Famiglia : Araceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle Filippine, Isole Molucche, Papua Nuova Guinea e Sulawesi, dove cresce nelle foreste pluviali dal livello del mare fino a circa 1800 m di altitudine.
Il nome del genere deriva dal greco “amydron” = oscuro, vago, di non chiaro riferimento; la specie è dedicata al botanico e raccoglitore olandese Alexander Zippelius (1797-1848).
L’ Amydrium zippelianum (Schott) Nicolson (1968) è una specie erbacea sempreverde, prostrata o rampicante, con fusti fino a circa 4 m di lunghezza e 2-3,5 cm di diametro e robuste radici aeree ai nodi, di circa 0,4 cm di diametro, con cui aderisce ai tronchi o alle rocce cui si appoggia.
Le foglie, su un picciolo lungo 20-35 cm solcato superiormente, sono alterne, ovate con base cordata, pennatosette, lunghe 50-90 cm e larghe 30-50 cm, prive di fenestrature, con lobi ricadenti dagli apici appuntiti, di colore verde brillante. Le infiorescenze, prodotte agli apici e sottese da numerosi catafilli (foglie modificate prive di clorofilla che hanno funzione protettiva) nerastri che si decompongono in una massa fibrosa, sono erette e costituite da uno spadice, sessile o peduncolato, cilindrico, di 6-8 cm di lunghezza e 1,5-2 cm di diametro, inizialmente giallo, circondato da una spata carnosa ovato-oblunga, di 14 cm di lunghezza e 6 cm di larghezza, gialla, che annerisce velocemente, decidua.
I fiori sono bisessuali, privi di corolla, con 4 stami e gineceo tetragonale; i frutti sono bacche inizialmente di colore bianco verdastro tendente ad arancio a maturità, che formano un frutto composito cilindrico di circa 20 cm di lunghezza e 5 cm di diametro, contenenti 1-2 semi reniformi, di circa 1 cm di lunghezza, immersi in una polpa gelatinosa. Si riproduce per seme e facilmente per porzioni di fusto lunghe 10-20 cm, private delle foglie, in terriccio organico mantenuto umido ad una temperatura di 22-24 °C.
Specie molto ornamentale coltivabile nelle zone a clima tropicale e subtropicale umido in posizione molto luminosa, ma non al sole diretto, su suoli drenanti ricchi di sostanza organica, acidi o neutri, mantenuti umidi, appoggiata ad alberi o rocce.
Dove il clima non consente la permanenza con continuità all’aperto può essere coltivata in serre, giardini d’inverno e verande luminose, con temperature minime superiori a 14-16 °C, utilizzando vasi provvisti di un tutore ricoperto di muschio, o materiale sintetico capace di trattenere l’umidità, su cui farla arrampicare, in terriccio organico con aggiunta di sabbia grossolana o pietrisco per migliorare il drenaggio. Le innaffiature devono essere frequenti in estate, diradate in inverno, utilizzando per le concimazioni prodotti idrosolubili con cui irrorare foglie e radici aeree.
Sinonimi: Pothos miniatus Zipp. ex Schott (1863); Rhaphidophora zippeliana Schott (1863); Epipremnum asperatum Engl. (1879); Epipremnum zippelianum (Schott) Engl. (1881); Epipremnum magnificum Engl. (1879); Rhaphidophora warburgii Engl. (1905); Epipremnum elmerianum Engl. (1908); Epipremnum philippinense Engl. & K.Krause (1908); Epipremnum luzonense K.Krause (1911); Epipremnum mampuanum Alderw. (1920); Epipremnopsis magnifica (Engl.) Alderw. (1922); Epipremnopsis zippeliana (Schott) Alderw. (1922); Epipremnum miniatum Elmer ex Merr. (1922); Epipremnum sorsogonense Elmer ex Merr. (1922); Epipremnum miniatum Elmer (1938); Amydrium magnificum (Engl.) Nicolson (1968).