Ailurus fulgens

Famiglia : Ailuridae

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Testo © Dr. Davide Guadagnini

 

Ailurus fulgens, Ailuridae, Panda minore, Panda rosso

Fossile vivente, il Panda minore o Panda rosso (Ailurus fulgens) ha una famiglia tutta per sé © Giuseppe Mazza

Il Panda minore o Panda rosso (Ailurus fulgens F. Cuvier, 1825) è un mammifero dall’aspetto grazioso e dalla peculiare fisiologia alimentare.

Appartiene all’ordine dei Carnivori (Carnivora), è l’unico rappresentante della famiglia degli Ailuridi (Ailuridae) e del genere Ailurus al quale appartiene come unica specie : Ailurus fulgens.

Presenti due sottospecie: Ailurus fulgens fulgens, Ailurus fulgens styani. La sottospecie styani è più grande e ha colore più scuro rispetto alla nominale.

Il nome del genere “ailurus” deriva dal greco antico “ αἴλουρος” = “ ailouros” che significa “gatto domestico” per alcuni atteggiamenti e comportamenti di questa specie che può talvolta ricordare il gatto di casa. Il nome della specie “fulgens” deriva dal latino e significa splendente, brillante, splendido e si riferisce alla brillantezza e alla colorazione del folto manto. Il nome scientifico, in questo caso, è quindi una diretta descrizione dell’animale.

Il suo nome cinese è molto bello significando “volpe di fuoco”.

Zoogeografia

Specie asiatica; la sua distribuzione in natura non è molto nota. Questo animale vive lungo il margine meridionale dell’Himalaya, in un territorio che comprende il Nepal, l’India, il Bhutan, il Sikkim, le regioni settentrionali dell’Assam e della Birmania, le province occidentali cinesi dello Yunnan e dello Szechwan. La sottospecie “ styani” si trova nel centro-sud della Cina e in Birmania nord-orientale.

Ecologia-Habitat

Il suo habitat è costituito da foreste, soprattutto di bambù, situate tra i 1500 e i 4800 metri d’altitudine dove la temperatura non è particolarmente rigida e abbastanza costante. I panda minori vagano nelle foreste di bambù dominate da arbusti ed essenze erbacee. In relazione al clima temperato-umido del suo habitat, il panda minore dimostra una certa sensibilità al calore (il suo stato di benessere è massimo quando le temperature non superano i 25°C). Per questo motivo si ripara dai raggi solari rifugiandosi nella penombra dei rami, dentro le cavità degli alberi o nelle fenditure delle rocce. Dorme non disdegnando, invece, le aree soleggiate quando fa freddo e quando deve risparmiare energia.

Morfofisiologia

È un mammifero d’alta montagna con caratteristiche fisiche molto distintive : testa grande, collo corto, coda lunga a bande, viso rotondo, muso bianco, maschera facciale, orecchie a punta e zampe massicce. Ha un peso di 3-6,5 kg (maschi, in genere, leggermente più pesanti delle femmine) che gli consente di arrampicarsi anche sulle parti più alte e sottili degli alberi. Ha una lunghezza del corpo di 50-65 cm e un’altezza al garrese sui 20-25 cm.

Ailurus fulgens, Ailuridae, Panda minore, Panda rosso

È un mammifero d’alta montagna, presente lungo il margine meridionale dell’Himalaya. Alto 20-25 cm al garrese, raggiunge i 50-65 cm più quasi altrettanti di coda © Giuseppe Mazza

Il Panda minore, possiede una pelliccia molto utile e bella : pelo folto, morbido, piuttosto lungo, lucido e dalla peculiare colorazione. Il suo muso appuntito ma corto e poco prominente a causa dello spesso strato di pelo si allarga nella regione frontale. Gli occhi sono mediamente grandi, le orecchie dritte e appuntite. Le zampe sono brevi, robuste e terminano con unghioni grandi, massicci, aguzzi, ricurvi e parzialmente retrattili. Il polso possiede un osso particolarmente sviluppato (sesamoide) che ha un po’ la stessa funzione del pollice (chiamato perciò “falso pollice”) dei primati consentendo di afferrare e mantenere la presa sugli steli di bambù per cibarsene. La coda è lunga (28-60 cm) quasi quanto il resto del corpo ed è rivestita da abbondantissimo pelo lungo che le conferisce una forma cilindrica di grandi dimensioni.

Questa grande coda è utilizzata come cuscino-coperta per impedire la dispersione di calore corporeo ed è un importante dispositivo naturale di bilanciamento durante la deambulazione o quando si rizza sui piedi posteriori.

Il colore del mantello, ben contrastato, fa di questo animale uno degli ospiti più ammirati dei giardini zoologici ; questo anche a causa dell’ intuibile morbidezza e della struttura della pelliccia (da pelouche) abbinata all’andatura barcollante e talvolta goffa che gli conferiscono un aspetto tenero. La tinta di base è rossiccia o rosso-ruggine nella parte superiore del corpo, brillante e con una lucentezza rugginosa sul dorso (con fiocchettatura giallo-miele dorato).

La parte inferiore, le zampe, la gola e il petto hanno un bel pelo sempre lucido ma nero. La colorazione di tale livrea è un caso di selezione poco diffusa e nota col termine di “colorazione invertita” che si riscontra anche nel Tasso (Meles meles) e nel Criceto (Mesocricetus auratus) a colorazione selvatica. Coperti di pelo bianco sono, invece, il muso fino agli occhi, l’interno delle orecchie, delle chiazze tondeggianti poste sopra gli occhi e due strisce delle guance che scendono dalla fronte alla gola. Gli occhi sono scuri, mentre il tartufo del naso è nero, lucido, dall’aspetto umido e glabro.

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Il polso possiede un osso particolarmente sviluppato che ha un po’ la stessa funzione del pollice dei primati consentendo d’afferrare e mantenere la presa sui rami e gli steli di bambù di cui si nutre © Giuseppe Mazza

La maschera del muso del panda minore, abbinata alla coda che ha una colorazione annulata, ad anelli alternati rossiccio-brunastri più chiari e più scuri, accentuano la somiglianza (in realtà grossolana e superficiale ad un occhio minimamente esperto) tra questa specie e l’Orsetto lavatore o Procione (Procyon lotor).

La maschera facciale del panda minore è piuttosto varia in intensità di colorazione (più o meno scura e disegnata) e in estensione e presenza di bianco tanto da poter, a volte, consentire l’identificazione a distanza dei singoli individui. Il folto pelo che riveste i palmi delle zampe, caratteristiche comuni anche al Panda maggiore (Ailuropoda melanoleuca) e all’Orso bianco (Ursus maritimus), costituisce un adattamento della specie al proprio habitat costituito, anche, da rami umidi e scivolosi, terreno innevato o ghiacciato, precipizi rocciosi e pendii inclinati.

La bulla timpanica è estremamente ridotta; questo suggerisce che, in specie a netta prevalenza vegetariana, la funzione auditiva della bulla ha perso la sua funzione di raffinare l’udito di questo carnivoro di nome ma non di fatto. Questo dal momento che un adattamento speciale alla caccia, e quindi una maggiore sensibilità rispetto a determinate frequenze, non è più strettamente necessario. Come si sa, la selezione naturale tende ad eliminare gli organi o gli apparati caduti in disuso.

Chi accudisce questa specie in cattività si rende subito conto che, il panda minore, non ha un udito eccezionale; ci si può infatti avvicinare di molto a questi animali, se non si è nel loro campo visivo, fino a farli sobbalzare per lo spavento poco prima di raggiungerli.

I panda minori hanno una dentatura in cui sono evidenti le caratteristiche masticatorie: pur essendo gli incisivi ed i canini “da carnivoro classico”, i molari sono grossi e provvisti di numerose cuspidi, i premolari hanno subito un evidente processo di “molarizzazione”. Inoltre la mandibola si è evoluta a compiere movimenti ad azione laterale adatti a una migliore masticazione e triturazione del materiale vegetale. Queste modifiche anatomiche consentono, al panda minore, di masticare molto bene le foglie di bambù per poterle digerire compensando la mancanza di flora microbica intestinale (che avrebbe la funzione di disgregare le pareti cellulari vegetali) tipica delle specie erbivore classiche. Il panda minore tende, visti gli alimenti ipocalorici che consuma, a risparmiare energia passando molto tempo a riposare.

Etologia-Biologia riproduttiva

Le conoscenze sulle abitudini di vita di questo animale allo stato libero sono limitate. Risulta, infatti, estremamente difficile osservarlo nel suo impervio habitat. Ha abitudini territoriali. Nel corso della giornata, il panda minore, alterna a più riprese pause di riposo con periodi di attività (un po’ come fa un gatto di casa; Felis silvestris catus). Anche se sono maggiormente e principalmente attivi all’alba e al tramonto (animale crepuscolare).

Molta dell’attività svolta da questa specie è dedicata alla ricerca e all’assunzione del cibo (circa 8 ore) che è sostanzialmente in prevalenza di origine vegetale. Il panda minore, pur appartenendo all’ordine dei carnivori, come abbiamo visto nel corso dell’evoluzione è diventato prevalentemente vegetariano. Esso si nutre prevalentemente di bambù (foglie) che è molto fibroso e, in misura minore, di altre piante, di radici, licheni, bacche, semi, ghiande e frutti.

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Sceglie le foglie con cura e le mastica molto a lungo. Ha mantenuto incisivi e canini da carnivoro ma i molari sono grossi e cuspidati per triturarle. Anche i premolari si sono adattati e la mandibola ne aumenta l’efficacia con movimenti laterali. La dieta non è però solo vegetariana perché non trascura gli insetti ed i nidi ricchi d’uova o uccellini © Giuseppe Mazza

Pur nutrendosi di molto bambù, come il panda maggiore, il minore tende a mangiare in prevalenza la parte inferiore ben vegetata della pianta mentre il panda maggiore preferisce nutrirsi dei germogli e delle parti apicali più succose. I panda minori, viste le moli ridotte e l’agilità, frequentano zone più impervie e altitudini maggiori rispetto al panda maggiore. Il panda minore è chiamato “mangiatore di foglie” perché del suo alimento principe seleziona accuratamente le foglie di cui nutrirsi scartando quelle parzialmente o totalmente morte. Qualche volta cattura piccole prede come uccellini, piccoli mammiferi, insetti, larve o altro che siano presenti sul terreno o sugli alberi. Può cibarsi anche di uova e di carcasse di animali rinvenuti morti.

Dallo studio dei panda minori tenuti in cattività si è dedotto che, in linea di massima, gli organi sensoriali, l’anatomia, la struttura del corpo e il comportamento sono perfettamente adattati per catturare piccole prede animali. Infatti, nonostante il fatto che la selezione naturale abbia portato questo piccolo carnivoro a nutrirsi principalmente di bambù, facilmente e abbondantemente reperibile nel proprio areale, esso è in grado di cogliere al volo le sporadiche opportunità di reperire alimenti di origine animale. A tal proposito è capitato che panda minori viventi in zoo e ospitati assieme a Muntjak della Cina (Muntiacus reevesi), in reparti zoologici dove animali di differenti macro-aree vengano tenuti in esibizione mista, si siano nutriti dei neonati di questa specie.

I piccoli di questo cervide, durante i primi giorni di vita, rimangono immobili e si acquattano sul terreno tra l’erba cercando di nascondersi dai predatori grazie all’aspetto mimetico che viene però by-passato dal fine olfatto del panda minore. Io stesso sono stato testimone di una predazione di un giovane Merlo (Turdus merula), da parte di un esemplare di panda minore; dopo un piuttosto lento avvicinamento, il predatore, ha compiuto una breve corsa e un produttivo balzo che ha consentito allo stesso di catturare il giovane volatile che è stato immediatamente divorato.

Sono animali plantigradi e dimostrano doti arboricole eccellenti; grazie agli artigli acuminati e alle piante pelose dei piedi possono arrampicarsi sugli alberi con grande agilità e scalarli, per discendervi, a testa in giù dal tronco.

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Ama le temperature inferiori ai 25 °C. Se fa caldo riposa all’ombra, metà penzoloni e metà cavalcioni su un ramo © Giuseppe Mazza

Quando scendono a testa in giù, il panda minore, ruota la caviglia verso l’esterno afferrandosi saldamente alla corteccia. Così facendo, scende velocemente e ha una visione diretta al suolo per un’eventuale fuga o cambio di direzione. A terra non è infrequente vederlo galoppare con la schiena arcuata e la coda parzialmente sollevata facendo sfoggio di un’andatura graziosa e buffa allo stesso tempo. Se si sente minacciato e vuole fuggire può spiccare salti lunghi anche un metro e più.

La posizione di riposo preferita è una sorta di curioso equilibrio, metà penzoloni e metà cavalcioni, su un ramo. Tuttavia sta volentieri anche acciambellato su un fianco con la coda disposta a cuscino oppure adoperata come riparo per il muso e la testa. Un’altra sua abitudine è quella di pulirsi lavandosi come usano fare i felini; dapprima lecca con molta accuratezza la parte interna di una zampa anteriore e poi con questa si pulisce il muso e le orecchie. Per bere o mangiare cibi semiliquidi, spesso intinge una zampa anteriore e poi la lecca.

Allo stato selvatico, il panda minore, conduce vita solitaria; in cattività vive generalmente, senza problemi, in coppia o in piccoli gruppi dello stesso sesso. Le coppie riproduttive, in cattività, tendenzialmente si riproducono tutti gli anni tollerando la presenza dei figli per circa un anno (fino al parto successivo).

La comunicazione tra conspecifici comprende una vasta gamma di vocalizzi tra cui : strida acute e forti, squittii, fischi, cinguettii e versi simili a sommessi grugniti. Un verso tipico e che assomiglia al grido di un bambino “wah” è una chiamata forte di contatto ed è utilizzata principalmente dalle madri per chiamare i propri piccoli.

Quando è irritato, il panda minore, utilizza le orecchie e la testa per segnalare il proprio disappunto (orecchie appiattite, testa abbassata). Se non basta, si rizza sugli arti posteriori, sbuffa, sibila, soffia e grugnisce cercando di colpire l’avversario con le zampe anteriori sollevate e con le quali compie netti movimenti rotatori. Così facendo, con gli artigli taglienti, è in grado di produrre ferite anche gravi. Sono soprattutto i maschi a combattere tra di loro in questo modo, effettuando una sorta di “incontro di pugilato”.

Le zampe sono dotate di ampissima possibilità di rotazione tanto che è praticamente impossibile immobilizzare uno di questi animali bloccandoli per la collottola; con gli arti anteriori raggiunge senza problemi le zone sopra la propria testa e quelle ad essa limitrofe. I panda minori segnalano la loro presenza marcando il territorio con le ghiandole anali. L’animale appoggia le zampe posteriori su un sasso o su un ramo e poi strofina la regione anale contro una sporgenza per impregnarla con il secreto ghiandolare. Oltre alla secrezione anale, nei marcaggi, viene usata l’aspersione di punti di riferimento con urina.

La stagione degli accoppiamenti è tra gennaio e febbraio. Le femmine di panda minore, dopo una gestazione di circa 130 (112-158) giorni, partoriscono mediamente due piccoli (1-4) generalmente in una cavità di un albero o di altro genere foderata con ramoscelli, foglie ed erbe. I neonati vengono alla luce già coperti di pelo ma con colorazione più chiara e meno contrastata rispetto agli adulti. La testa è bianco-gialliccia-grigina, la schiena ha un colore ruggine sbiadito, gli arti e il ventre appaiono già più scuri. Gli occhi e le orecchie, alla nascita, sono chiusi e le piante dei piedi si presentano glabre. I piccoli, alla nascita, pesano 80-130 g circa e sono lunghi 10-15 cm dei quali ¼ è dato dalla coda; nell’insieme assomigliano vagamente a dei gattini siamesi neonati. All’età di 13-18 giorni aprono gli occhi e il loro peso è raddoppiato.

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La fitta coda serve da bilanciere fra i rami ma è anche un morbido cuscino e una coperta per sonni tranquilli © Giuseppe Mazza

A un mese d’età i caratteri tipici del muso appaiono pienamente sviluppati, spuntano i canini e i molari da latte seguiti a due settimane di distanza anche dagli incisivi da latte. La femmina, fin dai primi giorni di vita, deve lasciare soli i piccoli per poter assumere abbastanza nutrimento fondamentale per la produzione di latte. Tale specie, per procurarsi il giusto apporto energetico, deve mangiare molto bambù che notoriamente non è molto energetico. Nonostante gli adattamenti anatomici per il consumo del bambù, l’intestino del panda minore è corto, da carnivoro. Ciò rende la digestione degli alimenti di origine vegetale non molto efficiente.

Per queste ragioni il periodo in cui i piccoli sono neonati è molto delicato; infatti mentre la madre è intenta ad assumere la sufficiente quantità di nutrimento i piccoli lasciati soli per lunghi periodi possono essere facilmente individuati e predati. Anche in cattività, nonostante le protezioni offerte dai recinti che li ospitano, sono avvenute sparizioni di neonati probabilmente predati da uccelli rapaci o da intraprendenti mustelidi selvatici.

Per cercare di contrastare la vulnerabilità dei propri figli, le madri, spesso li spostano portandoli in tane nuove (infatti, le madri, già prima di partorire generalmente preparano più di una tana). Tale operazione viene compiuta con la madre che prende il piccolo per la collottola e lo solleva e sposta tenendolo in bocca, questo comportamento è mantenuto anche in cattività. I piccoli, inoltre, se avvertono la presenza di un intruso vicino sbuffano e grugniscono insistentemente compiendo buffi sussulti nel tentativo di scoraggiare eventuali nemici. Attorno ai tre mesi d’età i piccoli escono dal nido-tana e iniziano a seguire la madre (vengono allattati per 3-4 mesi) con la quale staranno 8 massimo 12 mesi. Le femmine partoriscono una volta l’anno; i giovani saranno in grado di riprodursi dai due anni (in cattività già sessualmente maturi a 18-20 mesi).Il maschio non contribuisce all’allevamento dei piccoli. Questa specie non è molto longeva e, anche in cattività, raggiunge un’età massima di 10-13 anni (rarissimi casi fino a 15 anni).

In natura, il panda minore, può essere predato dal leopardo delle nevi (Uncia uncia)e dal leopardo nebuloso (Neofelis nebulosa). I suoi cuccioli sono, invece, maggiormente predati da rapaci diurni e notturni. Gli zoo ospitano principalmente la forma occidentale che presenta una taglia più ridotta e un color ruggine meno intenso. La forma orientale è infatti più delicata, soprattutto riguardo l’acclimatamento al di fuori del proprio habitat. Negli ultimi decenni, dopo un inizio difficoltoso, il panda minore si è riprodotto e diffuso, a livello mondiale, in molti giardini zoologici.

In cattività viene nutrito principalmente con bambù dorato (Phyllostachys aurea) o specie simili, mele, mangimi e integratori specifici e una piccola quantità settimanale di alimenti di origine animale. In queste strutture, ogni anno, nascono complessivamente alcune centinaia di piccoli. In cattività una problematica sanitaria, talvolta riscontrata nei cuccioli, è la dermatofitosi (Microsporum gypseum). Questa patologia causa gravi lesioni ulcerative che determinano la morte dei piccoli. Per fortuna uno specifico trattamento con farmaci antimicotici sistemici (Itraconazolo) è risolutivo. In natura, questa specie, è minacciata dal bracconaggio; in Nepal si utilizza la pelliccia per confezionare copricapi e tappeti mentre in Cina usano la coda come piumino e la pelliccia per confezionare pennelli. La minaccia maggiore è data dalla distruzione e frammentazione dell’habitat con conseguente aumento della consanguineità e perdita della variabilità genetica (animali confinati solo in piccole aree ancora integre). Per questi motivi, nonostante il panda minore sia ora protetto a livello mondiale, la sua popolazione è in costante declino e sembra che in natura vi siano meno di 10.000 esemplari viventi.

Sinonimi

Ailurus ochraceus Hodgson, 1847.