Lophaetus occipitalis

Famiglia : Accipitridae

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Testo © Dr. Gianfranco Colombo

 

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

Il Lophaetus occipitalis è un rapace di media grandezza che può raggiungere i 120 cm d’apertura alare © Gianfranco Colombo

Nella tradizione ornitologica inglese, l’aquila crestata o aquila dal ciuffo, insieme al Falco giocoliere (Terathopius ecaudatus) sono le due specie di aquile africane considerate atipiche.

Entrambe appartengono all’ordine degli Accipitriformes ed alla famiglia degli Accipitridae ma per alcune caratteristiche morfologiche e comportamentali vengono per tradizione, peraltro non totalmente supportata scientificamente, tenute separate dalle vere aquile.

L’aquila crestata risulta infatti l’unica specie collocata nel genere Lophaetus (Kaup 1847) e, secondo recenti studi sul DNA, considerata molto vicina alle nostre aquile anatraie europee (Aquila pomarina e Aquila clanga) ed a quella indiana (Aquila hastata).

Mentre il falco giocoliere presenta caratte- ristiche morfologiche particolari che potrebbero dar credito a questa distinzione, l’aquila dal ciuffo mostra invece tutte le peculiarità dell’aquila pur avendo misure ridotte e comportamenti spesso più attinenti a quelli delle poiane.

Per questi motivi molti la vorrebbero collocata nel genere Aquila e probabilmente nel futuro subirà nuove revisioni nella sua classificazione scientifica.

Specialmente nel volo mostra una agilità superiore alle aquile con un battito d’ali più rapido e leggero e meno profondo e nel contempo ama comportarsi come le poiane per quanto attiene la caccia d’attesa. Non pratica cacce aeree ma preferisce appollaiarsi su rami in posizioni dominanti le piccole aree aperte sulle quali concentra la sua attenzione, attendendo con pazienza le sue prede terrestri.

Staziona generalmente qualche minuto in assoluta immobilità per poi involarsi a breve distanza per trovare nuove postazioni. Passa praticamente la sua giornata appollaiata e solo saltuariamente si concede involi ad alta quota più che altro dettati dalla necessità di tenere sotto controllo il suo territorio

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

In volo supera le aquile con un battito d’ali più rapido e leggero, meno profondo, ma nel contempo ama comportarsi come le poiane per quanto attiene la caccia d’attesa © Gianfranco Colombo

L’etimologia del nome scientifico è estremamente chiara ed esauriente e fa sempre riferimento alla cresta portata da questo uccello. Lophaetus dal greco “lophos” = cresta e “aetos” = aquila, mentre occipitalis dal medesimo termine tardo latino che indica la posizione del capo dove questa è collocata. Occipite la parte posteriore della testa.

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

Di casa nell’Africa subsahariana, si muove solo per piombare su una preda o controllare il territorio © G. Colombo

Anche i nomi volgari ricalcano questa caratteristica: in inglese si parla di Long-crested eagle, in francese di Aigle huppé o Aigle huppard, in spagnolo è detta Aguila crestilarga, in tedesco si chiama Schopfadler, in olandese Afrikaanse zwarte kuifarend, nella lingua Zulu isiPhungumanghathi ed in quella Xhosa Isiphungu-phungu.

Zoogeografia

Specie unicamente africana che occupa l’intero territorio subsahariano.

Largamente diffusa, risulta solo piuttosto scarsa nella parte est del Sudafrica.

È uno dei rapaci più frequenti nell’Africa orientale vista la forte presenza di savane erbose spesso carenti nella parte occidentale del continente.

È un uccello per lo più stanziale, anche se poi occasionalmente effettua brevi spostamenti stagionali legati più alla ricerca del cibo che ad una vera necessità migratoria.

Anche l’alternanza delle stagioni secche con quelle piovose può a volte indurre, in special modo i giovani, a brevi escursioni in altre aree ma sembra che questi movimenti siano più legati alla ricerca di nuovi territori.

Ecologia-Habitat

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

Passa le giornate appollaiato sui suoi alberi preferiti, con vista dominante, o i pali delle linee elettriche in attesa di un roditore, una biscia o grossi insetti © Gianfranco Colombo

Vive dal livello del mare fino a 3000 metri di altitudine preferendo zone calde, in boscaglie steppose ma sempre in vicinanza di corsi d’acqua, pur non tralasciando in assoluto zone densamente alberate intervallate da radure.

È un uccello che si vede spesso appollaiato sui pali delle linee elettriche, sugli alberi spogli e spesso perfino sui tetti delle capanne, in attesa di qualche roditore, biscia ed anche grossi insetti.

Questa aquila non ha alcun timore dell’essere umano e può essere avvicinata con estrema facilità. La sua promiscuità con l’ambiente umano la vede spesso cacciare nelle aree coltivate, anche se molto frequentate, catturando anche pulcini e pollame.

Tradizionalmente la popolazione locale addita, a volte ingiustamente, il solo Nibbio nero (Milvus migrans) di questo misfatto vista la condivisione del medesimo habitat, anche se come detto, questa aquila frequenta i villaggi appunto per la maggior disponibilità di prede.

Come tutti i rapaci che sfruttano le opportunità antropiche, anche questa aquila ha iniziato a frequentare assiduamente i percorsi stradali sia per usufruire dei notevoli spazi aperti e facilmente controllabili creati da questi tracciati sia per la facilità di trovare animaletti travolti dal seppur limitato traffico.

Morfofisiologia

L’aquila crestata è un uccello di medie dimensioni che raggiunge i 55 cm di lunghezza ed i 120 cm di apertura alare.

La femmina può arrivare a 1500 g di peso superando sensibilmente quello del maschio che come in tutti i rapaci, ha dimensioni più ridotte.

La livrea dell’adulto è costante tutto l’anno ed è di colore bruno molto scuro spesso tendente al nero negli esemplari più vecchi. Non vi è dimorfismo particolare fra i sessi se non una piccola differenza nella lunghezza della cresta che nella femmina risulta sensibilmente ridotta.

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

La caratteristica cresta piumata, assente nei giovani, può superare i 10 cm di lunghezza © Giuseppe Mazza

A riposo non mostra altri colori o caratteristiche se non il lungo ciuffo svolazzante che può ripiegarsi su ogni lato della testa e che spesso scende a coprire anche la fronte come un ciuffo ribelle.

Non sempre visibile è la coda barrata di bianco che tiene spesso racchiusa ed occultata nella sua posizione di riposo.

Questa lunga cresta, che raggiunge facilmente i 10 cm di lunghezza, è quasi mancante nei giovani o spesso non visibile, per cui si pone una certa difficoltà nel riconoscimento di questa specie in quel periodo.

Dilemma subito risolto quando prende il volo e mostra le larghe chiazze bianche che ha sulle ali e la barratura alquanto vistosa della coda.

Da uccello totalmente scuro e nerastro mostra in volo un impensabile contrasto con la fascia bianca superiore e la parte inferiore delle ali. I giovani evidenziano una colorazione leggermente più chiara ed hanno una cresta di misura ridotta in specialmodo la femmina. L’adulto ha gli occhi brillanti di un giallo vivido facilmente visibile anche a distanza per il contrasto che crea con la livrea molto scura mentre quelli dei giovani sono di colore grigiastro e poco percepibili. La colorazione giallastra viene acquisita progressivamente nel corso della maturazione.

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

La riproduzione dipende dalle risorse alimentari. Il nido è posto in cima ad alberi, fino a 40 m d’altezza © G. Colombo

Le zampe sono gialle con tarsi piumati di bianco. Il becco è giallastro con punta nera.

Con due analoghi rapaci, il Nibbio bianco (Elanus caeruleus) ed il Falco pig- meo (Polihierax semitorquatus), questa piccola aquila condivide un triste primato sul suolo africano.

Sono i rapaci più colpiti dall’attacco delle zecche in special modo sulla parte anteriore della testa: un’aggressione che provoca lentamente l’indebolimento, l’accecamento e la morte del soggetto colpito.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Questa aquila non ha uno specifico periodo di nidificazione.

Depone quando le disponibilità alimentari e le condizioni atmosferiche sono favorevoli ed in diversi periodi dell’anno secondo l’area occupata nel vasto continente africano.

Costruisce un nido ben celato su alberi preferibilmente molto alti, situati sul perimetro esterno di boschi o foreste. Non di rado anche in grandi giardini nei centri abitati.

Il nido è alquanto grande e resistente vista la collocazione abituale sui rami più alti dell’albero. Si sono trovati nidi posti ad oltre 40 m da terra. Può essere di oltre 80 cm di larghezza e profondo anche 30 cm.

Lophaetus occipitalis, Accipitridae

La sua costruzione è un via vai continuo e paziente con rami da intrecciare, fino a formare un cesto di circa 80 cm, profondo anche 30 cm, imbottito anche in seguito con soffici foglie. Ospiterà al massimo 2 piccoli per circa 2 mesi © Gianfranco Colombo

È un nido preparato accuratamente su una base di rami robusti, ben intrecciati fra loro e foderato all’interno con foglie soffici che vengono apportate continua- mente al nido anche durante la cova.

Questa aquila depone da 1 a 2 uova che vengono covate per circa 40/45 gg.

È una aquila alquanto vocifera durante questo periodo e la coppia emette in continuazione potenti gridi d’allarme ogniqualvolta intenta a difendere il territorio da attacchi o sorvoli di altri uccelli.

I giovani rimangono nel nido circa due mesi, in particolare il secondogenito che nasce abitualmente con due settimane di ritardo dal primo. Non si è accertato il tipico ed accentuato fratricidio delle aquile, forse dovuto al fatto che avendo a disposizione l’intero anno per la deposizione, questa aquila riesca a scegliere i periodi migliori nei quali abbondano le prede.

Si stima che la popolazione totale di questo uccello possa assommare a 100.000 individui. È pertanto non considerata a rischio ma tenuta sotto stretto controllo in quanto si è notato che la riduzione del loro habitat ha comportato nel tempo leggeri decrementi nel loro numero complessivo.

Sinonimi

Falco occipitalis Daudin, 1800; Spizaetus occipitalis Daudin, 1800.

 

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