Sardopoiretia emanueli

Famiglia : Oleacinidae

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Testo © Gianbattista Nardi

 

Sardopoiretia emanueli, Oleacinidae

La Sardopoiretia emanueli è un endemismo della Sardegna © Gianbattista Nardi

Nel 2007, in un’area circoscritta della Sardegna orientale, tra i sedimenti raccolti all’interno di una sorgente, è stata individuata una conchiglia dalle caratteristiche così particolari da far sospettare l’appartenenza a una chiocciola terrestre non ancora nota alla scienza. Ricerche mirate, compiute l’anno successivo, hanno portato al ritrovamento di altri gusci, oltre al primo esemplare vivente di questa entità, che hanno confermato l’intuizione iniziale: ma il nuovo gasteropode è risultato essere così diverso da tutto quanto noto sino ad oggi da rendere necessaria, oltre alla descrizione di una nuova specie, anche l’istituzione di un nuovo genere. Il nuovo genere è stato chiamato Sardopoiretia (ovvero Poiretia della Sardegna), per la somiglianza con i molluschi del genere Poiretia, l’unico della famiglia Oleacinidae già noto in Europa; la specie è stata invece dedicata al figlio di uno degli autori (Emanuele Bodon, Genova).

Zoogeografia

Sardopoiretia emanueli Bodon, Nardi, Braccia & Cianfanelli, 2010, entità endemica italiana, è nota fino ad ora solo per un’area assai circoscritta non lontana dalla costa centrorientale della Sardegna (comune di Baunei, Ogliasta).

Il genere Poiretia, quello in assoluto a lei più accostabile, è invece distribuito nell’area europeo-mediterranea: Poiretia algira (Bruguière, 1792) in Algeria; Poiretia compressa (Mousson, 1859), in Albania e in Grecia; Poiretia delesserti (Bourguignat, 1852), in Albania e in Grecia; Poiretia mingrelica (Boettger, 1881) solo nel Caucaso; Poiretia cornea (Brumati, 1838) dall’Italia (Colli Euganei, settore orientale del Friuli-Venezia Giulia, Gargano) fino ai Balcani occidentali (Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro e Albania); Poiretia dilatata (Philippi, 1836) che comprende, oltre alla sottospecie tipica P. d. dilatata, presente in Italia peninsulare (Marche, Umbria, Italia meridionale) e in Sicilia, anche P. d. marginata (Westerlund, 1886), di Creta, e P. d. peloponnesica Subai, 1980 del Peloponneso.

Ecologia-Habitat

L’esemplare vivente e la maggior parte delle conchiglie di Sardopoiretia emanueli sono stati raccolti in profondità (50-80 cm) nel terreno calcareo, tra le radici di un carrubo (Ceratonia siliqua) o nello strato profondo del terreno sassoso coperto da macchia mediterranea. Altre conchiglie sono state rinvenute nel sedimento di una sorgente, su litotipi scistosi. In nessun caso sono stati effettuati rinvenimenti in superficie o nella lettiera. Da ciò e dalle peculiarità anatomiche che caratterizzano l’esemplare vivente (depigmentazione e microftalmia), si evince che questa entità è endogea, perfettamente adattata alla vita negli strati sottosuperficiali del suolo.

Morfofisiologia

La conchiglia di Sardopoiretia emanueli (altezza 15,2-21,1 mm; diametro 4,2-5,6 mm) si presenta destrorsa, di medie dimensioni, snella e fusiforme, a spira elevata, con apice ottuso. Composta da 5-5½ giri di spira a crescita rapida, l’ultimo dei quali molto ampio, tanto da formare i 2/3-3/4 dell’altezza dell’intera conchiglia. Le suture del nicchio sono marcate ma poco profonde, crenulate. L’apertura è allungata, oblungo-piriforme, prosoclina, acuta superiormente, pari a circa 2/5 dell’altezza totale della conchiglia. Il peristoma appare in contatto con l’ultimo giro, interrotto, non inspessito né riflesso, con margine esterno debolmente sinuoso; i suoi vertici superiore e inferiore sono uniti da una debole callosità. La columella è leggermente concava, obliquamente tronca alla base. L’ombelico è assente. La superficie esterna della protoconca è liscia; quella del primo giro è solcata da deboli rugosità radiali, ad andamento irregolare, tra loro intersecate. I giri successivi sono ornati da coste radiali poco rilevate, leggermente sinuose, più marcate nella porzione superiore e più fitte, fini e attenuate nella porzione basale. Nell’ultimo giro il numero delle coste varia da 7-9 per mm nella porzione superiore a 18-28 per mm nella porzione inferiore, a seguito della comparsa di coste secondarie, intercalate alle principali. Il colore della conchiglia è biancastro, cereo e un po’ trasparente se il nicchio è fresco. Alcuni caratteri della conchiglia di Sardopoiretia (aspetto fusiforme, marcata scultura assiale, columella tronca alla base) permettono di accostarla al genere Poiretia. Dalle specie di questo genere, tuttavia, S. emanueli si distingue per le dimensioni minori, per la forma più snella e per la particolare microscultura del primo giro della teleoconca.

Sardopoiretia emanueli, Oleacinidae

Vive a 50-80 cm di profondità, in terreni calcarei, spesso fra le radici della Ceratonia siliqua © Gianbattista Nardi

Il mollusco è invece totalmente depigmentato, di colore bianco latteo, salvo nella porzione posteriore del piede che mostra un epitelio color ocra chiaro, all’apparenza di natura ghiandolare.
Anche i tentacoli oculari sono completamente depigmentati anche se provvisti di piccole macchie oculari nerastre. Suola priva di solco mediano. Formazione laminare triangolare ampia ma sottile, presente sul bordo inferiore del mantello. Come in quasi tutti i molluschi terrestri, nell’apparato genitale (in questo caso ermafrodita) troviamo caratteri diagnostici di grande importanza: il pene di Sardopoiretia emanueli si presenta infatti allungato, ristretto nella porzione centrale, privo di qualsiasi traccia di diverticolo e internamente provvisto, oltreché di rare pliche longitudinali, anche di aree più o meno vaste ricoperte di papille lanceolate con apice cuticolarizzato.
Il genere a lei più simile, ovvero Poiretia, è invece caratterizzato anatomicamente dalla presenza di un pene tozzo, internamente ornato da pliche longitudinali e provvisto di un evidente diverticolo laterale (talvolta ridotto e appena riconoscibile). Anche la radula (una sorta di “nastro”, ricoperto da molte file di dentelli molto duri, utilizzati dai gasteropodi per strappare e sminuzzare i vegetali, o i tessuti animali in caso di specie carnivore) è del tutto caratteristica: di tipo beloglosso, formata da circa 50 file di denti, ciascuna priva del dente centrale e composta da 14-16 denti per parte, unicuspidati, falciformi, lunghi e robusti, dotati, a metà circa della loro lunghezza, di una apofisi tondeggiante, connessa alla membrana basale. Conservando più o meno inalterata la forma, i denti si fanno progressivamente un poco più grandi, allontanandosi dal centro fino al quinto, per poi ridursi sensibilmente verso il bordo del nastro radulare. Nel genere Poiretia, invece, il dente centrale della radula è sempre presente.

Etologia

Sardopoiretia emanueli é stata raccolta nel terreno unitamente ad altre conchiglie vuote, alcune appartenenti a specie ugualmente ipogee (Hypnophila girottii Esu, 1978 e Hypnophila bisacchii Giusti, 1970), altre appartenenti a specie di superficie (Cochlostoma sardoum Westerlund, 1890): tutte quante mostravano evidenti segni di predazione sui primi giri di spira o sui giri mediani, consistenti in fori irregolari frutto di una forte attività erosiva. Dal momento che i segni di predazione sono molto simili a quelli prodotti da Poiretia sui molluschi terrestri dei generi Pomatias e Cochlostoma, e che tali perforazioni non sono state mai riscontrate su conchiglie delle tre specie raccolte in altre aree della Sardegna, appare logico concludere che siano, con ogni probabilità, conseguenza di attacchi da parte di Sardopoiretia emanueli.

Considerazioni finali

La scoperta di Sardopoiretia emanueli non ha fatto altro che arricchire l’elenco delle specie di molluschi terrestri endemici della Sardegna e confermare l’isola come una delle zone di maggior pregio naturalistico dell’intero continente, specialmente nell’area calcarea centro-orientale.

 

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