Mico argentatus

Famiglia : Callitrichidae


Testo © Dr. Filippo Bigozzi socio API

 

Mico argentatus

Lungo al massimo 22 cm, più 29 circa di coda, l’Uistitì argentato (Mico argentatus) è fra le scimmie più piccole del Nuovo Mondo © Gary Burke

Mico argentatus (Linnaeus 1766), volgarmente noto come Uistitì argentato, è un piccolo primate del Nuovo Mondo, appartenente alla famiglia dei Callitrichidae. Il genere Mico, nasce dal nome usato in Amazzonia per designare le scimmie di piccola taglia, mente il termine specifico argentatus, in latino argentato, si riferisce al colore del manto.

Zoogeografia

L’Uistitì argentato è diffuso principalmente nell’area sud-est del Rio delle Amazzoni in Brasile, relativamente isolato dagli altri uistitì, con l’eccezione del delta del fiume, area che condivide con l’Uistitì dai pennacchi bianchi (Callithrix jacchus).

Mico argentatus

È un primate arboricolo legato principalmente agli alberi della gomma che crescono nella foresta pluviale amazzonica © Cat Rayner

Tra i fiumi Xingu e Tocantins, può entrare in contatto con Saguinus niger, il Tamarino nero, che invece occupa anche le foreste montane nell’area del Guiana Shield.

Ecologia-Habitat

L’habitat dell’Uistitì argentato è costituito da foreste secondarie e foreste primarie di pianura.

È un primate arboricolo legato principalmente agli alberi della gomma che crescono nella foresta pluviale amazzonica.

Oltre alle foreste primarie e secondarie, l’uistitì argentato si trova anche in un’area limitata nelle foreste montane presenti nella zona a sud dello “scudo brasiliano” (Brasilian Shield, o area tettonicamente stabile brasiliana).

Alla foce del fiume Tapajòs, l’uistitì argentato è presente in piccole aree forestali nel mezzo della sabbiosa savana amazzonica.

Gruppi studiati in queste zone occupavano territori che includevano aree di foresta in territori dal suolo argilloso, aree marginali/apicali, e foreste dal sabbioso suolo bianco (campinarana).

Queste foreste sono preferite perché presentano un’alta densità di alberi della gomma, in particolare Tapirira guianensis, che fornisce anche frutti.

Morfofisiologia

Mico argentatus è una delle più piccole scimmie del Nuovo Mondo.

La lunghezza testa-corpo va dai 20 ai 22 cm, mentre la coda ha una lunghezza media di 29 cm. Il peso difficilmente raggiunge in natura i 450 g, con una media di circa 300 g in entrambi i sessi.

Una caratteristica morfologica peculiare è il restringimento della parte apicale della mascella, decisamente acuta. Reca canini piccoli e sottili, un adattamento evolutivo all’habitat occupato ed alla loro dieta specializzata.

Il manto, conformemente al nome, è grigio argentato chiaro nella parte superiore del corpo e giallo chiaro/crema, con una demarcazione delle due colorazioni ben evidente.

Mico argentatus, Uistitì argentato

Vive in piccoli gruppi sociali di 4-11 individui. La comunicazione vocale serve a definire il territorio, mantenere il contatto nel folto dei rami e segnalare l’arrivo di predatori © Cat Rayner

Il capo è bianco panna; mani e piedi sono leggermente più scuri, e la coda, totalmente nera, è in netto contrasto col resto. Un modo, forse, per sembrare più piccoli e confondere le idee ai predatori, mimetizzati come sono nel chiaro-scuro della foresta. La faccia e le orecchie sono glabre e rosa, spesso coperte da macchioline rosse. La parte esterna dei genitali è rossa.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Mico argentatus è una specie diurna e quasi esclusivamente arboricola. Le unghie sono lunghe e ricurve, per aggrapparsi alla corteccia degli alberi e sostenere il peso del corpo.

Mico argentatus

Le unghie sono lunghe e ricurve, per aggrapparsi alla corteccia degli alberi. La coda nera spezza il contorno del corpo © Cat Rayner

La dieta consiste principalmente in piccoli frutti, nettare, gomma, linfa e piccoli animali (artropodi e piccoli vertebrati).

La caratteristica mascella, con canini piccoli come gli incisivi, permette di raschiare la corteccia degli alberi e creare dei buchi per raggiungere gli essudati linfatici e la gomma.

Tuttavia, la sua dieta può variare in base alle disponibilità alimentari della zona, e può essere integrata occasionalmente con frutta, fiori, foglie, insetti, ragni e piccoli vertebrati come lucertole e anuri.

In uno studio condotto su due gruppi di uistitì argentato che occupavano una foresta di 25 ettari in un’area di savana dal suolo sabbioso, è emerso che mangiavano frutti da 35 piante diverse, gomma da 8 specie, nettare da due specie.

La gomma di Tapirina guianensis e il nettare di Symphonia globulifera sono di particolare importanza quando frutti e insetti scarseggiano nei mesi più caldi della stagione secca.

Nella stagione secca, diminuisce il consumo di frutta a favore di quello della gomma; aumenta inoltre il tempo dedicato alla ricerca di cibo e al nutrirsi.

La giornata tipica dell’uistitì argentato è caratterizzata da due attività principali nelle prima ore del giorno: muoversi e nutrirsi (prima di risorse vegetali, poi di prede animali).

Nelle ore centrali del giorno riposa, per poi riprendere più attivamente ad alimentarsi. Infine, raggiunge il sito per il riposo notturno, un ambiente con alti alberi caratterizzati, grovigli di liane e denso fogliame.

L’uistitì argentato vive in gruppi sociali di 4-11 individui. Ne fanno parte 1-2 femmine adulte, 1-3 maschi adulti, vari subadulti, giovani e piccoli. All’interno del gruppo familiare, l’unica coppia riproduttiva è quella dominante. La femmina rilascia infatti dei feromoni che possono inibire l’ovulazione delle altre femmine.

I piccoli del Uistitì argentato vengono alla luce principalmente in febbraio, all’inizio della stagione piovosa, e in luglio, alla fine della stagione delle piogge.

Il periodo di gestazione è di circa 5 mesi e solitamente la femmina dà alla luce due gemelli, anche se non sono rari parti singoli o trigemellari.

Mico argentatus, Uistitì argentato

I canini, ben visibili in questo sbadiglio, sono piccoli, come gli incisivi, per raschiare la corteccia degli alberi e creare buchi per raggiungere con la lunga lingua gli essudati linfatici e la gomma. Occasionalmente l’Uistitì argentato si nutre anche di frutta, fiori, foglie, insetti, ragni e piccoli vertebrati che trova fra i rami, come lucertole e anuri © Jon Isaacs

Dopo il parto, l’ovulazione successiva è molto veloce e può avvenire nei dieci-venti giorni successivi. La cura dei nuovi nati è affidata a tutti i membri del gruppo, cioè fratelli e cugini, che provvedono a controllare, proteggere e far giocare i piccoli. La madre nutre i piccoli per circa 6 mesi, fino allo svezzamento. L’età adulta è intorno ai due anni.

La comunicazione vocale viene utilizzata dal gruppo familiare per definire il proprio territorio, e mantenere il contatto. Lo spostamento verso e fuori la zona di riposo notturno avviene con movimenti lenti e in tratti in cui la vegetazione è più fitta, così da non attirare l’attenzione dei predatori, in genere serpenti e rapaci.

Mico argentatus

All’interno del gruppo, l’unica coppia riproduttiva è quella dominante. La gestazione è di circa 5 mesi e in genere la femmina dà alla luce due gemelli © Giuseppe Mazza

L’avvistamento di un pericolo viene prontamente segnalato dagli individui con l’emissione di segnali d’allarme (“alarm calls”), una serie di “schiocchi” delle labbra prodotti mentre l’animale abbassa le sopracciglia.

Nonostante la costante perdita di habitat causata dal disboscamento delle foreste pluviali brasiliane, secondo la Lista Rossa dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), lo stato conservativo di questa specie è di “minor preoccupazione” (“Least Concern”).

Purtroppo, la perdita di habitat e la diminuzione del numero dei membri delle popolazioni, ha portato in diversi gruppi fenomeni di deriva genetica, favorendo l’ “inbreeding.

Mico argentatus

Sono coccolati da tutti i membri del gruppo. La madre li nutre per circa 6 mesi, fino allo svezzamento. L’età adulta è intorno ai due anni © Jon Isaacs

La minor variabilità genetica causata da questa diminuzione del flusso genetico tra le popolazioni potrebbe generare estinzioni locali di interi gruppi.

Un altro importante pericolo alla loro conservazione è il commercio legale e illegale. Questo primate è infatti commercializzato come “pet” e fonte di cibo a livello locale.

Sinonimi

Callithrix argentata (Linnaeus, 1771).

 

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