Famiglia : Euphorbiaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle Bahamas, Cuba e Giamaica, dove cresce in aree semiaride su suoli calcarei in pieno sole.
Il genere prende nome da Euphorbus, medico personale del re di Numidia, Giuba II (52 a.C.-23 d.C.), che gli dedicò queste piante in un trattato che ne descriveva le virtù medicamentose; il nome specifico è l’aggettivo latino “puniceus, a, um” = purpureo, con ovvio riferimento.
Nomi comuni: flame of Jamaica, jamaican poinsettia, vegetable-leather, west indian spurge (inglese); poinsetia de Jamaica, flor de pascua del caribe (spagnolo).
L’ Euphorbia punicea Sw. (1788) è un arbusto o piccolo albero inerme sempreverde, ramificato, che generalmente non supera 3-4 m, anche se gli esemplari più vecchi in natura possono raggiungere gli 8 m, con fusti semi-succulenti, su cui sono visibili le tracce prominenti delle foglie cadute, portanti agli apici foglie coriacee oblunghe, di colore verde scuro.
Infiorescenze terminali, i tipici ciazi delle Euphorbiaceae, con piccoli fiori, costituiti da un ovario verdastro e un involucro campanulato circondato da ghiandole nettarifere di colore giallo, che presentano alla base due brattee (foglie modificate) di colore rosso vivo, in netto contrasto con il colore delle foglie; le brattee hanno la funzione di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come i petali di un singolo fiore.
I frutti sono capsule ovoidi contenenti semi, anch’essi ovoidi, che a maturità vengono espulsi e scagliati a grande distanza. Dato che la ricettività dello stigma non coincide col rilascio del polline, per favorire la fecondazione incrociata, difficilmente una singola pianta può fruttificare.
È una specie brevidiurna, l’induzione alla fioritura è data dalla diminuzione delle ore di luce in autunno.
Si propaga per seme, margotta e talea, da effettuare alla fine dell’inverno e posta a radicare, dopo aver fatto asciugare il taglio per 2-3 giorni, in sabbia grossolana o agriperlite mantenute leggermente umide.Specie molto ornamentale, ma ancora piuttosto rara in coltivazione, ricorda in piccolo la ben nota e diffusa Euphorbia pulcherrima Willd. ex Klotzsch (1834). Di lenta crescita e facile coltivazione richiede, per crescere al meglio, di una esposizione in pieno sole e suoli, anche poveri, particolarmente drenanti essendo facilmente soggetta a marciume radicale in presenza di ristagni idrici, sopporta elevate temperature e lunghi periodi di siccità, è pertanto ideale per giardini desertici; con opportune potature può essere allevata sia ad albero che a cespuglio basso e ben ramificato.
Adatta a climi tropicali e subtropicali, se ne può tentare la coltivazione, in posizione riparata, nelle zone a clima temperato caldo più miti, dove le temperature prossime a 0 ° C sono una eccezione di breve durata. Altrove può essere tenuta in vaso, piuttosto profondo, in terricci con aggiunta, per almeno 1/3, di sabbia grossolana o agriperlite, per migliorare il drenaggio, con temperature minime invernali che è preferibile non scendano sotto 14 °C. Le innaffiature devono essere regolari in estate, ma lasciando asciugare il terriccio prima di ridare acqua, pressoché sospese in inverno. Il lattice che essuda da tutte le parti della pianta può essere irritante.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Tithymalus puniceus (Sw.) Haw. (1812); Adenorima punicea (Sw.) Raf. (1838); Poinsettia punicea (Sw.) Klotzsch & Garcke (1859); Euphorbia troyana Urb. (1908); Euphorbiodendron puniceum (Sw.) Millsp. (1909).
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