviformi per mascella.
La pinna dorsale ha 13 raggi spinosi e 12-13 molli; l’anale 2 raggi spinosi e 11-13 inermi; le ventrali sono appuntite, le ampie pettorali contano 16-20 raggi inermi e la caudale è biforcuta.
Le squame sono relativamente grandi.
Sulla tinta di fondo, più o meno gialla verso il dorso e argentea sul ventre, spiccano 5 bande scure verticali che si tingono spesso di blu all’apice, come la pinna dorsale, e zone più o meno vaste sulla caudale e l’anale.
Etologia-Biologia Riproduttiva
In gioventù questo pesce si nutre prevalentemente di plancton, ma poi caccia crostacei, gasteropodi, ascidie, anellidi, meduse e piccoli pesci, ripulendo come dessert le madrepore da velenose alghe infestanti. E quindi, anche se vista la taglia modesta finisce raramente in tavola, il consumo della sua carne può provocare una grave intossicazione alimentare detta ciguatera.
I maschi sono poligami e territoriali. La riproduzione avviene in genere nei giorni d’alta marea, per una migliore dispersione delle larve. Dopo aver ripulito con cura un supporto piano, come la base di un corallo, un sasso o una conchiglia, per prevenire eventuali infezioni fungine, ogni maschio che si rispetti invita le femmine della sua zona a deporre danzando sopra al nido. Poi, conformemente all’appellativo di “super padre”, monta la guardia alle uova fino alla schiusa, ventilandole con le pinne.
I giovani crescono spesso al riparo d’oggetti galleggianti, che oltre a proteggerli dagli attacchi degli uccelli marini, sono in genere un vivaio d’alghe commestibili e piccoli crostacei. La resilienza è buona: le popolazioni decimate dagli eventi possono infatti raddoppiare in meno di 15 mesi. Tenuto conto dell’ampia diffusione della specie, per non parlare dell’adattabilità a vari ambienti e regimi alimentari, l’indice di vulnerabilità non può che essere basso: appena 16 su una scala di 100.
Sinonimi
Glyphisodon vaigiensis Quoy & Gaimard, 1825; Chaetodon tyrwhitti Bennett, 1830; Glyphisodon rahti Cuvier, 1830; Glyphisodon quadrifasciatus Bleeker, 1847; Abudefduf quinquilineatus Con Bonde, 1934; Abudefduf caudobimaculatus Okada & Ikeda, 1939.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.